I Governatori del Nord Italia pronti a dar battaglia per non farsi scippare i 4 miliardi delle concessioni idroelettriche
“La produzione di energia idroelettrica, vale circa 4 miliardi di euro all’anno di ricavi e avviene principalmente nelle regioni alpine che rappresentiamo e non possiamo accettare la logica governativa di introdurre l’offerta economica a favore dello Stato quale criterio prioritario per l’assegnazione delle concessioni”.
Così si sono espressi Luca Zaia , presidente del Veneto, Roberto Formigoni presidente della Lombardia e Roberto Cota del Piemonte contro l’articolo 37 del decreto Sviluppo che introduce nuove procedure per la rassegnazione delle grandi concessioni idroelettriche scadute o vicine alla scadenza.
E dalle pagine della Padania fanno sapere che: “il Governo non solo fa acqua vuole pure fregarcela”.
Così facendo, puntualizzano, “lo Stato farà cassa a danno delle nostre comunità che, ancora una volta, si vedranno costrette ad accettare la presenza di impianti invasivi e a subire lo sfruttamento delle risorsa idrica senza vedersi riconoscere adeguate misure di compensazione”.
In prima linea, oltre ai tre governatori, Massimo Sertori, presidente della Provincia di Sondrio che, da sola produce il 13% dell’idroelettrico nazionale e il 50% di quello regionale.
“Per difendere le nostre risorse naturali”, ha dichiarato l’esponente del Carroccio, “ho voluto incontrare sindaci, sindacati, parti sociali del territorio per condividere le proposte che presenteremo a Roma trovando l’unanimità di tutti a prescindere dal loro schieramento”.
“Non possiamo sbagliare”, hanno fatto sapere Lombardia, Veneto e Piemonte pronti a scendere verso Roma, agguerriti più che mai ma pronti al dialogo. Del resto, oltre al giro d’affari per nulla trascurabile, in gioco ci sono l’assegnazione delle autorizzazioni: una volta destinate non tornerebbero più nelle casse delle Regioni per decenni”.
“Ma quale scippo! E’ una protesta strumentale e basta!”. Questa la risposta di Angelo Costanzo, consigliere regionale del Pd, dalle pagine del suo blog. ”Come fanno a parlare di scippo di una cosa che non c’è mai stata? Gli unici a dire che ‘i soldi delle nostre dighe sono della nostra gente’ erano i manifesti imbevuti di populismo leghista“.
“Nel mercato dell’energia”, prosegue Costanzo, “che non ha confini padani, l’assegnazione delle concessioni idroelettriche attraverso bandi di gara ad evidenza pubblica sono una regola elementare di trasparenza in un mercato europeo. L’unico scandalo sono le proroghe delle concessioni per un piatto di lenticchie rispetto agli ingenti guadagni delle aziende idroelettriche”. Infine, Costanzo si chiede: “In campo ci sono gli interessi dei cittadini o il mantenimento dei poteri forti che sino ad oggi hanno gestito le centrali idroelettriche o di chi detiene gran parte del capitale azionario? Se dobbiamo fare una battaglia vera apriamo al mercato e proviamo a costruire dei bandi di gara che non siano lesivi della concorrenza, ma che tengano in considerazione i territori e la pervasività degli impianti“.