“Uno, due, tle, patto, pimpe, tei, tette, otto, ove, ieci!”
Se anche voi avete affrontato un piccolo bisticcio, perché la bambola non si può lavare se è di “foffa”. Se anche a voi un giorno si è presentata la richiesta di andare a vedere “mamma tatta” e non siete riusciti subito a capire dove andare. Se rimate un attimo senza parole all’invito “Mamma, tori tori!” Se la sera dalla nonna la bimba ha pianto perché vi eravate dimenticati il suo “om”- niente di indiano però, anche se la nonna il dubbio ce l’ha ancora! Ma, soprattutto, se siete ancora lì a girare per casa alla ricerca dei “ciriommi”, forse può tornare utile anche a voi una brevissima guida sugli errori fonetici più frequenti nei bambini e nelle bambine. Ma non vi garantisco che risolverà tutte tutte le parole misteriose…
Fino allo stadio delle 50 parole (18 mesi circa, in media) i bambini si limitano spesso ai suoni che riescono a pronunciare meglio, ma, allargando a poco a poco il vocabolario, inevitabilmente devono lanciarsi in sperimentazioni e… approssimazioni. La loro voglia di comunicare e le tante parole che conoscono sono una forte motivazione e poco importa se la pronuncia non è perfetta… in questa fase possono anche esserci delle regressioni rispetto alle fasi precedenti ed è possibile che fino ai 4 anni, ma a volte anche fino a 6 anni, i bambini non siano pienamente padroni dei suoni della loro lingua madre.
Quali sono allora gli errori più tipici che possiamo aspettarci?
Se vieni prima, ti raddoppio! Ovvero Ripetizione delle sillabe inziali:
Noi diciamo mamma, papà, tata… i bambini possono fare lo stesso producendo nuove parole su questo modello, che è poi quello tipico della lallazione.
Se non hai l’accento non ti voglio! Ovvero Cancellazione delle sillabe che non hanno accento:
Con questa legge abbiamo capito che… il latte è più buono nel (biber)òn!
Una consonante basta e avanza! Ovvero Riduzione dei gruppi di consonanti
Se chiedono un “libo e un docce per andale in teno”, basta inserire qua e là le consonanti che hanno giocato a nascondino “lib(r)o e un do(l)ce per andare in t(r)eno”
Non tutte le consonanti mi stanno simpatiche! Ovvero come ti sostituiscono le consonanti:
Molti suoni fricativi e affricati (s, f, v, z, c, g) vengono pronunciati come occlusive: “All’atilo oggi elo tola (<all’asilo oggi ero sola)!”
Molti suoni articolati sul fondo del palato vengono spesso articolati più avanti (ch, gh> t, d): “Mamma, dov’è andato il tatto (<gatto)? Mamma, tori (<corri) con me? “
(Per una panoramica sui fonemi dell’italiano, vedi qui)
Ogni genitore, in breve tempo, impara automaticamente le corrispondenze più frequenti dei propri figli, immagino che la sfida sia più ardua per le tate dei nidi! L’osservazione di questi fenomeni è però molto importante, soprattutto, appunto, nelle strutture educative.
I disturbi fonologici nell’età prescolare sono molto diffusi e per lo più si risolvono da soli nel corso dello sviluppo. Se, invece, alle difficoltà di pronuncia si affiancano altre difficoltà, ad esempio con la morfologia o la sintassi, può essere importante un intervento specialistico, in grado, oltretutto, di valutare alcuni particolari ritardi linguistici già intorno ai 30 mesi di età sulla base di una precisa analisi degli errori di pronuncia.
Come sempre, il suggerimento è quello di non correggere esplicitamente gli errori, dicendo “non si dice così!”, ma di fornire l’esempio corretto riformulando la parola nella propria risposta, ad esempio: “Mi dispiace, mi sono dimenticata il biberon!”
Se avete altre forme dei numeri o delle parole in genere, aggiungetele al nostro vocabolario dei piccoli! E se avete suggerimenti su cosa possa nascondersi dietro il nome dei “ciriommi”… ci aiuterete un bel po’!!!
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