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Giacomo Puccini e i fagioli nel fiasco

Da Patiba @patiba1


Giacomo Puccini e i fagioli nel fiasco
"Giacomo Puccini nacque a Lucca da una famiglia di musicisti, dimostrando di possedere fin da piccolo un grande talento musicale.(..) Negli anni giovanili Puccini divenne, quando poté, molto attento ai piaceri della tavola, concludendo le giornate lavorative di fronte ad una sostanziosa cena assieme all’amico Mascagni. Se i soldi mancavano, da buona forchetta si divertiva a creare personalmente ricette come “pasta con le anguille” o “aringhe coi ravanelli”. Così scriveva:
"... La sera, quando ho quattrini vado al caffé, ma passano moltissime sere che non ci vado, perchè un ponce costa 40 centesimi... Mangio maletto, ma mi riempio di minestroni...e la pancia è soddisfatta".
Anche dopo gli anni delle ristrettezze economiche, Giacomo continuò a coltivare l’arte del cucinare, mettendosi all’opera sopratutto per la rumorosa schiera degli amici di Torre del Lago (LU).


Giacomo Puccini e i fagioli nel fiasco

Con loro condivise la passione per le battute di caccia e le allegre tavolate che ne seguivano, fatte a base di fagiani arrosto, folaghe rosolate o pernici fritte. Il Maestro amava ingentilire il pasto con mandarini, vino frizzante e latte alla portoghese, secondo le notizie culinarie trapelate dalle ricerche del Centro Studi Puccini e dal ritrovamento di due lettere in cui Giacomo scrive a Isola Nencetti Vallini, sua cuoca preferita. Si racconta che l’autore di Boheme, Tosca e Madama Butterfly, avesse anche un’altra golosità.
Sembra che andasse spesso a far visita all'anziana sorella suor Angelica, monaca in un convento di Lucca, spinto soprattutto non dall’amore fraterno ma dalla passione per i fagioli cotti al fiasco che mangiava al refettorio.
Concludiamo ricordando che Puccini si riuniva con un gruppo di artisti e scrittori presso una bettola "La capanna di Giovanni dalle bande nere" (Torre de Lago) da subito ribattezzata Club La Bohème. Qui i sodali passavano molto tempo, bisbocciando allegramente, bevendo vino e giocando a carte, con vivo disappunto dell'aristocratica moglie Elvira. Questi buontemponi redigettero anche una specie di scherzoso statuto che qui riportiamo:
  • Art 1 I soci del Club "La Bohème", fedeli interpreti dello spirito onde il club è stato fondato, giurano di bere e mangiar meglio.
  • Art. 2 Ammusoniti, pedanti, stomachi deboli, poveri di spirito, schizzinosi e altri disgraziati del genere non sono ammessi o vengono cacciati a furore di soci.
  • Art. 3 Il presidente funge da conciliatore, ma s'incarica d'ostacolare il cassiere nella riscossione delle quote sociali.
  • Art. 4 Il cassiere ha la facoltà di fuggire con la cassa.
  • Art. 5 L'illuminazione del locale è fatta con lampada a petrolio. Mancando il combustibile, servono i "moccoli" dei soci.
  • Art. 6 Sono severamente proibiti tutti i giochi leciti.
  • Art. 7 È vietato il silenzio.
  • Art. 8 La saggezza non è ammessa neppure in via eccezionale.

Si ringrazia per la preziosa collaborazione la Fondazione Puccini e il Centro Studi Giacomo Puccini." Taccuinistorici.it


Giacomo Puccini e i fagioli nel fiasco

Tempo di preparazione: 30 minuti - Tempo di cottura 3 ore
Dosi per 4 persone
1 kg. di fagioli bianchi freschi, 100 gr. di olio evo toscano, 2 spicchi d'aglio schiacciati, qualche fogliolina di salvia fresca, 3 bicchieri d'acqua fredda, sale e pepe nero appena macinato.
Giacomo Puccini e i fagioli nel fiasco

Attrezzatura: un fiasco spagliato di vetro spesso, brace ardente ma senza fiamma, nel camino o nel barbecue.
Sgranate i fagioli, lavateli, scolateli e introduceteli nel fiasco ben pulito. Unite l'olio, la salvia, l'aglio, il sale e il pepe e infine tre bicchieri d'acqua fredda. Prendete un turacciolo e con un coltellino affilato praticate tutt'intorno una scannellatura per consentire la fuoriuscita del vapore che si formerà durante la cottura. Tappate il fiasco e sistematelo inclinato, ma col collo in alto, sulla brace, che non dovrà però fare fiamma.
La cottura dovrà essere lenta e dovrà durare costantemente per circa 3 ore. Dopo questo tempo il liquido sarà completamente evaporato e i fagioli saranno cotti al punto giusto. Versateli in una terrina e serviteli caldi o freddi, come preferite.
***
La cottura richiede una certa abilità nel disporre la brace sotto la cenere, in modo che il fiasco non si rompa per il calore.
 Questi fagioli sono il contorno tradizionale della bistecca alla fiorentina.
Vino
Chianti dei Colli Fiorentini di 1 anno servito a 18°C, Sansevero rosso (Puglia) servito a 18°C.
"La mia cucina pratica" 1988


