Oggi vi propongo degli gnocchetti facili facili da fare: gli gnocchi di malga sbatui (sbattuti)! Questo piatto l'ho scoperto e assaporato qui in Veneto, è una ricetta della tradizione che si fa in Lessinia, la zona più montanara di Verona... era un piatto che i malgari cucinavano nelle loro malghe con i loro prodotti e che ora è proposto in tutti i ristoranti della zona. Normalmente si condiscono con moooooolto burro fuso, erano piatti ovviamente sostanziosi per il clima rigido e per il duro lavoro di questi malgari...ma visto che io non ho pascolato le mucche tutto il giorno, non ho lavorato duramente nei campi e che me ne sto qui al calduccio non c'ho dato dentro troppo con il burro e ho deciso di aggiungere del tartufo! Risultato splendido! ....mmm boni gli gnocchetti sbatui!
Ingredienti per due persone:
- 150 gr fioretta o ricotta fresca
- 150 gr farina
- 1 uovo
- sale
- 100 gr di latte o acqua
- ricotta affumicata
- tartufo fresco
- burro
Cuciniamo insieme:
Mescolate energicamente in una terrina la ricotta, la farina, l'uovo, il sale e il latte, ponete per mezz'ora in frigorifero. Trascorso il tempo cuocete gli gnocchi in una pentola con abbondante acqua salata, createli aiutandovi con due cucchiai, non devono essere perfetti e neanche troppo grandi. Appena salgono in superficie, metteteli in una pirofila e conditeli col burro fuso e la ricotta affumicata. Io ci ho messo sopra anche del tartufo. Ma la tradizione non lo richiede.
Questa mattina un piccolo sigillo arrotolato trovato in un posto inaspettato per me...
"Vorrei restare per sempre in un posto solo per ascoltare il suono del tuo parlare e guardare stupito il lancio, la grazia, il volo impliciti dentro al semplice tuo camminare, e restare in silenzio al suono della tua voce."
lalexa
E tanti auguri alla mia amica Valentina de La ricetta che Vale per il suo onomastico e a tutte le Valentine e i Valentini di questo mondo ;). Sei forte ragazza! ;)
Vorrei conoscer l' odore del tuo paese, camminare di casa nel tuo giardino,
respirare nell' aria sale e maggese, gli aromi della tua salvia e del rosmarino.
Vorrei che tutti gli anziani mi salutassero parlando con me del tempo e dei giorni andati,
vorrei che gli amici tuoi tutti mi parlassero, come se amici fossimo sempre stati.
Vorrei incontrare le pietre, le strade, gli usci e i ciuffi di parietaria attaccati ai muri,
le strisce delle lumache nei loro gusci, capire tutti gli sguardi dietro agli scuri
e lo vorrei perchè non sono quando non ci sei
e resto solo coi pensieri miei ed io...
Vorrei con te da solo sempre viaggiare, scoprire quello che intorno c'è da scoprire
per raccontarti e poi farmi raccontare il senso d' un rabbuiarsi e del tuo gioire;
vorrei tornare nei posti dove son stato, spiegarti di quanto tutto sia poi diverso
e per farmi da te spiegare cos'è cambiato e quale sapore nuovo abbia l' universo.
Vedere di nuovo Istanbul o Barcellona o il mare di una remota spiaggia cubana
o un greppe dell' Appennino dove risuona fra gli alberi un' usata e semplice tramontana
e lo vorrei perchè non sono quando non ci sei
e resto solo coi pensieri miei ed io...
Vorrei restare per sempre in un posto solo per ascoltare il suono del tuo parlare
e guardare stupito il lancio, la grazia, il volo impliciti dentro al semplice tuo camminare
e restare in silenzio al suono della tua voce o parlare, parlare, parlare, parlarmi addosso
dimenticando il tempo troppo veloce o nascondere in due sciocchezze che son commosso.
Vorrei cantare il canto delle tue mani, giocare con te un eterno gioco proibito
che l' oggi restasse oggi senza domani o domani potesse tendere all' infinito
e lo vorrei perchè non sono quando non ci sei
e resto solo coi pensieri miei ed io...