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Gokudō kuroshakai (Rainy Dog)

Creato il 11 marzo 2012 da Makoto @makotoster

  *** Flashback ***Gokudō kuroshakai  (Rainy Dog)Gokudō kuroshakai (極道黒社会, Rainy Dog). Regia: Miike Takashi.  Sceneggiatura: Inoue Seigo. Fotografia: Li Si-xu; Montaggio: Shimamura Yasushi. Musica: Endō Kōji. Interpreti e personaggi: Aikawa Shō (Yūji), Chen Xian-mei (Lili),Gao Ming-jun, He Jan-qin, Ko Sau-leing‘Blacky’, Taguchi Tomorowo (il killergiapponese). Produzione: IkedaTetsuya, Tsuchikawa Tsutomu per Daiei – Excellent Film. Durata: 95’. Prima proiezionein Giappone: 28 giugno 1997. Link: Sarudama –  Simon Hill (Celluloids Dreams) - Valerio Spisani (Asian Feast) - Adam Arseneau (DVD Verdict) – Bob Turnbull (J-Film PowWow) Punteggio ★★★1/2  
Secondocapitolo della trilogia «The Black Society» – preceduto da Shinjuku Triad Society (1995) e seguito da Ley Lines(1999) – Rainy Dog si ambienta tuttoin un’umida e fatiscente Taipei, ininterrottamente bagnata da una pioggiatorrenziale che ricorda l’atmosfera di certi film di Kurosawa degli anniQuaranta e Cinquanta. Yūji è uno yakuza giapponese che non può più rientrarenel suo paese e che lavora come killer al servizio della mafia cinese. Ungiorno, una sua vecchia amante gli recapita in casa il piccolo Ah Chen, chesostiene essere suo figlio, e gli dice che è giunto il momento che anche lui sene occupi. Seguito ad ogni passo dal bambino, Yūji uccide per strada, secondogli ordini ricevuti, un malavitoso cinese di nome  Ku Chi-ping. Impossessatosi del denaro diquesti, l’uomo decide di usarlo per fuggire da Taiwan con Ah Chen e Lily, unagiovane prostituta appena conosciuta, anche lei decisa ad abbandonare la cittàe la dolorosa esistenza che vi conduce. I tre dovranno però vedersela colfratello della vittima e la sua banda, nonché con un altro misterioso killergiapponese giunto a Taiwan per regolare vecchi conti con lo stesso Yūji.Rainy Dog si costruisce così su unastruttura narrativa assai cara al genere noir, quella in cui un killer ècostretto a difendersi da chi vuole vendicare una delle sue vittime, scoprendoche anche chi dovrebbe stare dalla sua parte – ad esempio il capo della sua bandae mandante dell’omicidio – lo tradisce e passa a quella del nemico. Sin dalleprime battute del film Yūji, che quasi sempre indossa un impermeabilebianco,  è presentato come un uomo solo,con un drammatico e mai chiarito passato alle spalle, esiliato in una pocoospitale Taipei. L’unica cosa che sembra ancora legarlo alla  yakuza giapponese, è rappresentata daltatuaggio che gli copre tutta la schiena, mostrato nell’unica occasione in cuifa l’amore con Lili, ed enfatizzato da un raccordo in avanti e dall’improvvisaluce di un lampo. L’uomo è una delle tante anime ferite che popolano i migliorifilm di Miike: ha il terrore della pioggia, perché qualcosa di terribile emisterioso gli accadde in un giorno di pioggia, si considera «precipitato alfondo del mondo del crimine», «un rifiuto tra i rifiuti», e pensa alla suaesistenza come «a una vita da schifo». Il suo essere allo sbando e alla deriva,la sua condizione di outsider, nonsono solo sue peculiarità, ma qualcosa che lo accomuna ad altri personaggi delfilm (la donna che gli lascia il bambino, andandosene in taxi, commentapiangendo «È proprio una vita da schifo», usando le stesse parole che Yūjiaveva pronunciato poco prima), e, in particolare, a quelli di Ah e di Lili. Ahè un bambino abbandonato dalla madre, incapace di parlare, che vive per quasimetà film sotto la pioggia e