Pubblicato da Giovanni Nuscis su gennaio 7, 2012
Lasciate senza nome, senza
data, la pietra bianca
che un giorno mi coprirà.
col sole, prenderà
(forse) il colore delle mie ossa
sarà,
nella sua cornice nera
la mia faccia, vera.
Preghiera
Anima mia, leggera
và a Livorno, ti prego.
E con la tua candela
timida, di nottetempo
fà un giro; e, se n’hai il tempo,
perlustra e scruta, e scrivi
se per caso Anna Picchi
è ancora viva tra i vivi.
Proprio quest’oggi torno,
deluso, da Livorno.
Ma tu, tanto più netta
di me, la camicetta
ricorderai, e il rubino
di sangue, sul serpentino
d’oro che lei portava
sul petto, dove s’appannava.
Anima mia, sii brava
e và in cerca di lei.
Tu sai cosa darei
se la incontrassi per strada
*
Io come sono solo sulla terra
coi miei errori, i miei figli, l’infinito
caos dei nomi ormai vacui e la guerra
penetrata nell’ossa!… Tu che hai udito
un tempo il mio tranquillo passo nella
sera degli Archi a Livorno, a che invito
cedi – perché tu o padre mio la terra
abbandoni appoggiando allo sfinito
mio cuore l’occhio bianco?… Ah padre, padre
quale sabbia coperse quelle strade
su cui insieme fidammo! Ove la mano
tua s’allentò, per l’eterno ora cade
come un sasso tuo figlio – ora è un umano
piombo che il petto non sostiene più.
*
Proposito
Fa freddo nella storia
voglio andarmene. Dove
anch’io, col mio fucile scarico,
possa gridare “Viktoria!”
*
A mio figlio Attilio Mauro che ha il nome di mio padre
Portami con te lontano
…lontano…
nel tuo futuro.
Diventa mio padre, portami
per la mano
dov’è diretto sicuro
il tuo passo d’Irlanda
l’arpa del tuo profilo
biondo. alto
già più di me che inclino
già verso l’erba.
Serba
di me questo ricordo vano
che scrivo mentre la mano
mi trema.
Rema
con me negli occhi allargo
del tuo futuro, mentre odo
(non odio) abbrunato il sordo
battito del tamburo
che rulla – come il mio cuore: in nome
di nulla – la Dedizione.