Giacomo Puccini e i fagioli nel fiasco

"Giacomo Puccini nacque a Lucca da una famiglia di musicisti, dimostrando di possedere fin da piccolo un grande talento musicale.(..) Negli anni giovanili Puccini divenne, quando poté, molto attento ai piaceri della tavola, concludendo le giornate lavorative di fronte ad una sostanziosa cena assieme all’amico Mascagni. Se i soldi mancavano, da buona forchetta si divertiva a creare personalmente ricette come “pasta con le anguille” o “aringhe coi ravanelli”. Così scriveva:
"... La sera, quando ho quattrini vado al caffé, ma passano moltissime sere che non ci vado, perchè un ponce costa 40 centesimi... Mangio maletto, ma mi riempio di minestroni...e la pancia è soddisfatta".
Anche dopo gli anni delle ristrettezze economiche, Giacomo continuò a coltivare l’arte del cucinare, mettendosi all’opera sopratutto per la rumorosa schiera degli amici di Torre del Lago (LU).


Giacomo Puccini e i fagioli nel fiasco

Con loro condivise la passione per le battute di caccia e le allegre tavolate che ne seguivano, fatte a base di fagiani arrosto, folaghe rosolate o pernici fritte. Il Maestro amava ingentilire il pasto con mandarini, vino frizzante e latte alla portoghese, secondo le notizie culinarie trapelate dalle ricerche del Centro Studi Puccini e dal ritrovamento di due lettere in cui Giacomo scrive a Isola Nencetti Vallini, sua cuoca preferita. Si racconta che l’autore di Boheme, Tosca e Madama Butterfly, avesse anche un’altra golosità.
Sembra che andasse spesso a far visita all'anziana sorella suor Angelica, monaca in un convento di Lucca, spinto soprattutto non dall’amore fraterno ma dalla passione per i fagioli cotti al fiasco che mangiava al refettorio.
Concludiamo ricordando che Puccini si riuniva con un gruppo di artisti e scrittori presso una bettola "La capanna di Giovanni dalle bande nere" (Torre de Lago) da subito ribattezzata Club La Bohème. Qui i sodali passavano molto tempo, bisbocciando allegramente, bevendo vino e giocando a carte, con vivo disappunto dell'aristocratica moglie Elvira. Questi buontemponi redigettero anche una specie di scherzoso statuto che qui riportiamo:
  • Art 1 I soci del Club "La Bohème", fedeli interpreti dello spirito onde il club è stato fondato, giurano di bere e mangiar meglio.
  • Art. 2 Ammusoniti, pedanti, stomachi deboli, poveri di spirito, schizzinosi e altri disgraziati del genere non sono ammessi o vengono cacciati a furore di soci.
  • Art. 3 Il presidente funge da conciliatore, ma s'incarica d'ostacolare il cassiere nella riscossione delle quote sociali.
  • Art. 4 Il cassiere ha la facoltà di fuggire con la cassa.
  • Art. 5 L'illuminazione del locale è fatta con lampada a petrolio. Mancando il combustibile, servono i "moccoli" dei soci.
  • Art. 6 Sono severamente proibiti tutti i giochi leciti.
  • Art. 7 È vietato il silenzio.
  • Art. 8 La saggezza non è ammessa neppure in via eccezionale.

Si ringrazia per la preziosa collaborazione la Fondazione Puccini e il Centro Studi Giacomo Puccini." Taccuinistorici.it


Giacomo Puccini e i fagioli nel fiasco

Tempo di preparazione: 30 minuti - Tempo di cottura 3 ore
Dosi per 4 persone
1 kg. di fagioli bianchi freschi, 100 gr. di olio evo toscano, 2 spicchi d'aglio schiacciati, qualche fogliolina di salvia fresca, 3 bicchieri d'acqua fredda, sale e pepe nero appena macinato.
Giacomo Puccini e i fagioli nel fiasco

Attrezzatura: un fiasco spagliato di vetro spesso, brace ardente ma senza fiamma, nel camino o nel barbecue.
Sgranate i fagioli, lavateli, scolateli e introduceteli nel fiasco ben pulito. Unite l'olio, la salvia, l'aglio, il sale e il pepe e infine tre bicchieri d'acqua fredda. Prendete un turacciolo e con un coltellino affilato praticate tutt'intorno una scannellatura per consentire la fuoriuscita del vapore che si formerà durante la cottura. Tappate il fiasco e sistematelo inclinato, ma col collo in alto, sulla brace, che non dovrà però fare fiamma.
La cottura dovrà essere lenta e dovrà durare costantemente per circa 3 ore. Dopo questo tempo il liquido sarà completamente evaporato e i fagioli saranno cotti al punto giusto. Versateli in una terrina e serviteli caldi o freddi, come preferite.
***
La cottura richiede una certa abilità nel disporre la brace sotto la cenere, in modo che il fiasco non si rompa per il calore.
 Questi fagioli sono il contorno tradizionale della bistecca alla fiorentina.
Vino
Chianti dei Colli Fiorentini di 1 anno servito a 18°C, Sansevero rosso (Puglia) servito a 18°C.
"La mia cucina pratica" 1988


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