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Giovanni brusca racconta i rapporti tra mafia e berlusconi. lo stalliere del premier , il boss mangano , era una garanzia

Creato il 23 maggio 2011 da Madyur

Giovanni Brusca racconta gli affari tra la Mafia e Berlusconi. Negli anni Ottanta Berlusconi avrebbe investito parte dei suoi capitali nelle attività dell’imprenditore Silvio Berlusconi. Ma lui doveva pagare il pizzo per le antenne televisive in Sicilia.

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Brusca noto per aver azionato il telecomando che innescò l’esplosivo per uccidere Falcone e per aver sequestrato e sciolto nell’acido Antonino Di Matteo, figlio di un pentito, ha rivelato particolari loschi tra rapporti Mafia e Berlusconi.

Brusca ha parlato due ora spiegando come Cosa Nostra cerò invano di avvicinare l’allora presidente del Consiglio Bettino Craxi , attraverso l’intermediazione di Berlusconi e Dell’Utri. Inoltre Brusca ha sparato a zero contro il ministro degli interni Mancino che sarebbe stato il terminale finale tra la trattativa Stato e mafia.

Ha svelato , per la prima volta, che dopo l’arresto di Totò Riina , avvenuto nel gennaio del 1993 , il cognato del boss , Leoluca Bagarella aveva progettato di uccidere Mancino “Bagarella si lamentava di essere stato preso in giro da Mancino e disse gliela faccio vedere io , con l’intento di ucciderlo”.

Tornando a Berlusconi , Brusca ha rivelato che “Dopo l’omicidio dell’eurodeputato Salvo Lima incontrai Riina che mi disse che si erano fatti sotto alcuni politici. Ciancimino e Dell’Utri , che gli avevano portato la Lega e un soggetto politico che stava per nascere. Io lo interpretai come una richiesta di autorizzazione da parte loro per l’avvio di questa attività politica”.

I rapporti con Berlusconi, secondo Brusca , sarebbero perdurato anche dopo le stragi del ‘92 , che non possono essere attribuite a Berlusconi. “Berlusconi può essere accusato di tante altre cose , ma per quelle stragi non c’entra niente, non facciamolo diventare un martire”.

Nel ‘93 ci fu un nuovo tentativo di avvicinare Berlusconi e di spingerlo a trattare dato che, secondo lui , si riteneva scontato che sarebbe diventato presidente del Consiglio . Il boss Mangano , che fu stalliere ad Arcore, dove aver preso contatti con Dell’Utri disse che era contento “Vediamo quello che si può fare”. A Berlusconi sarebbe stato chiesto un migliore trattamento carcerario per i mafiosi. Ma poi s’interruppe perché Mangano è stato arrestato nel ‘94 .

Brusca ha spiegato “Lui non ha mai fatto lo stalliere bensì era una garanzia verso le altre organizzazioni che potevano portare problemi”. Berlusconi e Confalonieri decisero il licenziamento di Mangano dopo un articolo sull’Espresso. “Mangano – ha aggiunto – ci spiegò che si era licenziato dall’impiego ad Arcore per non creare problemi a Berlusconi , ma che tutto era stato concordato anche con Confalonieri e che aveva ancora con loro buoni rapporti”.


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