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Gli Hornets pensano in grande

Creato il 01 settembre 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

Dopo una stagione disastrosa, terminata con un bilancio finale di 21 vittorie e 45 sconfitte (la squadra otteneva la W praticamente un match su cinque), i New Orleans Hornets si preparano per la prossima stagione con un roster rinato e potenziato grazie alle scelte al draft, che tratteremo in seguito, ed all’arrivo di Ryan Anderson, ottenuto a prezzo (solo) del modesto Gustavo Ayón, oltre anche alle minore aggiunte di Lopez e Warrick. L’unica nota negativa può essere forse considerata la cessione del nostro Belinelli, che avrebbe potuto far comodo partendo dalla panchina.

La scorsa stagione, aldilà di tutto, la squadra non ha forse espresso al meglio le proprie possibilità in quanto Eric Gordon, giunto a NOLA nell’ambito della controversa trade che ha portato Paul ai Clippers, è stato costretto ai box gran parte della stagione per un infortunio al ginocchio destro; la guardia degli Hornets, che avrebbe dovuto coprire il buco lasciato da CP3 risultando il leader della squadra, ha chiuso la regular season con sole 8 partite disputate, nelle quali ha comunque tenuto una media di quasi 21 punti a partita.

In quel di New Orleans dovevano essere comunque consapevoli che nell’era post-Paul almeno una stagione di transizione era inevitabile, ma non è mai facile passare dai Playoffs alla mediocrità in meno di un anno, e non a caso la New Orleans Arena la scorsa stagione appariva (quasi) sempre con ampi vuoti nelle tribune. Con un po’ di fortuna alla lotteria, e sfruttando le scelte ottenute da terze parti, gli Hornets si sono potenziati moltissimo nello scorso draft ottenendo, come ben saprete, Anthony Davis ed Austin Rivers, arricchendosi così di potenziale futuro in una squadra già molto promettente con i giovani Anderson, Aminu, e lo stesso Gordon.

Con gli innesti dei due rookie, che Monty Williams schiererà quasi sicuramente fin da subito in quintetto (su Davis i dubbi sono pochi, a Rivers potrebbe invece essere preferito Vásquez) gli Hornets non sono affatto tagliati fuori dalla lotta per la postseason, e potranno lottare per conquistare gli ultimi posti a disposizione con i vari Nuggets, Timberlwoves e Rockets, (partendo comunque un po’ svantaggiati) anche se è ancora presto per trarre conclusioni del genere visto soprattutto il mercato ancora apertissimo.

Il draft non è mai una scienza esatta, ma pochi anni come il corrente la prima scelta assoluta era tanto scontata; in una Lega nella quale i centri di qualità scarseggiano, Davis si impone già tra i migliori 10 centri NBA, tanto da meritarsi la convocazione in Nazionale alle spalle soltanto di Chandler (ricordando comunque l’infortunio di Howard). Non è il caso di sbilanciarci, (vi ricordate le prime scelte Greg Oden e Kwame Brown, centri destinati a diventare superstar e poi, per motivi vari, autentici flop?) ma Davis dispone già del bagaglio tecnico per lottare sotto canestro in campionato, e gode di ampi margini di crescita futuri, oltre ad un ottimo atletismo per la sua stazza, anche se deve ancora migliorarsi nei movimenti dal post e deve irrobustire il fisico.

Sull’ex freshman e su Austin Rivers, un altro ottimo prospetto, NOLA punterà forte nelle prossime stagioni, aspettando la maturazione dei due giocatori così da costruire un roster di buon livello. Il punto debole degli Hornets può essere considerato senz’altro la panchina poco folta, ma dato il grande spazio salariale a disposizione è possibile che la società opti per muoversi sul mercato, magari firmando qualche free agent allettante. I tifosi possono ricominciare a sognare i Playoffs.


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