Silenzio e suono, presenza e assenza, convivono e si completano nella coppia svedese Lars Nyberg & Lina Nordenstӧm in mostra a Dublino

Uniti nella vita non potrebbero essere più diversi nell’arte: concettuale e astratto il lavoro di lei, figurativo e realista quello di lui. Opposti ma complementari, i loro lavori sembrano esaltarsi a vicenda in un connubio senza dubbio ben riuscito.
Lina Nordenstrӧm, fautrice di importanti lavori di Arte Pubblica in Svezia, approfondisce in questa mostra alcuni aspetti della sua arte emersi nei lavori realizzati a Uppsala, a Falun e nella piazza Moa Martinson a Stoccolma, inaugurati quest’anno.
“La prima volta che ho visto un film di Tarkovskij cercavo con tutti i miei sforzi di comprenderne il significato, poi ho realizzato, forse non è così importante scoprire il perché di ogni cosa, forse bisogna solo godersi il film e lasciare che la pellicola scorra. In quel momento ho provato un

Una volta perso il valore funzionale, le parole e le lettere si trasformano in mattoncini lego con cui giocare alla creazione di mondi paralleli: “28 lettere nell’alfabeto svedese sono come pietre trovate e raccolte per strada, collezionale, mescolale e disponile come vuoi, ma attenzione a non occuparti di troppe cose alla volta; 28 è un numero più che sufficiente”. Questo è l’avvertimento che lancia l’artista in uno dei testi presentati alla mostra. Le parole e le lettere diventano gioco e si trasformano in puro suono.
Queste sperimentazioni hanno forse un antenato comune alle ricerche sonoro-grafiche futuriste, e all’associazione libera surrealista o forse più semplicemente, derivano dall’inarrestabile e ansiogena ricerca che porta l’essere umano a creare simboli sempre più complessi, per poi distruggerli, come un bambino agisce contro il suo stesso castello di sabbia.

Due vite, due lavori artistici, due facce della stessa medaglia, due modi opposti ma paralleli per raccontare un universo e il suo opposto. Il suono delle parole convive con il silenzio della solitudine, così come la presenza di un luogo e uno spazio riconoscibili convivono con la loro assenza.





