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Gli sfiorati

Creato il 02 marzo 2012 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Gli sfiorati

Anno: 2012

Distribuzione: Fandango

Durata: 111′

Genere: Drammatico

Nazionalità: Italia

Regia: Matteo Rovere

Chi sono gli sfiorati? Per comprendere questo neologismo che è alla base dell’analisi di una generazione limite nel nuovo film di Matteo Rovere, tratto da un romanzo di Sandro Veronesi, seconda trasposizione dopo Caos Calmo, è necessario non tanto osservare le dinamiche dei personaggi nel contesto culturale (quello degli anni ’80 riaggiornato ad oggi) in cui si trovano, quanto la reazione nei confronti delle stesse. I due film sono intimamente legati dalla percezione dell’autore del testo e, anche se analizzati da occhi diversi, non nascondono che il dna alla base è lo stesso.

Se i personaggi di Antonello Grimaldi potevano considerarsi “sfioriti”, alla patetica ricerca di quella fase percepita, ma mai assimilata, della vita, per cui la propria esistenza può giustificare la propria presenza in questa valle di lacrime, i due fratellastri di Rovere, e le figure diafane che gli circolano intorno, sono colti nel momento in cui opacamente osservano le proprie vite prive di autostima, riflesse nella vacuità delle reazioni altrui, senza avere la minima percezione di essere già indissolubilmente divenuti anime perse nel limbo dell’indecisione.

Gli sfiorati

Nel precedente Un Gioco da Ragazze, Rovere la faceva un po’ più facile, e lasciava maggiormente allo spettatore lo scomodo compito di dover sopportare la vacuità dell’età (fintamente) inquieta. Qui, grazie anche a una maturità artistica evidente e a un testo di riferimento per motivi anagrafici chiaramente più adulto, i giochi sono di per sé tutti scoperti e a chi guarda forse spetta l’onere più arduo di un esame di coscienza, di ammettere di non aver adempiuto un dovere, di aver dormito tutto il tempo e essersi svegliato con una tragica consapevolezza: gli sfiorati siamo noi tutti.

Gianluigi Perrone


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