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Gli studi sociologici dei fratelli s.

Da Miwako
C'è che a noi fratelli S. piace elaborare teorie a caso. Cioè, non proprio a caso, ma su temi per cui a nessuno verrebbe in mente di perder tempo ad elucubrare. Ne enunciamo continuamente, non senza aver considerato la casistica e riflettuto sugli estremi che differenziano i malati dai sani. Così, oggi, 15 maggio 2012, vi delizierò con la crème de la crème delle bizzarre teorie dei fratelli S.
SINDROME DA PANDA: Abbiamo una Panda a casa. Bianca, del '97, era di mio nonno. A. dice che, in viaggio su una strada, urbana, extraurbana, non importa, qualora si trovi qualcuno uscente da una perpendicolare o da un cancello, questo farà il possibile per immettersi prima dell'arrivo del baluardo delle Fiat anni '90, indipendentemenete dalla velocità che intende mantenere, da quella della Panda e dalla distanza che intercorre tra le due. Questo per il pregiudizio che vede la Panda piccola e lenta. In realtà, nel 90% dei casi, ci si ritrova davanti un bidone che fa i 25 in centro abitato. E non importa se è un Cayenne, una Punto GT, una vecchia Y10, questo succede puntualmente.
SINDROME DELLA PELLICOLA TRASPARENTE: Mi capita di dormire vestita in divano, in nome della pigrizia. Non disdegno calzini spaiati. Capita anche di cenare seduti per terra, alle tre del mattino con nutella e grissini, quando il tavolo straborda di stoffe e disegni. Questo per dare l'idea di quanto poco mi formalizzi e di quanto scarso sia il mio bisogno di ordine. Poi però, mentre ricopro la ciotola della macedonia con la pellicola, mi trasformo nella regina incontrastata del perfezionismo. La pellicola dev'essere tesa in maniera esemplare, senza una grinza. L'impressione dev'essere che sopra non ci sia niente. La soddisfazione che ne deriva è inquietantemente alta. Sospetto di non essere l'unica.
SINDROME DEL VICINO ROMPICOGLIONI: Non si spiega come mai, anche la persona più affabile, rilassata e disponibile, si trasforma immancabilmente in uno scassapalle di proporzioni inaudite quando diventa un vicino di casa. La coppietta di anziani il cui giardino confina con quello dei miei non fa eccezione, simile a tante altre: letto presto, sveglia pure, ridono, profetizzano circa il meteo dei giorni a venire, curano i roseti e sparlano ingenuamente (forse nemmeno poi tanto) del vicinato. Ma se le foglie della nostra magnolia osano, spinte dal vento, valicare il confine che separa i due giardini, i due affabili vecchietti si trasformano in un misto tra Freddy Kruger ed Edward mani di forbice. E se ne lamentano, come se la giurisdizione eolica del paese fosse nelle mani della famiglia S. che, tiranna e sadica, si diverte a spingere le foglie morte dei propri alberi negli altrui giardini. Si, certo, noi ci divertiamo così; azionando mega ventilatori notturni che concretizzino le nostre mire espansionistiche servendosi di fogliame morto. L'epilogo è stato, tutto sommato, felice. Casa nostra è rimasta chiusa e deserta per un paio di giorni; al ritorno i miei hanno trovato una fantastica rete, scura e fittissima, che funge pure da paravento. La cosa positiva è che, si spera, non avranno più modo di demonizzare le nostre foglie secche; quella negativa è che, quando il sole sta tramontando, se si guarda in direzione del paravento, si vede la sagoma scura della vecchia spazzare il vialetto, e la cosa in qualche modo che ancora mi sfugge, ricorda la scena madre di 9 settimane e 1/2. Raccapricciante. Soprattutto perché suddetta signora sembra molto più simile al Caro Leader con una parrucca da It, piuttosto che all'avvenente Kim Basinger.
SINDROME DI FURIO: Simile, per certi versi, a quella da pellicola trasparente, questa sindrome affligge per lo più gli uomini; l'età non è una caratteristica discriminante. Anche il cazzone più fatalista di questo mondo, almeno una volta nella vita, ne ha sofferto. Ore 4.45, partenza per la traversata automobilistica, direzione irrilevante (spesso, comunque, è l'oktoberfest). Tutti più o meno assonnati, spesso dimentichi di qualcosa di non troppo rilevante, come le ciabatte o lo spazzolino da denti, tranne lui, il guidatore, nonchè viaggiatore irreprensibile. Mentre gli altri faticano e tenere gli occhi aperti, lui sposta, incastra, organizza. E lo fa con tutto; dai bagagli, alle persone, passando per le bottiglie d'acqua e la moneta per l'autostrada, al fine di trasformare l'Opel Corsa in un equilibrato ed efficiente mostro da strada. La volontà di creare le perfette condizioni di viaggio sfocia nel disturbo mentale. Il viaggiatore irreprensibile ha consultato il meteo almeno 227 volte prima di sedersi al volante; ha calcolato la quantità massima di acqua bevibile da ognuno per non doversi fermare prima del duecentoquindicesimo chilometro; ha salvato nelle chiamate rapide i numeri di anas, viabilità, polizia stradale, madre e moglie; inoltre, anche quando il viaggio è particolarmente lungo, spesso vuole essere il solo a guidare, uno e trino con la sua automobile e il suo ego. Può succedere che a tale sindrome si associ anche la famigerata Sindrome da Panda, visto che la Pandina è considerata un deterrente per il corretto sviluppo della tabella di marcia. Due dei maschi della mia famiglia ne soffrono. Io non posso fare altro che esprimere la mia solidarietà per la Magda di tutto il mondo.

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