Magazine Diario personale
(se non sapete cos'è la serigrafia cliccate qui che non ho voglia di star qui a spiegarlo)
Tra un discorso e l'altro sono partiti i vecchi ricordi di due ex promesse del calcio.
Collega: Sai, a me Roberto Baggio doveva fare la panchina...
Dani: Scusa in che senso?
C: In nazionale io sarei stato attaccante titolare e Baggio panchinaro....
D: seeee..e magari ai mondiali Usa94 avresti segnato quel famoso rigore...
C: Bè...io non ho mai sbagliato un rigore...!
Avete mai sentito due ex calciatori parlare? E'praticamente un flashback dietro l'altro....storie di vita vissuta sul campo da calcio. Lui mi ha raccontato di quando ha fatto i provini per il Chievo Verona mentre io di quella volta che ho provato ed entrare nella rappresentativa del veneto under 18.
Io all'epoca avevo tipo 16 anni e il mio allenatore ha spedito me e alcune mie compagne a provare ad entrare in squadra.
Un provino è esattamente come si vede in tv: ti metti una casacca, dici qual'è il tuo ruolo e giochi insieme a gente che non hai mai visto.
Il responso è stato "Dani non ti hanno presa"...
Responso cambiato dopo una settimana "Dani ti avevano presa ma hanno confuso il tuo nome con quello di un'altra...peccato...!"
E questo forse era il primo campanello d'allarme....Dani lascia perdere che in questo sport c'hai sfiga.
Me l'aveva detto la mia profe di educazione fisica delle medie "guarda che è pericoloso il calcio..."
Pensavo lo dicesse per suo interesse, perchè ero la migliore in salto in alto e mi voleva nella squadra di atletica....ma io sono cresciuta a pane e Holly e Benji e il calcio mi scorreva nelle vene...si si, come ai brasiliani!
C: ..e che spettacolo giocare sui campi di erba perfetta, con il sole!
D: eh no, io preferivo giocare con la pioggia e il fango
Quanto mi piaceva correre sotto la pioggia, non so come spiegarlo ma da un senso di libertà assoluto. Corri e il sudore si mescola con le gocce d'acqua.
..e poi entri in scivolata, ti riempi di fango e taglietti sulle ginocchia ma non importa perchè è bellissimo così!
C: e che campi del cavolo che c'erano a volte, pieni di buche!
D: eh si, e bisognava stare attenti se no le caviglie partivano che è un piacere
C: io mi sono slogato la caviglia una volta ed è abbastanza rognoso rimetterla apposto!
Eh già, nei racconti di un ex calciatore non manca mai l'infortunio, quello che mette a dura prova il fisico e la voglia di giocare.
Quello che segna la carriera, quello che la carriera la trancia proprio sul nascere!
Avevo 17 anni e stavo facendo i primi allenamenti in serie B.
Era un vero onore per me essere passata in prima squadra, insomma la serie B a 17 anni è una gran bella soddisfazione.
A dir la verità un po' di dubbi sul rimanere in prima squadra li avevo perchè in seconda squadra avevo il posto da titolare e giocavo sempre, mentre in prima sarei partita dalla panchina e a me non interessava la serie B a me interessava giocare a calcio!
I miei dubbi hanno trovato la più disastrosa delle soluzioni, farmi male stupidamente in allenamento e rompermi il menisco e tre legamenti!
C: pensa se avessi fatto le scelte giuste magari a quest'ora sarei un allenatore
D: e se io non mi fossi fatta male magari giocherei ancora...e chissà a che livelli sarei arirvata e se...
e poi cade la penna, mi abbasso a prenderla e sento il ginocchio che cigola, quasi a volermi riportare con i piedi per terra....
Ma sapete cosa vi dico?
Che rifarei tutto da capo, infortunio compreso se necessario, perchè quelli sono stati gli anni più belli della mia vita, perchè mi bastava correre dietro a una palla per sentirmi bene.
Mi piaceva da morire essere seduta sulla panchina dello spogliatoio a sistemarmi i calzettoni, allacciare per bene le scarpe e sentire l'adrenalina che sale su per la schiena!
Infilare la maglia, il mio numero 2 che mi è rimasto nel cuore, dentro ai pantaloncini.
Rispondere all'appello dell'arbitro, ascoltare le ultime indicazioni dell'allenatore ma essere già con la testa in campo.
La corsetta insieme alla squadra e il saluto ai genitori, si perchè loro erano i nostri unici tifosi....
...e poi il fischio d'inizio e l'attacante che viene verso di me.....concentrata, è mio e da qui non passa!
...ed era mio e da li non passava di certo perchè bisogna dirlo, me la cavavo abbastanza bene!
Arrivare a casa stanca morta, piena di lividi e tagli e raccontare alla mamma (di solito veniva a vedermi solo il papà) ogni singolo dettaglio della partita.
Perdavamo quasi sempre ma non mi importava, perchè io ero felicissima così!
D: se, se e se....magari si, potevamo essere grandi calciatori e invece siamo qui a stampare con un colore che puzza da morire!
C: eh già!...
...so benissimo che il titolo non è che sia proprio azzeccato...però mi è venuto così e così ve lo beccate :)
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