Tutti dovremmo aver ben chiaro in mente cosa sia una pianta: qualcosa che sta in un vaso, che ha dei rametti e delle foglie verdi.
In realtà le cose sono ben diverse: una pianta è un organismo vivente appartenente al Regno Plantae, formato da cellule eucariote
capaci di svolgere la fotosintesi e dalle cellulari ricoperte da una parete ricca di cellulosa; inoltre usano il famoso amido come sostanza per conservare l’energia all’interno delle cellule. Per semplificare, possiamo dire che una pianta presenta sempre radici, fusto e foglie.
Effettivamente le cose non stanno proprio così.
Infatti questo Echinocactus è privo di foglie! Vero?Sbagliato: le foglie si sono svolute in spine e il fusto è fotosintetico, quindi l’assioma radici-fusto-foglie è rispettato! Perchè si è evoluta in un modo così strano? Perchè quella è la forma più adatta a contenere il più possibile la perdita di acqua, dato che il suo ambiente di origine è arido.
Passiamo a qualcosa di più inusuale:
Dite la verità: sembra afflosciato perché nessuno lo ha innaffiato, vero? Invece questo faggio pendulo è fatto proprio così, inoltre le foglie non sono verdi come ci si aspetterebbe, ma di un singolare colore rosso. Questa specie, la Rafflesia arnoldii, detiene il record per il fiore più grande del mondo. Dato che affida l’impollinazione alle mosche, ha un odore e un aspetto che richiamano la carne in decomposizione. Quell’enorme fiore è l’unica cosa che questa specie ha in comune con gli altri vegetali: è un parassita di altre piante ed è quindi priva di foglie e di fusto, mentre ha delle radici modificate per parassitare le radici altrui.
Visto che siamo in tema di giganti:
Anche questa ha un odore a dir poco sgradevole.
Passiamo a qualcosa che sembra uscito da un film dell’orrore:
E questa?
Per non parlare di queste:
Le famigerate piante carnivore!
E’ il momento di sfatiamo un mito: le piante carnivore non sono enormi mostri vegetali che aspettano nascosti il miglior momento per divorare gli ignari passanti. Sono semplicemente degli organismi vegetali che, crescendo su suoli particolarmente poveri (rocce, torbiere, paludi…), hanno sviluppato un metodo ingegnoso per procurarsi i vari composti dell’azoto, essenziali per la loro vita. Sono tutte a portamento erbaceo e catturano quasi esclusivamente insetti; solo la specie più grande, la Nepenthes attenboroughii (simile a quella ritratta nella terza foto), può arrivare a catturare piccoli mammiferi come dei topolini.
L’ambiente naturale è una continua fonte di stranezze e meraviglie, un motivo in più per preservarlo!