Per la prima volta il post che vi propino sarà veramente lungo, già… perché dopo un anno di assenza, non saprei proprio essere abbastanza concisa. E mancherà anche la ricetta, perché ho un ingrediente unico e speciale di cui parlare: Giulia.
Giulia è la mia bambina, ha quasi 6 mesi ed è la cosa più buffa che io abbia mai conosciuto. Si è sempre fatta capire benissimo, fin dal primo giorno: mal di pancia = scureggine, sonno = sbadiglio, fame = verso del maiale. Infatti sono 6 mesi che mi chiedo: ma me l’hanno inviata apposta così, sapendo quanto fossi imbranata con i bambini? Non che sia la bambina perfetta, rompe le scatole in modo sublime a volte, ma anche in quel caso è chiarissimo quello che vuole. Insomma, io immaginavo me stessa di fronte ad un neonato indifeso e urlante, paonazzo per la disperazione, invece mi sono trovata davanti una faccia vagamente seccata e molto esigente che chiedeva senza possibilità di errore: ‘Dammi subito quella tetta e non guardare l’orologio, tanto la voglio lo stesso!’. Ciò purtroppo non mi ha difesa dall’avere milioni di dubbi, ne ho avuti e ne ho tanti da non dormirci la notte ogni tanto, ma si tratta di questioni che alimento da me generalmente, senza il suo contributo: avrà mangiato abbastanza? (mentre lei russa a panza all’aria grassa e beata), avrà freddo? (mentre ha l’ascella pezzata peggio di un lottatore di sumo)…. Ma nella mia incredibile fortuna, anche per i dubbi creativamente creati dal mio cervello, ho sempre avuto almeno 12 risposte, altrettanto creative, nel giro di 7 secondi netti. Già, perché poco prima che arrivasse la baby, era nato un gruppo su wup con le ragazze del corso pre-parto che da subito ha funzionato tipo ‘servizio h. 24, 7 giorni su 7’ (e credetemi, questa è stata la cosa migliore che potesse capitarmi. Da ogni punto di vista, umano sopratutto e pratico):
‘Ragazze buongiorno a tutte! Sono preoccupata perché Giulia ha rigurgitato dal naso… ma sarà normale!?!?’
1: Si, era capitato a Luca e avevo già chiesto al giga-primario di pediatra del Melloni: normalissimo. Vai tra.2: Ah si, capitato anche a Paola, sembrava l’esorcista, ma è sopravvissuta, quindi stai serena.
3: Ah cavolo, ma davvero? Quindi potrebbe capitare anche a Sergio? Ommamma… e cosa hai fatto? Poi gli hai sturato il naso con la fisiologica? Ommamma, omamma!
4: Guarda, non saprei ma ad Antonia è uscita una caccola dal naso ieri, sarà la stessa cosa?
5: Bè dai, almeno si è liberata… No?
6: Ad Alfredo non è mai successo, ma la mia bisnonna si ricorda che era capitato a mia nonna quando aveva 2 mesi….
7: Voi avete già comprato l’aspiratore di muco elettrico? Magari si può convertire in lavapavimenti per il rigurgito.
8: Ragazze, scusate se cambio argomento, ma Andrea ha cercato di pulire la pupù di Elena con la spugna dei piatti….Ma è scemo?!
…etc…
Insomma, Giulia a 3 giorni di vita aveva già una marea di cuginetti , io una marea di nuove amiche grazie alle quali i mesi di maternità sono stati incredibilmente allegri e pieni: conversazioni di gruppo a qualunque ora del giorno e di grande compagnia durante gli interminabili allattamenti notturni, temi svariati – suocere, capezzoli, marche di pannolini, contenuto dei pannolini… e a sorpresa anche sesso, amore, musica, cucina, serie tv, forma fisica e imbecillità maschile (tiè a chi già ci faceva un gruppo di mamme monotematiche, ma proprio col cavolo!!!). Puntelli ogni giorno, per passeggiare con i bimbi, fare shopping, berci qualcosa di fresco e mangiare qualcosa di calorico (allattiamo, legittimo!). Per loro merito, sono sempre riuscita a farmi forza e a levarmi di casa, anche se durante i primi 2 mesi avevo un problema logistico che avrebbe fatto passare la voglia di uscire col bebè anche a Jacques Cousteau, figuratevi a me con il male ai punti e il baby blues (che Cousteau non ha sicuramente mai avuto): la carrozzina non entrava in ascensore, quindi dovevo smontarla in due e spedirene una parte in ascensore e una portarmela a braccia con dentro Giulia, cercando di non capitombolare o restare incastrata per le scale strettissime. Una volta giù chiamavo l’ascensore e rimontavo la carrozzina, questo senza poter appoggiare da nessuna parte la navicella contenente la bimba (un paio di volte qualcuno ha chiamato l’ascensore prima che potessi farlo io, trovandoci dentro mezzo passeggino e poi me, morta, al piano terra). Arrivavo in strada che ero da buttare, accaldata e stravolta e pensando che sarebbe stato più semplice calarci entrambe dalla finestra. La mia vita è poi cambiata con l’acquisto di un passeggino ultraleggero che sembra fatto per le bambole, ma che almeno entra nel micro ascensore. Non avrei mai pensato che un passeggino fucsia avrebbe cambiato la mia vita, mentre ero certa che avrebbe potuto farlo una borsa di Hermes in pelle amaranto, a qualcosa si deve rinunciare, purtroppo.
In questo momento sono fuori dalla classe di Giulia, la sto inserendo al nido perchè ad inizio gennaio devo rientrare al lavoro. Questo tema purtroppo meriterebbe un post a parte: l’idea di riprendere la vita robotizzata Milano-Bergamo con Giulia che mi aspetta a casa, al nido o dalla nonna (magari odiandomi per essere stata abbandonata nonostante io non penserò ad altri che a lei) mi rende desolata e frustrata. Mi chiedo anche come farò a rinunciare alla libertà di muovermi qui a Milano e di decidere del mio tempo, almeno ogni tanto e seppur con baby al seguito. Probabilmente non rinuncerei mai ad avere un lavoro e la mia indipendenza economica, anche perché chi può permetterselo?!, ma ad essere sincera anche l’aspetto peggiore di un neonato è molto meno impegnativo che una vita da pendolare: sempre di cacca si tratta, ma almeno non hai alcun dubbio che ne valga la pena e poi… GIULIA SORRIDE SEMPRE, il mio capo no.
Ps. Anche se non ho parlato del papà di Giulia, c’è ed è sempre lo stesso fidanzato di prima, eh! Che essendo io sparita si poteva anche pensare che la baby fosse capitata per caso da un viaggiatore svedese. Nulla di così piccante. E se sono scomparsa per un anno, diciamolo pure, non è certo a causa della maternità. Credo mi siano mancate l’energia e la voglia (e forse il tempo di fotografare le poche cose che ho cucinato ultimamente), ma di parole ne ho scritte comunque a fiumi, forse annoiando altre persone, ma trovando un equilibro perfetto nella veste di mamma, senza togliermi i panni da ragazza. E di questo devo ringraziare anche le amiche di una vita, le mie galline, le tricheche e tutti gli altri stupendi personaggi fiabeschi che costellano da sempre la mia vita e da 6 mesi, quella di Giulia.