Giuseppe colangelo: da matricola a prorettore
Creato il 24 ottobre 2012 da Bagaidecomm
@BagaideComm
Molto spesso, quando noi studenti universitari siamo completamenti immersi nello studio di libri e manuali, ci dimentichiamo che, anche coloro che si trovano “dall’altra parte della barricata” sono stati “nostri simili”. Se poi, il personaggio in questione è il Prorettore Vicario dell’Università degli Studi dell’Insubria, accorgersi che tra chi sta ai vertici e chi alla base dell’università la distanza non è poi così enorme, è sempre gradevole. “Ricordo con piacere la mia esperienza universitaria”- esordisce Giuseppe Colangelo- “anche perché è legata ad un periodo della propria vita in cui uno è giovane e, in un certo senso, spensierato. Può inoltre dedicare del tempo all’approfondimento culturale e al divertimento. Ha però la responsabilità di studiare, dato che c'è qualcuno che investe su di lui: la propria famiglia.” Uno studente però, oltre ad avere grosse responsabilità nei confronti della propria famiglia, deve anche sapersi mettere a disposizione dei suoi colleghi. E uno dei modi migliori per fare ciò, se non addirittura il migliore, è l’associazionismo studentesco che, a detta della più alta carica istituzionale della sede comasca, “ha un ruolo assolutamente positivo sia nel proporre agli studenti attività culturali che l’ università non è in grado di offrire, sia nello sviluppare maggiormente l’amicizia tra gli stessi.” Questo secondo aspetto risulta di notevole importanza, considerato che “lo studente che viene in università per seguire le lezioni e poi torna a casa per studiare da solo non vive tutte le potenzialità che l’università gli può dare.” Ma ovviamente non ci sono solo obblighi attinenti all’ambito scolastico, tanto è vero che “qualche volta è simpatico, utile e gradevole divertirsi insieme.” Guardando al futuro, le notizie che ci giungono in materia di istruzione ed università sono tutt’altro che confortanti. Oltre ai continui tagli che i vari governi stanno operando in quello che, a mio modesto parere, è il settore più importante per ogni Nazione che ami definirsi civile, è di pochi giorni fa la notizia che l’Unione Europea potrebbe chiudere i rubinetti per il finanziamento al programma Erasmus. Il Professor Colangelo, che tra l’altro ha trascorso un periodo di studio all’estero, si mostra molto preoccupato: “la sua totale abolizione sarebbe un indizio di poca lungimiranza, perché si tratta di uno degli strumenti attraverso cui la popolazione europea meglio è riuscita ad integrarsi. Credo però”-aggiunge-“che l’Unione Europea si possa ancora permettere di dare borse di studio, che non sono nemmeno tanto alte, a quegli studenti che si vogliono spostare.” La speranza è che a Bruxelles la pensino esattamente così, anche perché lo scoprire nuove culture e nuovi modi di vivere (alla fine questo è il vero obiettivo) è qualcosa che si riesce a fare meglio “quando si è giovani e più aperti al cambiamento.” Al di là delle sorti del progetto Erasmus, è innegabile che la situazione economica globale non è delle migliori. Ma il Professor Colangelo (Docente di Economia Politica) si dice “moderatamente ottimista.” E’ vero, “la crisi è stata molto grave, tanto da coinvolgere anche le economie emergenti dell’Asia. Ma se il 2013 sarà molto probabilmente ancora un anno di recessione (più mite del 2012), nel 2014 dovremmo avere i primi segni di una, seppur graduale, ripresa.” Situazione economico-finanziaria che sembra non influenzare l’opinione del Prorettore in merito al tanto discusso Campus universitario. Questo perché “sono già stati fatti investimenti importanti, per diversi milioni di euro, nelle aree di Sant’Abbondio e Via Valleggio.” Quindi, anziché ripartire da zero e puntare su una nuova struttura nella zona di San Martino, è preferibile “valorizzare i due mini-campus, quello scientifico e quello umanistico, già presenti in città.” E a chi, probabilmente poco attento alle questioni del territorio, osserva che la presenza di una nuova struttura migliorerebbe i rapporti (molto freddi) tra università e realtà comasca, Colangelo risponde in maniera categorica: “il problema dei rapporti con il territorio non è legato alla logistica. Anzi, la presenza dell’università in città facilita la cooperazione con enti locali ed imprese, che hanno le loro sedi proprio in prossimità del centro cittadino.”
Tratto dalla puntata di “Obbligo di Frequenza” di lunedì 22 ottobre 2012
Carlo Battistessa
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