Magazine Cinema

Godzilla – La recensione

Creato il 18 maggio 2014 da Drkino

by · 18 maggio 2014

Godzilla torna sui maxischermi italiani a distanza di 16 anni dall’ultima megaproduzione di Emmerich: sarà riuscito a fare di meglio?

cKyGDRb
Joseph e Sandra Brody lavorano in una centrale nucleare a Tokyo. Durante un test qualcosa va storto e lei rimane uccisa. La centrale crolla e la città viene evacuata e posta sotto quarantena. 15 anni dopo Ford, il figlio, si ritrova coinvolto dal padre, col quale aveva perso i contatti, in una missione di ricerca e recupero all’interno della Tokyo fantasma. Solo che così fantasma non lo è: una base militare sorveglia un gigantesco involucro a forma di artiglio che fuoriesce dal terreno. Coincidenza vuole che, proprio sotto gli occhi dei due, la crisalide si schiuda. Un’enorme creatura abominevole ne fuoriesce…

Dopo un esordio che ha del sorprendente, all’interno del panorama indie in cui è stato prodotto, il regista Gareth Edwards si trova a passare sul cammino di Legendary Pictures, che decide di affidargli l’arduo compito di rilanciare il brand Godzilla. Il risultato è un’opera che esprime tutta l’attenzione per il passato, non solo cinematograficamente parlando, ma soprattutto nel tratteggiare la figura del kaiju protagonista, non più terrore radioattivo nato in seguito ai bombardamenti atomici, ma gigante preistorico dimenticato. Risvegliato in un mondo e in un tempo che più non gli appartengono, l’arcana creatura si ritrova cacciata ed odiata. La paura per l’ignoto sostituisce qui il manifesto anti-nucleare che era il cuore dei primi film Toho, un ignoto che si rivela però indispensabile per la distruzione di una minaccia ancora maggiore. Senza addentrarci troppo in una selva di spoiler, possiamo permetterci di dire che Godzilla non è l’unico kaiju a comparire sullo schermo. Capace di riportare l’equilibrio naturale, il lucertolone assume quindi ruolo di deus ex machina, risultando in una inaspettata evoluzione del plot. Viene così svecchiata la formula fondata unicamente sull’attesa della comparsa del mostro, tediosamente abusata nel precedente film di Emmerich.

Il problema nasce però quando i giganti escono dallo schermo. Se volessimo analizzare la struttura del film potremmo tranquillamente figurare le enormi stazze dei mostri a formare i pilastri portanti e, teso tra di essi, un esile ponticello rappresentante la narrazione. L’infarcitura di un prodotto che per vera sostanza poteva essere espresso in un’oretta scarsa, vanta una varietà notevole: i valori familiari di un manierismo e di un’inutilità tali da creare a più tratti noia soporifera, l’inspiegabile piattezza dei personaggi, manichini sullo schermo unicamente al servizio dell’onnipotenza dei veri mastodontici protagonisti, l’archetipica (ma qua stereotipata al massimo) formula vogleriana padre-figlio, forte di un Craston completamente accessorio, e chi cliché ha, cliché metta. 

Godzilla 08

E’ un vero peccato, perché la revisione del brand alchemizzata ad una sentita attenzione per le origini, risplende a tratti di una luce folgorante che paralizza lo spettatore alla poltrona. Se la produzione smettesse di intrufolarsi nella produzione artistica e se gli sceneggiatori tornassero a dare più attenzione a quei protagonisti senza i quali il pubblico non potrebbe partecipare alla narrazione, non avremmo forse la costante sensazione di star sprecando il nostro tempo e i nostri soldi.

SBIADITO COCKTAIL NOSTALGICO

Regia: Garteth Edwards – Cast: Aaron Johnson, Ken Watanabe, Bryan Cranston, Juliette Binoche – Nazione: USA – Anno: 2014 – Durata: 123′

63 visualizzazioni

&size;

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :