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Giuseppe Alletto: Dià lògoi

Da Narcyso

Dià lògoi, poesie di AA.VV. su disegni di Giuseppe Alletto, Prefazione di Tommaso Romano, CFR 2014
Il libro contiene, oltre ai disegni di Giuseppe Alletto, testi di Elio Giunta, Tommaso Romano, Piero Longo, Maria Patrizia Allotta, Anna Maria Bonfiglio, Marco Scalabrino, Lina Maria Ugolini, Saragei Antonini, Francesca Luzzio, Giovanni Dino, Biagio Accardo, Franca Alaimo, Giampaolo De Pietro, Maria Antonietta La Barbera, Daniela Musumeci, Gianmario Lucini, Sebastiano Aglieco, Giuseppe La Delfa, Nicola Romano, Rossella Cerniglia, Emanuele Insinna, Ester Monachino.
Più che soffermarmi sulla qualità dei testi, mi piace, piuttosto, segnalare lo straordinario lavoro iperrealistico della matita di Alletto. Basta dare un'occhiata al suo sito.
QUI

Ogni poeta ha scelto due di questi disegni e una poesia che, in qualche modo, entrasse in sintonia con uno di questi ritratti che emergono dai buio.

Giuseppe Alletto: Dià lògoi
dalla PREFAZIONE di Tommaso Romano

Perché questa antologia di segni e parole sui segni?
Perché un raffinato ed esclusivo ediautore come Gianmario Lucini raduna intorno a Giuseppe Alletto - artista geniale tanto giovane quanto straordinario come pochi se ne sono visti negli ultimi decenni, autore di centellinate opere totali, dove grafite e tecniche miste compiono il miracolo dell'oltrità e della visibile perfezione cercata negli sguardi, nei solchi profondi che scavano anime e non solo corpi, pittore dotato di vera passione, perizia e rara pazienza - poeti e scrittori che con la loro presenza creativa non hanno assolto ad una qualunque committenza da adempiere per aggiungere un titolo o uno stemma alla loro bibliografia, bensì hanno testimoniato emozione e stupore. (...) In Alletto e nella Compagnia dei Poeti segno è parola, e parola segni che si incontrano in quel cielo ignoto ai profani, agli ignavi che non conoscono né ombra né luce.

*

Una poesia

Un corvo segna d'una traccia lieve
un cielo bianco di neve e va lontano
da questo biancore di maschere
da questo livore invernale trafitto
dal greve sonno dell'essere;
lontano, lontano, in un punto di luce
nera nel bianco

perché l'orizzonte trafitto dall'assenza
è un orizzonte rovesciato
e langue e più non osa
sperare primavere

(Gianmario Lucini)

*

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