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Gli NBAers di ritorno

Creato il 11 febbraio 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

Solamente qualche mese fa guardavamo all’NBA con grande timore di non avere una stagione visto che il lockout gettava un’ombra nerissima sul possibile inizio, e tantissimi giocatori avevano deciso di fare i bagagli e venire a giocare in Europa, sia per tenersi in forma, sia per non rischiare di trovarsi fermi un’intera stagione nell’eventualità che l’annata NBA fosse cancellata completamente.
Alcuni hanno deciso (non inserendo l’NBA opt-out) di restare a giocare nel Vecchio Continente, mentre altri appena hanno potuto sono ritornati nelle loro franchigie NBA.

Diamo allora un rapido sguardo a come stanno andando dopo più di un mese dall’inizio della stagione 2011/12: non possiamo non partire dal nostro Danilo Gallinari che lasciata Milano, dove aveva incontrato qualche difficoltà in più del previsto, si è preso in mano i Denver Nuggets, che non hanno una vera e propria star e lasciano a tutti la possibilità di emergere in ogni partita. Per il ragazzo di Graffignana, prima dell’infortunio che lo vedrà tornare tra un mese circa, c’erano 17 punti e 24esimo posto nella classifica marcatori. Un suo compagno attuale, ma avversario in Eurolega, Rudy Fernandez, dalla panchina si sta rivelando utilissimo per coach Karl che lo sta utilizzando con un minutaggio da titolare e lo spagnolo risponde con 9.2 punti di media.
Denver in estate era stata privata anche di Ty Lawson che allo Zalgiris ha incontrato difficoltà incredibili, mentre in NBA sta spadroneggiando nelle aree degli avversari (15.3 e 6.7 assist).

Gli NBAers di ritorno
Chi ha strabiliato in Turchia e ora è un po’ vittima degli alti e bassi della sua squadra è Deron Williams che da solo sta facendo quello che può per i Nets (20.7 punti e 8.4 assist) meritandosi anche la convocazione all’All-Star Game.
Ma nel campionato turco c’erano anche Ersan Ilyasova e Zaza Pachulia: l’ala dei Bucks aveva espresso il desiderio di restare all’Efes ma coach Skiles ha bisogno di lui in attacco (8.5 di media), a rimbalzo (7.6) e in difesa. Stesso discorso si può fare per il centro degli Hawks che ogni volta che viene utilizzato sfrutta i minuti a disposizione per difendere forte (a volte anche troppo) e aiutare la squadra:

Serge Ibaka è stato importante per il Real Madrid quanto lo è anche per i Thunder; in attacco non gli viene chiesto troppo (Durant, Westbrook e Harden bastano) ma è in difesa che il centro congolose-spagnolo fa la differenza con 7.2 rimbalzi e 2.9 stoppate (due partite ha scollinato anche oltre le 10)!

Gli NBAers di ritorno
Per chiudere voliamo idealmente in Francia: Tony Parker è ormai il leader (o il co-leader) degli Spurs e come tale è chiamato a prestazioni sempre importanti, che ovviamente non stanno mancando (18.9 punti, 7.7 punti e anche per lui la convocazione all’ASG come riserva). Altro giocatore che fa dell’intelligenza e dell’atletismo la sua arma forte è Nicolas Batum che insieme a Kirilenko è stato il miglior giocatore europeo nelle prime settimane di Eurolega. Ai Blazers si divide i minuti con Gerald Wallace e per questo gioca un po’ meno rispetto a quanto meriterebbe, ma i suoi numeri restano importanti: in 25.5 minuti di media ci sono 12.2 punti, 3.9 rimbalzi con 42.9% da tre (9/15 per 33 punti contro Denver).

Vedendo anche l’inizio di stagione con più bassi che alti di molti giocatori che hanno preferito restare fermi durante il lockout, si può dire che l’avventura europea probabilmente ha aiutato…


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