Salvo alcuni caseggiati la Pompei asiatica dorme ancora sotto terra. In superficie, invece , il territorio è ormai assediato da sgraziate costruzioni moderne , futuro ostacolo per futuri scavi. Altrove, per le via delle buche lasciate dai tombaroli locali, l’antica Bazira indio-greca sembra un campo di battaglia.
Il mensile Archaeology ha inserito Bazira tra i dieci siti più a rischio della Terra. A casua anche dei kamikaze che si fanno esplodere. Da qualche anno però altre minacce guatano questi scavi. “Nel 2001, pochi giorni dopo la distruzione dei Buddha afgani di Bamiyan , arrivarono i Talebani i quali , dopo aver legato i due guardiani , distrussero a picconate gli stucchi di un grande tempio brahmanico del VII secolo appena riportato alla luce : per evitare altri vandalismi fummo costretti a seppellirlo nuovamente” racconta l’archeologo Olivieri , responsabile della più antica e longeva missione italiana di scavi in Asia , quella inaugurata negli Anni Cinquanta dal grande orientalista Tucci.
Nell’ex principato dello Swat, divenuto pakistano nel 1969, Oliveri scava nel 1997. Prima di essere scacciati dal Pakistan, i Talebani fondarono qui l’ultimo emirato. Su Olivieri fu posta anche una taglia di diecimila dollari. “Fu nel 2004 che mi accorsi del cambiamento , quando nei paesini della valle incontrai per la prima volta facce diverse , insolite, ascetiche. Facce di africani , tagiki, uzbeki , arabi, afghani. Erano tutti uomini dall’aria molto devota e tutti con barbe molto curate”.
Con la guerra di Afghanistan, lo Swat era diventato l’ultimo avamposto per i Talebani e qaedisti. “Alcuni dopo aver sposato ragazze molo povere di queste montagne , importarono tecniche di guerriglia , dai kamikaze alle cariche di esplosivo sul ciglio della strada” dice ancora Olivieri. Nel 2007 , dopo vari proclami, cominciò nello Swat una stagione di attentati cruenti. Intanto i Talebani arruolavano i ragazzi per mandarli a morire imbottiti di tritolo , comprandoli alle famiglie per poche migliaia di rupie. L’anno successivo i qaedisti cominciarono a ricoprire ruoli amministrativi.
All’inizio del 2009 il governo di Islamabad decide di concedere lo sharia e , tra giugno e luglio, i Talebani conquistano la valle. Il capoluogo diventa la capitale del loro micro-emirato. In pochi mesi i danni ambientali , politici e sociali sono enormi , mentre i fedeli a oltranza cominciarono a fustigare , strangolare, lapidare.
L’esercito decise di intervenire. Ad agosto tutto è finito. Si stimano 8000 Talebani morti. Qui i militari instaurano una sede permanente.
Si chiama Udegram l’altra aerea di scavi italiani e si trova nell’incavo di una montagna dove tutto l’anno scorre limpida acqua di fonte. La scoperta più importante risale al 1985. Fu trovata una lastra di marmo che parlava della costruzione di una moschea dell’IX secolo. La moschea fu trovata e poi riesumata, anche con la vasca per le abluzioni e la nicchia del mihrab , che indica la direzione della Mecca. E’ la terza moschea più antica del Paese , e per uno Stato musulmano come il Pakistan riveste un valore enorme.
Un attentato compiuto a Mingora danneggiò pesantemente il Museo dello Swat , la cui apertura fu promossa nel 1963 dallo stesso Tucci per ospitavi le splendide sculture proveniente dai suoi scavi.
Il problema della missione è il budget sempre a pelo. Grazie ora ad un accordo tra Roma e Islamabad il progetto di Olivieri riceverà una fetta della riconversione del debito pakistano: due milioni di euro. Serviranno per formare restauratori , personale, e ristrutturare il museo dello Swat. Serviranno anche a proseguire la missione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente.