Emanuela Orlandi, scomparsa nel 1983
ROMA - Il mistero legato a Emanuela Orlandi è custodito tra le mura vaticane, lo sosterrebbe la procura di Roma. Secondo gli inquirenti alcune personalità della Santa Sede saprebbero la verità sul caso della giovane la cui scomparsa nel giugno 1983 è stata negli anni associata a diverse questioni italiane mai totalmente decifrate come l’attentato a Giovanni Paolo II, il caso Calvi, o i rapporti poco chiari intrattenuti dalla Banda della Magliana con varie istituzioni. Tra le certezze emerse dall'indagine il fatto che la Orlandi prima di sparire sia stata seguita e che nella vicenda abbiano avuto un ruolo esponenti della Banda della Magliana fra i quali anche lo stesso De Pedis. Coinvolti nella vicenda singoli esponenti della banda il ruolo dei quali è ancora all'esame degli investigatori per accertare se parteciparono al rapimento ovvero se il loro ruolo fu quello di gestire il rapimento. Nell'ambito dell'indagine sono indagati Sergio Virtù, Angelo Cassani detto Ciletto, e Gianfranco Cerboni detto Gigetto. Alla loro identificazione hanno contribuito non solo le indagini svolte dagli investigatori ma anche da pentiti. Non sarebbe invece intenzione degli inquirenti che indagano sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, aprire la tomba dove è seppellito Enrico De Pedis, boss della cosìdetta banda della Magliana. Il corpo di Renatino è sepolto all'interno della basilica di Sant'Apollinare. Il nome dei De Pedis e la sepoltura nella Basilica è strettamente collegato alla scomparsa di Emanuela Orlandi. Anni fa fu riaperta l'inchiesta sulla scomparsa. Durante la trasmissione Chi l'ha visto, tra l'altro, arrivò una telefonata anonima cui si diceva che per risolvere il caso di Emanuela Orlandi era necessario andare a vedere chi è sepolto nella basilica di Sant'Apollinare. Nel 2010 il Vaticano aveva dato il nulla osta che, su richiesta dell'Autoritá giudiziaria italiana competente, la tomba di De Pedis potesse essere ispezionata.