Eccomi qui in questa tarda mattinata di metà febbraio ad esprimervi ancora una volta le mie opinioni sul mondo circostante, su di un’Italia che ieri sera è stata attaccata al televisore per il sessantunesimo festival della canzone italiana. Gianni Morandi che mi è sempre stato parecchio simpatico anche solo per alcuni testi delle sue canzoni, ieri sera, purtroppo, non mi è sembrato ricoprire degnamente il ruolo del presentatore televisivo; impacciato, timido, dondolante. Il suo discorso iniziale però mi ha fatto grande tenerezza, al modo dei nonni ha preso a raccontare una storia, la sua: lui che andava al bar del paese perché la televisione non era ancora presente in tutte le case e, ogni anno, per Sanremo, era enormemente curioso dei primi dieci minuti del festival… quei primi dieci minuti in cui, anche oggi, rimani sbalordito dalla scenografia, dall’orchestra, dal fatto che dopo oltre sei decadi il teatro Ariston è sempre strapieno (nonostante la crisi), dai vestiti delle bellissime dame scelte per l’occasione (che molto furbamente hanno fatto la loro comparsa solo alle 22.15)… quei primi dieci minuti… Si perchè oltre dieci minuti il festival non lo si riesce proprio a vedere. Sarà anche il festival della canzone italiana ma non è uno spettacolo televisivo che si possa guardare (sarebbe meglio dire ascoltare) da soli sul divano di casa, forse in compagnia di amici, mangiando, giocando e ogni tanto allungando l’orecchio…allora forse si…che ne pensate se per il festival istituissimo la televisione solo al bar del paese? Forse sarebbe l’unico modo per poterlo guardare…
Nonostante le mie cattiverie giornaliere ho ascoltato con piacere due canzoni, quella dei Modà ed Emma (ricredendomi su Emma): Arriverà. E poi la canzone del grande Roberto Vecchioni: Chiamami ancora amore. Questa è bella! Bello il testo bella la musica bella la voce, complimenti maestro! Le ho inserite entrambe nei due articoli successivi. A voi quale piace di più?