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“Gli anni delle meraviglie”, Vittorio Sgarbi

Creato il 17 novembre 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

MILANO – Un libro scolastico, ma non per essere interrogati. Un libro che non fa polemica, ma illustra, indica. Il secondo pannello del “grande polittico” di Vittorio Sgarbi, Gli anni delle meraviglie. Il Tesoro d’Italia 2. Da Piero della Francesca a Pontormo (Bompiani, pagg. 480, prezzo 22 euro), è un percorso ricco di immagini, spunti e riflessioni.

Nella sala Viscontea del Castello Sforzesco il critico ferrarese presenta il suo ultimo lavoro introdotto da Vincenzo Trione – critico d’arte, docente e vice preside della Facoltà di Arti, turismo e mercati all’Università IULM di Milano, recentemente scelto dal Ministero dei Beni culturali come curatore del Padiglione Italia alla 56esima edizione della Biennale d’Arte di Venezia – che inquadra il “metodo Sgarbi” e definisce l’autore come l’ultimo dei grandi narratori della storia dell’arte.

Gli anni delle meraviglie. Il Tesoro d’Italia 2 è un viaggio lineare fra i maestri dell’arte del Rinascimento, che tende ad avere dei cortocircuiti, e allora Piero della Francesca dialoga con Mondrian, l’opera di Pontormo con la Jeanne d’Arc di Dreyer: è una storia dell’arte che non si risolve in mera filologia, ma che guarda alla grandezza del passato con un occhio sempre contemporaneo. Non ci sono soltanto i grandi nomi, ma anche quegli artisti ingiustamente definiti “minori”, da Marco Zoppo a Niccolò dell’Arca, da Bartolomeo della Gatta a Giovanni Boccati.
Durante la presentazione, inserita nell’ambito degli eventi Bookcity Milano, Vittorio Sgarbi si è espresso con decisione su questioni delicate e attuali come la valorizzazione dei beni artistici e paesaggistici. L’evento si è concluso con le letture di Sabrina Colle, che ha dato voce ad alcuni passi tratti da Il Tesoro d’Italia 2.

L’arte nuova e l’arte grande è quella che ci dà una nuova visione del mondo, ha affermato Sgarbi. Nel suo ultimo libro molto si vede e qualcosa si ascolta e ciò che si vede è quel mutismo loquace che caratterizza l’arte antica, perché compito dello storico dell’arte non è descrivere il visibile, ma indagare l’invisibile.

di Vincenzo Di Rosa

Tags:bookcity,gli anni delle meraviglie,il Tesoro d'italia,milano,VIttorio Sgarbi

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