Giovane muore travolto dalla croce di Giovanni Paolo II
Marco Gusmini, ventenne di Lovere (Bg), è rimasto ucciso mentre si trovava in gita a Cevo, in Val Camonica, schiacciato dalla caduta accidentale di una croce monumentale. Il ragazzo di 20 anni, di Lovere, in provincia di Bergamo, è stato ucciso a Cevo, in Vallecamonica, nel Bresciano, schiacciato dalla caduta accidentale del Cristo Redentore, la croce realizzata dall’artista Enrico Job in occasione della visita a Brescia di Papa Giovanni Paolo II nel settembre del 1998 nel centenario della nascita di Paolo VI e collocata in un punto panoramico a 1.100 metri di altezza. L’incidente è avvenuto intorno alle due di pomeriggio. I ragazzi in visita al monumento erano quasi tutti nel piazzale antistante allo stesso, mentre Marco ed un ragazzo trentenne si trovavano proprio sotto la croce. Per cause ancora da chiarire, le giunture dell’opera hanno ceduto, ed un pesante pezzo del legno è piombato addosso ai due escursionisti. Marco è morto sul colpo. L’altro ragazzo coinvolto, invece, è stato portato in codice rosso in ospedale, ma non sarebbe in pericolo di vita. Sul posto sono immediatamente intervenuti i carabinieri e l’eliambulanza del 118, ma i medici non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del giovane. Il cadavere si trova adesso nell’ospedale di Esine, in attesa dell’autopsia. Sulle cause del tragico incidente indagano i carabinieri di Breno. Secondo Silvio Cetrone, sindaco di Cevo: “I ragazzi stavano facendo merenda e sono scappati in tutte le direzioni quando hanno sentito il rumore del legno che si spezzava: purtroppo quel giovane è andato nella direzione sbagliata. Qui c’è un bell’anfiteatro oltre allo spiazzo erboso, è meta di gite e pellegrinaggi, mai ci saremmo aspettati un dramma del genere”. La croce, alta 30 metri e larga 72 centimetri, fu installata nel 1998 allo stadio Rigamonti di Brescia in occasione della visita di papa Wojtyla. Venne poi smontata e conservata per diversi anni nel seminario cittadino. Il 5 novembre 2005 è stata poi portata a Cevo su espressa volontà di Vigilio Mario Olmi, emerito vescovo ausiliare di Brescia e a suo tempo presidente del Comitato per la visita del Papa a Brescia.