Nell’ultima annata da “Bobcats”, i ragazzi di coach Steve Clifford hanno smosso il torpore che aleggiava su Charlotte già da qualche stagione a questa parte e che aveva portato a risultati francamente imbarazzanti. Tornati ai playoff grazie al primo record positivo (43-39) dal 2009/10, i Bobcats, complici anche i problemi fisici patiti da Al Jefferson nel corso della serie, hanno subito un secco sweep dai poi vice-campioni NBA. Proprio Jefferson era stato il trascinatore assoluto durante la regular season, portando alla causa 21.8 punti e 10.8 rimbalzi a partita, aiutato splendidamente da un Kemba Walker da 17.7 punti e 6.1 assist di media e dalla sorpresa Gerald Henderson, che ne ha messi 14 ad ogni uscita sul parquet. Poi, dopo la decima sconfitta consecutiva in una gara di post-season, che ha chiuso il 4-0 Miami, ecco il ritorno alla storica nomea di Hornets, com’era stato dal 1988 al 2002.
Le prime mosse in vista della prossima stagione sono state ottime: dal Draft sono arrivati Noah Vonleh, power forward da Indiana adattabile anche al ruolo di centro, P.J. Hairston, shooting guard da Texas Legends, e Semaj Christon, guardia da Xavier. Vonleh è il vero colpo grosso. L’ala sostituirà al meglio Josh McRoberts, trasferitosi da pochissimo agli Heat, e aiuterà Cody Zeller a migliorare una comunque buona stagione da rookie, oltre a portare ottime doti difensive e di protezione del canestro. Dovrà migliorare al tiro, ma già da quest’anno potrà essere un fattore. Con la numero 24, gli Hornets scelgono Shabazz Napier, fresco vincitore da miglior giocatore dell’ultima Final Four NCAA. E’ uno dei migliori prospetti rimasti nel lotto e James twitta tutto il suo apprezzamento per lui, con una nota di delusione per averlo visto partire verso Charlotte.
My favorite player in the draft! #Napier
— LeBron James (@KingJames) 27 Giugno 2014
Quest’ultima riceve, però, subito un’offerta che comprende due scelte, la 26 e la 55, oltre ad un cospicuo compenso economico per averlo e convincere il Prescelto a restare in Florida. Scambio accettato. Alla corte di Clifford arrivano Hairston, primo giocatore della storia ad essere scelto al primo round dopo aver giocato l’ultima annata in D-League, ottimo tiratore e dotato di un atletismo invidiabile, che aumenta ancor di più la sua pericolosità offensiva, e Christon, che fa dell’agilità la sua arma vincente e potrebbe diventare un ottimo rincalzo dietro Walker, come pochi se ne sono visti nella scorsa stagione.
Gli Hornets, per potenziare ulteriormente un roster di livello più che discreto, stanno cercando il colpo grosso: hanno provato ad acquisire Gordon Hayward dai Jazz, al giocatore è stato offerto il massimo salariale e un contrattone da 63 milioni di dollari per le prossime quattro stagioni, ma Utah ha deciso di pareggiare l’offerta trattenendo a Salt Lake City il restricted free agent. L’ala piccola sarebbe stato un colpo di assoluto valore per un team che avrà ancora tutti i suoi big, da Jefferson a Walker, da Henderson a Kidd-Gilchrist, sicuramente ancora per le prossime due stagioni, ma ora la franchigia di Michael Jordan tornerà alla carica per i free agent rimasti (sono arrivati Marvin Williams e Brian Roberts), con l’obiettivo Lance Stephenson abbastanza chiaro in mente.
Dopo essere passati, un po’ a sorpresa, oltre Doug McDermott al Draft, resta ancora da risolvere l’annoso problema di trovare un’eccellente tiratore a cui affidare i possessi. Hairston è una scelta che va proprio in questa direzione, ma, ovviamente, non gli si potrà mettere troppa pressione sulle spalle nella sua stagione da rookie. Chissà che la free agency non copra anche quest’ultima falla.
I Calabroni sono tornati, hanno finalmente un team di livello e sono pronti a stupire. Tutti, nella Queen City, si augurano che il ritorno al passato sia sinonimo di uno storico futuro ai vertici della Lega.