Magazine Attualità

Giaccone: sbagliato liberalizzare le farmacie

Creato il 24 febbraio 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Retro Magazine ha intervistato Mario Giaccone, Presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Torino e consigliere regionale, alla vigilia dell’avvenuta approvazione del Ddl Guidi in Consiglio dei Ministri lo scorso venerdì.

Oltre alla sua posizione in merito all’annunciata riforma, Mario Giaccone ha parlato della questione “firme false”, rivelandoci che era stato appena avvertito dell’accettazione del ricorso della Lega Nord da parte del TAR Piemonte, e del suo punto di vista riguardo la riforma sanitaria dell’Assessore Saitta.

Liberalizzazione delle farmacie: i provvedimenti di Bersani, Monti, Renzi e del ddl Guidi

Al Primo Ministro Renzi tocca la stessa sorte dell’ex Presidente Monti che nel 2011 cercò, senza riuscirci, di liberalizzare la vendita dei farmaci di fascia C. Nulla di fatto anche per l’abbassamento del quorum di abitanti per ogni farmacia. Nel progetto iniziale doveva essere ridotto da 3300 ab./farmacia a 1500ab./farmacia. Nel 2006 Bersani riuscì, seppur a fatica, ad aprire un varco nel settore con l’istituzione delle parafarmacie e la licenza, concessa alla grande distribuzione oltre che alle medesime, di vendere i cosiddetti farmaci da banco. I farmacisti, sopratutto i titolari di farmacia, riuscirono a mantenere lo status quo. In realtà, il ddl Guidi introduce una piccola novità, e cioè la possibilità di costituire grandi catene di farmacie (“L’articolo rimuove il limite alle 4 licenze in capo ad un identico soggetto“), dirette da dipendenti farmaciste ma di proprietà anche di società che possono svolgere ordinariamente tutt’altra attività.

Di seguito il video integrale dell’intervista al presidente Mario Giaccone:

Presidente Giaccone, il TAR Piemonte ha accolto il ricorso sulla questione “firme false”, che tocca sia il PD che la Lista Chiamparino nella quale Lei è stato eletto. Qual è il suo commento a caldo?

E’ chiaro che se dovessero emergere elementi sempre più puntuali e precisi, a quel punto non sarebbe più un problema delle singole liste, ma dell’intera partita elettorale. Per ora il numero dei moduli ritenuti irregolari non dovrebbe essere superiore alla differenza tra quelle raccolti e quelli necessari per presentare la candidatura.

Presidente Giaccone, parliamo della riforma sanitaria dell’Assessore Saitta. I pilastri sembrano essere due: da un lato la razionalizzazione della spesa, dall’altro la maggiore efficenza nell’erogazione dei servizi. Come coordinarli?

Il bilancio della Sanità consegnatoci dalla Giunta precedente, e in realtà, anche da quella ancora prima, è critico. L’Assessore Saitta e il direttore generale Moirano hanno un grande lavoro da fare, e lo stanno svolgendo con grandissima dedizione. La nostra Sanità è sorvegliata da Roma – il cosiddetto Tavolo Massicci- all’interno del “Piano di rientro” dei nostri conti. Con una cadenza precisa ci chiedono conto di quanto stato fatto e se le indicazioni stabilite attorno al suddetto tavolo sono state realizzate sul territorio. E’ molto difficile sgarrare. Fin a quando non si uscirà da questa situazione di quasi commissariamento – e Saitta prevede di farcela già in questo anno – non si potrà avere una Regione con una sua programmazione sanitaria autonoma ed indipendente. Ce la stanno e ce la stiamo mettendo tutta. E la grande competenza nel settore del controllo della spesa dell’ing. Moriano, intelligentemente nominato da Chiamparino, ci fa ben sperare.

Domani (venerdì 20/02, ndr) in Consiglio dei Ministri si discuterà del ddl Guidi, che tocca anche le farmacie. Innanzitutto si discuterà della liberalizzazione della vendita dei farmaci di Fascia C nelle Parafarmacie e nella Grande Distribuzione. In secondo luogo, della possibilità di aumentare il numero di licenze per aprire una farmacia, tramite l’abbassamento del quorum da 3300 a 1500 ab./farmacia. Presidente Giaccone, il progetto di riforma rappresenta un incremento di servizio per i cittadini o è uno scioglimento del ruolo del farmacista?

Più che dal punto di vista dello svilimento, la vedrei dal punto di vista della qualità del servizio. Se aumentiamo il numero degli esercizi oltre un certo limite, come avvenuto in Grecia, la qualità del servizio di assistenza al cittadino precipita, perché la singola farmacia non ha più le risorse sufficienti per garantirlo. La Francia, che ha un quorum un po’ più basso del nostro, si sta pentendo di questa scelta perché si è resa conto che le farmacie non riescono a fare quel lavoro di monitoraggio e assistenza al cittadino che è un cardine del sistema sanitario. Mi sembra siano a confronto due modelli di assistenza: il nostro, che presume la prevalenza della professione e quello che sembra essere auspicato, di impronta meramente commerciale. Non si constata poi un vero vantaggio per i cittadini: i prezzi dei prodotti e dei servizi offerti rimarrebbero sostanzialmente inalterati e il livello di qualità sicuramente diminuirebbe. Infine, l’esperienza ci dice che l’apertura di nuovi esercizi – e in Piemonte ci sono stati nell’ultimo anno due concorsi per l’apertura di nuove sedi- non corrisponde ad un aumento dell’occupazione giovanile, ma solamente ad un sostanziale spostamento dell’offerta.

Tags:farmacie,firme false,Giaccone,liberalizzazione farmacie,Matteo Renzi,pd,riforma della sanità,Saitta

Related Posts

Il corriere di MilanoPrima Pagina

Monza, consiglieri Pdl contro i “libri gay”

AttualitàLa cronaca di TorinoPiemonteRenzi

Alba dice addio a Michele Ferrero

La cronaca di TorinoPoliticaPrima Pagina

Gariglio: impossibile annullamento delle elezioni

NewsPoliticaPrima PaginaSocietà & Cultura

Trasformismo in Parlamento: record di cambi di casacca


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :