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Giovani in Parlamento: Il reddito di cittadinanza

Creato il 16 novembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

reddito di cittadinanzaParliamo di reddito di cittadinanza. L’Europa lo chiede dal 92: quali sono le vostre idee e proposte in merito?

Francesca Bonomo (PD)
Siamo favorevoli all’introduzione di un reddito minimo sul modello della Garanzia Giovani, cioè un sostegno in termini di reddito e di riqualificazione che accompagni in modo decrescente i lavoratori temporaneamente senza impiego, incentivando loro e le imprese ad una ricerca attiva ed a un continuo miglioramento delle competenze. In Italia abbiamo un sistema di welfare piuttosto squilibrato rispetto ad altri Paesi europei. Qui usiamo la quasi totalità delle risorse per gli assegni pensionistici o i sostegni al reddito per i lavoratori a tempo indeterminato delle aziende in difficoltà. Penso ad esempio alle varie forme di cassa integrazione. Questo sistema funzionava quando il rapporto fra pensionati-lavoratori era più basso e il mercato del lavoro funzionava e non esistevano quasi forme contrattuali di tipo precario. Oggi sono ormai rarissimi i casi in cui nel corso di tutta la vita lavorativa si rimane all’interno della stessa azienda o settore. Ignorando questa realtà però, si rischia di avere un’ampia fascia di lavoratori che può ambire solo a posti precari e scarsamente retribuiti. Per questo abbiamo bisogno di integrare questo modello, da una parte garantendo una copertura maggiore del welfare, dall’altra fornendo gli strumenti per un continuo aggiornamento delle competenze di chi sta nel mercato del lavoro

Lara Ricciatti
(Sel)
Direi che è una misura divenuta ormai improcrastinabile. Proprio nei giorni scorsi il mio partito ha depositato un progetto di disegno di legge sul reddito minimo garantito. Di questa proposta vorrei segnalare due elementi: il metodo e il merito.
Quanto al metodo, il disegno di legge che abbiamo depositato è il frutto di una proposta discussa e condivisa da 50.000 persone in diverse iniziative pubbliche e da 170 associazioni. E’ una vera e propria iniziativa popolare più che parlamentare. E questo dà grande forza all’iniziativa.
Proposte simili sono state presentate dal M5S e da alcuni parlamentari del PD: almeno in teoria, un certa condivisione del tema esiste già.
Quanto al merito, la proposta di legge è mutuata dai modelli più efficienti in Europa e secondo le indicazioni del Parlamento europeo. In breve, si prevede un “sostegno ai soggetti disoccupati, precariamente occupati o in cerca di prima occupazione pari a 600 euro mensili e integrazioni in beni e servizi a carico delle Regioni. Il beneficiario del reddito minimo garantito è tenuto ad accettare eventuali proposte di impiego, purché le stesse siano effettivamente compatibili con la carriera lavorativa pregressa del soggetto e con le competenze, formali o informali, in suo possesso”.
Questo dovrebbe consentire di dare un sostentamento minimo e di tutelare la dignità dei lavoratori che potranno dire no ai ricatti.
La proposta non si limita a questa misura, ma punta a ridisegnare il welfare del nostro Paese verso una maggiore coerenza con la nuova misura di garanzia dei minimi vitali.
Sono previste anche delle deleghe al Governo per la fissazione di un salario minimo orario e per il riordino degli ammortizzatori sociali e della spesa assistenziale in genere.

Emanuele Prataviera (Lega Nord)
È sicuramente necessaria una forma di sussidio per attraversare il difficile periodo che stiamo vivendo, ma dal mio punto di vista il reddito di cittadinanza è la via più breve e non la migliore.
Il mio ideale di Stato è uno Stato che libera le energie e fa in modo che il cittadino si autorealizzi. Non credo quindi in un rimedio di sussidio. Questo perché da noi i cittadini spesso e volentieri non si comportano in maniera onesta. Molti e molti cassaintegrati dalle mie parti lavorano in nero e guadagnano più di prima.
Il rimedio? Sono dell’idea che lo Stato debba ridurre la pressione fiscale sul lavoro, in particolare per i giovani e per i disoccupati over 50 che vedono chiudersi le porte dell’occupazione, magari agendo con strumenti legislativi simili al decreto di imposta per per il quale il datore di lavoro, anziché pagare tasse allo Stato, destini pari somma al lavoro.

Non abbiamo ricevuto le risposte dell’Onorevole Giulia Sarti (M5S) sull’argomento, ma saremo felici di integrarle non appena le perveniremo.

Come vivono la politica i giovani in parlamento? Quali decisioni prendono, come interagiscono con i “veterani” della Camera? Sono davvero in grado di portare idee nuove e fresche in uno dei Parlamenti più vecchi d’Europa? Con questa rubrica cercheremo di dare una risposta e queste domande, ponendo questioni su temi caldi e attuali a giovani esponenti delle forze politiche che ci governano.
Una risposta per volta. Una domanda per tutto.


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