Nel 1870 con la breccia di Porta Pia e la conseguente proclamazione di Roma Capitale si conclude l’unificazione del Regno d’Italia. E’ interessante e poco conosciuto il contributo dei Cattolici alla formazione e alla crescita della nascente Italia. Lo stesso Pio IX, se pur in contrasto con la formazione del nuovo stato nazionale, assunse atteggiamenti nuovi nei confronti del potere temporale. Ad esempio nel 1848 rifiutandosi di guidare la guerra degli stati italiani contro l’Austria compromise la possibilità di salvare il dominio temporale del papato. La sua scelta non fu anti-italiana ma espressione di un sentimento più universalista. Il papa come “padre di tutte le genti” non poteva appoggiare la causa di una parte dei suoi fedeli contro altri cristiani.
Anche analizzando i grossi progressi scientifici che hanno portato al nascente regno prestigio a livello europeo possiamo riconoscere l’enorme contributo di pensatori cattolici, mossi nelle loro indagini dalla voglia di contribuire all’edificazione del Creato. Nel volume “Nei 150 anni dell’Unità d’Italia” (EDB), che riporta gli interventi del Decimo Forum del progetto Culturale della CEI, il prof. Giuseppe Tanzella-Nitti approfondisce proprio le scoperte scientifiche e il contributo sociale dei cattolici, laici e religiosi, nel Piemonte del XIX secolo. Uno di questi fu Alessandro Volta, famoso in tutto il mondo per le sue grandi scoperte sull’elettricità. La più importante nel 1800: la pila, il primo generatore di corrente continua. Poco conosciuto è l’altro aspetto caratterizzante della vita di Volta: la sua profonda fede: frequentava la Messa quotidiana, praticava i sacramenti (confessione e comunione), recitava il rosario ogni giorno.Nella parrocchia di San Donnino a Como si può ancora trovare una lapide in memoria di Volta che ricorda: “qui insegnando il catechismo si preparò al miracolo della pila”. Significativa l’esperienza di Silvio Pellico raccontata in una sua lirica dove spiega che furono le argomentazioni di Volta a riaccendere in lui un germe di fede che poi maturerà nel carcere dello Spielberg.
Tanti i volti, come Giovanni Battista Beccaria che contribuì a trasformare l’elettrologia da oggetto di curiosità in vera e propria disciplina scientifica o come Tommaso Valperga Caluso stimato filosofo, astronomo, fisico e matematico, membro dell’ordine di S. Filippo Neri, considerava la felicità il fine ultimo di ogni studio. Studiosi dell’elettricità ma anche astronomi e meteorologi di fama internazionale. Uno fra tanti il sacerdote Giovanni Boccardi che si dedicò alla teoria delle orbite planetarie e fondò nel 1906 la Società Astronomica Italiana. In particolare sviluppò importanti calcoli sul pianetino 416, che dietro sua proposta fu battezzato “Vaticana”. Il beato Francesco Faà di Bruno fu militare, cartografo, architetto, inventore, giornalista ed editore. Si occupò del piano di risanamento igienico idrico di Torino, costruì bagni e lavatoi pubblici, fornelli pubblici economici, la prima biblioteca circolante e la fondazione Opera S. Zita, casa di accoglienza per donne in difficoltà. Insieme a don Giovanni Bosco fondò giornali popolari per l’istruzione di cui curava la parte scientifica. Visse con disagio il suo desiderio patriottico di vedere l’Italia unita, di fronte alla forte spinta anticlericale che si faceva sempre più strada. Da scienziato testimoniò sempre di trovare un’assoluta armonia fra la scienza e la fede. E altri ancora: il fisico Antonio Maria Vassalli Eandi, l’astronomo don Francesco Denza (padre della meteorologia in Italia), l’astronomo Padre Angelo Secchi (fondatore della spettroscopia astronomica), e così via.E’ interessante vedere come la collaborazione della Chiesa fu richiesta dal ministero dell’agricoltura che, dovendo diffondere la conoscenza del metro come unico sistema di misura, si rivolse alle 7000 parrocchie, invitando i parroci a spiegare il nuovo sistema di misura. Le scelte politiche di papa Pio IX e la dedizione di molti uomini che si sono avvicendati nel corso dei secoli hanno sicuramente dato slancio ed energia all’unificazione dell’Italia e come ha ricordato più volte il cardinal Bagnasco è giusto che i cattolici si sentano a pieno titolo “soci fondatori” di questo Paese.
Marta Cutrera