Mi ricollego all’ultimo post “Gli standard che ci piacciono” per ritornare, a suon di video, sul tema degli standard ed aggiungere anche il concetto di dignità, che in questa corsa folle per essere bella a tutti i costi, viene calpestata .
Date un’occhiata, se già non lo conoscete, al video pubblicato a febbraio da Donne Pensanti
http://www.youtube.com/watch?v=tqBaf0a5BGM&feature=player_embedded
Oltre ad una carrellata di modelle bellissime utilizzate dalle pubblicità per esaltare marchi di prestigio, le immagini mettono in risalto il ruolo svilente e sottomesso che le donne fotografate interpretano. Gli sguardi, quando si vedono, sono spenti o compiaciuti. Le pose sono esplicitamente sessuali (non sensuali!). Che idea sottile vi penetra nel cervello guardando e riguardando questo video? Cosa pensate del sesso femminile quando uscite poi per strada?
La domanda non è rivolta solo agli uomini ma anche alle donne. Perché anche quest’ultime giudicano le altre con i parametri maschili, che vengono passati dal bombardamento mediatico evidenziato in questo documentario in maniera molto forte. Non voglio dire che siamo bambini manovrabili e pronti ad accettare qualunque cosa ci venga propinata, ma le immagini pubblicitarie devono creare shock, devono colpire e quindi sono studiate apposta per penetrare nel nostro inconscio. Nella corsa quotidiana, non abbiamo il tempo di elaborarle e classificarle per quello che sono. I messaggi arrivano spesso a destinazione. Per questo è importante il lavoro di Donne Pensanti e di chi da spazio a questa iniziativa. Creare controcoscienza serve a fermare il processo di manipolazione del nostro giudizio; l’impatto forte serve affinché un certo prodotto venga acquistato ma produce, con il ripetersi, più danni di quanto si possa pensare. E’ importante invertire questa tendenza.
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