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Giulio cavalli -la mafia mi minaccia ,io vado avanti

Creato il 21 febbraio 2012 da Biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii


NOI CI SAREMO 
                                                                                                                                                                      Giulio Cavalli è un consigliere regionale di Sel ed è un attore. I suoi spettacoli hanno un obiettivo: la legalità. Per questo, negli anni, si è messo in contrasto con i poteri della criminalità organizzata. Che ora si vuol vendicare. "Negli ultimi tempi si sono intensificati segnali che destano una certe preoccupazione - rivela ad Affaritaliani.it - Se ho paura? Diciamo che mi metto in discussione. Ma non ho intenzione di fermarmi". Proprio per questo Cavalli sta per lanciare una serie di iniziative "per dare valore ai comitati. Sel si deve aprire in questa direzione". Il programma per un nuovo movimento? "Diciamo che la foto di Vasto può essere un punto di partenza..." Giulio Cavalli, la sua è una vita "pericolosa"...
Diciamo che negli ultimi tempi si sono intensificati segnali che destano una certa preoccupazione. Lei ha paura delle minacce di morte?
Mi capita di mettermi in discussione. Questo lo devo dire.
Ha intenzione di fermarsi?
Assolutamente no. Certo, mi lasciano molto perplesso la sfacciataggine e l'impunità con le quali avvengono questi segnali. Detto questo, io vado avanti. E ha intenzione di lanciare una nuova iniziativa...
Esatto. Il 3 marzo cominciamo una serie di iniziative che chiamiamo "Agorà". Si svolgeranno su tutto il territorio nazionale. Proponiamo delle giornate di politica fatta non per forza da politici ma proponendo le istanze di professionisti ed esperti su temi diversi che vogliamo diventino i punti fermi dell'azione politica. E quindi?
Per farla breve: il gruppo si chiama "Non mi fermo". Avremo interventi di Luigi De Magistris, Sonia Alfano, Chiara Cremonesi, di Iole Garuti, di Diego Parassole. Il nostro pensiero è questo: in questi 18 mesi di consigliatura regionale le persone politicamente più lucide nel riconoscere i bisogni, più oneste a livello intellettuale, sono stati sempre i comitati. La grande lezione di attivismo e cittadinanza l'ho ricevuta quasi sempre dai comitati in audizione nelle commissioni. Visto che credo che la politica non debba creare dei bisogni ma debba saper sintetizzare le soluzioni, in Agorà si studieranno i problemi e a fine giornata tutti i temi che vengono affrontati vengono declinati in mozioni, ordini del giorno. Insomma, atti concreti che si propaghino in modo virulento nelle varie amministrazioni. Giulio Cavalli Andreotti Pare il programma di un partito politico, di un movimento...
Diciamo che è il programma della buona politica. Io conosco e ho vicino molta gente, che al di là della tessera di questo o quel partito ha bisogno di vedere la "politica del fare", se non fosse che il berlusconismo ci ha rubato anche questa frase. C'è anche un comico, nel panel, che è Diego Parassole.
Esatto. Ha avuto un ruolo politico fondamentale nella vicenda dell'acqua pubblica. Se i politici la smettessero di pensare di essere i detentori unici dell'attività politica e invece capissero che il vero bene comune è quello di stare insieme e lavorare insieme, forse tutto sarebbe un po' più facile. Il Pd in questa operazione come si pone?
Le due cose non sono collegate. C'è un futuro di Sel nell'ottica di un'apertura sempre più forte e più fattiva. Se decidiamo di prendere una posizione chiara e di raccogliere le esperienze dei comitati è chiaro che vedremo alleanze che si addensano attorno a concetti nuovi. La foto di Vasto non è l'unico modello, in pratica.
Può essere un punto di partenza perché c'è un sentire comune su alcune questioni. Poi, su quanto questo sentire comune sia di facciata o possa essere effettivamente declinato ce lo deve dire la politica. Su Affaritaliani.it si è scatenato, qualche giorno fa, un dibattito molto serio tra D'Alfonso, Carmela Rozza e altri, sul tema "O arancioni o morti". Lei come la vede?
Io credo che questa discussione sul confezionamento e sul patrocinio cromatico sia una cosa che non interessa a nessuno. Io credo che l'unità si costituisce sulle persone e sui programmi. Esiste un arancione? Boh. Non lo so. Gli arancioni sono quelli che si sono mobilitati per queste amministrazioni. Bisognerebbe sentire loro per capire come la pensa, non cercare invece di interpretarli.

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