segue il suo “nuovo”padre come un cane randagio, omeglio alla maniera di un cane sotto la pioggia (come in qualche modo indica iltitolo internazionale del film). Lili è una giovane donna costretta allaprostituzione da quando aveva 14 anni, che vive in una misera e disadornastanza, la stessa in cui riceve i suoi clienti, da cui può evadere solo graziead un computer e ad internet. Il suo unico desiderio è «scappare in un posto incui non piova». Quando, entrato inaspettatamente in possesso di una notevolesomma di denaro, Yūji decide di fuggire portando con sé il bambino e la donna,quella che nasce è una sorta di nuova e atipica famiglia, che tuttavia Miikeben si guarda dal dipingere in modo idilliaco, insistendo invece sulledifficoltà del rapporto fra Ah e Lili, che, rivolgendosi a Yūji, commenta: «Viassomigliate molto. Nessuno di voi parla. E tenete sempre il muso. Una stranacoppia di padre e figlio».  L’unicomomento di serenità che i tre sembrano, per un attimo, vivere è quando livediamo insieme scappare a bordo di uno scooter.Come spessoaccade nel cinema nero e yakuza di Miike, così come in quello dei miglioriautori del genere,  il mondo del criminenon è che la metafora di una società governata dal denaro e dalla particolaritàdei propri interessi, per i quali si è disposti a sacrificare ogni cosa. Cosìper il malcapitato trio protagonista non c’è da sperare nell’aiuto dichicchessia. Non solo Yūji è tradito dal suo capobanda cinese, che sempre glidiceva di viverlo come un “fratello” e come “un figlio”, ma anche Sandy,“l’amico” gay e pittore di Lili, finisce col denunciare i tre, in cambio di unasomma di denaro, all’uomo che li vuole uccidere.Fra i filmpiù mesti e disperati dell’autore, RainyDog contiene anche diverse efficaci soluzioni espressive, come i frequentiprimi piani dedicati al piccolo Ah, che contrappongono la sua innocenza,prossima a una probabile corruzione, alla brutalità del mondo che lo circonda.Miike, come speso accade nei suoi film, ricorre anche frequentemente a forme dimontaggio incrociato in cui lo svolgersi di diversi eventi è continuamenteinterrotto per passare da una situazione all’altra. Questa tecnica non intervienesolo, come spesso accade altrove, nelle sequenze d’azione ma anche in momentidal tono decisamente più intimista, come quello del primo incontro fra Yūji eLili, dove le immagini dei due si alternano a quelle del piccolo Ah, che sottola pioggia fa amicizia con un cane, e a quelle della vita quotidiana delbordello di Lili, dove un uomo prende una chitarra ed intona una triste canzoneche farà da colonna sonora all’intera sequenza.

Gokudō kuroshakai  (Rainy Dog)

Fig. 1

 Meritano, per concludere, una citazione le due inquadrature in cui Yūjirientra nella camera di Lili deciso a fuggire con lei e il bambino. La prima[fig. 1], quella dell’ingresso dell’uomo, è un’immagine fortemente obliqua che,nel suo differenziarsi dalle altre del film, segnala visivamente l’importanzadello snodo narrativo rappresentato dalla decisione di Yūji. La seconda [fig.2], che ci mostra i due dall’esterno dall’appartamento, di là da un’inferriatache si trova davanti alla finestra, sembra essere lì – come accade per moltealtre immagini di sbarre e riquadri del film – a indicare non solo quel sensodi prigionia che ha attanagliato sino a questo momento le esistenze deiprotagonisti, ma anche l’inutilità della loro decisione, che non consentiràloro alcuna fuga. [Dario Tomasi].

Gokudō kuroshakai  (Rainy Dog)

Fig. 2



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