Torna l’Open Championship, il major più longevo e il terzo dei quattro stagionali in programma da domani a domenica 20 luglio sul tracciato del Royal Liverpool GC, a Hoylake in Inghilterra. A confrontarsi con l’élite mondiale vi saranno Francesco Molinari e Matteo Manassero, ammessi di diritto, ed Edoardo Molinari che invece si è qualificato grazie a un’ottima prestazione con secondo posto nell’Irish Open. Sarà un major con Tiger Woods, che ha calamitato le attenzioni della vigilia, insieme a Phil Mickelson, campione uscente. Inutile nasconderlo, un torneo con l’ex numero uno mondiale è tutt’altra cosa e poco importa se, dopo il lungo stop dovuto all’intervento chirurgico alla schiena, è appena alla seconda uscita con la precedente durata solamente fino al taglio. Sarà sul tee di partenza e questo conta per gli appassionati e per i network televisivi, che avranno sicuramente un’audience più robusta.
Woods ha vinto il suo terzo e ultimo Open Championship, dopo quelli del 2000 del 2005, proprio al Royal Liverpool nel 2006. “E’ bello tornare a Hoylake” ha detto. “Il campo, rispetto al passato, ha subito qualche modifica e nel complesso è un po’ più morbido. Ho effettuato tre giri di pratica e ho avuto tre differenti condizioni di vento, cosa che mi è tornata utile per rendermi conto delle diverse difficoltà di gioco. Oggi abbiamo anche trovato green abbastanza veloci”.
Sa di non essere tra i favoriti, ma alla domanda su quale piazzamento ritenesse per lui accettabile a fine gara ha risposto: “Il primo, naturalmente”. Poi ha aggiunto: “E’ tuttavia sempre più difficile vincere gare importanti e soprattutto i major per avvicinare il record dei diciotto ottenuti da Nicklaus. C’è molta più competitività, i giocatori sono più preparati, atleticamente forti e mandano la palla molto lontana. Quando io ho iniziato una media di 296 yards era veramente notevole. Domenica, parlando con Gary Woodland, mi ha detto che trovando una buona combinazione tra driver e palline ha raggiunto le 320 yards. Il gioco è profondamente cambiato”.
Mickelson, che domenica scorsa non è riuscito a difendere il titolo nello Scottish Open, ma che tuttavia è terminato in buona classifica (11°) mettendo in mostra brani di ottimo gioco, ha sicuramente le carte giuste da giocare per raccogliere il secondo successo consecutivo, ma la concorrenza sarà fortissima. Scalpitano l’australiano Adam Scott, leader mondiale, e lo svedese Henrik Stenson, secondo nel world ranking, ma è su di giri soprattutto Justin Rose, fresco del successo in Scozia che gli ha permesso di salire al terzo posto nella classifica mondiale e che ora sa di poter aspirare anche al primo. A suo svantaggio l’enorme pressione a cui sarà sottoposto dai suoi connazionali, che potrà probabilmente togliergli un po’ di lucidità.
In altri tempi sarebbe stato opportuno scommettere qualcosa sulla coppia nordirlandese Rory McIlroy-Graeme McDowell, ma al momento funzionano a scatti. Il primo dopo un avvio sprint in Scozia, si è perso e non è la prima volta in questo periodo, e il secondo sembra avere soprattutto un’andatura da crociera. Resta come incognita la grande classe di entrambi che potrebbe dar luogo a risvegli improvvisi. Sostanzialmente, anche se i primi tre del world ranking e Mickelson sono accreditati di qualcosa di più, in realtà c’è un grande equilibrio. Potrebbe spezzarlo il tedesco Martin Kaymer, tornato vincente un major (US Open) dopo lungo oblio, come potrebbe farlo anche Bubba Watson, che ha fatto suo il Masters, ma entrambi hanno la tendenza a passare dalla brillantezza all’opacità.
In una lista di possibili protagonisti meritano posto Keegan Bradley, Jason Dufner, Zach Johnson, Dustin Johnson e Web Simpson e, un gradino sotto, Matt Kuchar, Jordan Spieth, gli inglesi Luke Donald, Paul Casey e Ian Poulter, l’argentino Angel Cabrera, l’australiano Jason Day, lo spagnolo Sergio Garcia, il giapponese Hideki Matsuyama, i sudafricani Charl Schwartzel e Louis Oosthuizen. C’è sempre da attendersi qualcosa di buono da Jim Furyk e dal sudafricano Ernie Els, mentre non dovrebbero trovare spazio molto in alto l’irlandese Padraig Harrington e l’inglese Lee Westwood, il cui brillante palmares appare destinato a rimanere orfano di major.
L’ottima prova fornita in Scozia (4°) deve aver dato parecchio morale a Manassero, da tempo alla ricerca del passo giusto per tornare ad eccellere. Un altro risultato di rilievo potrebbe farlo definitivamente ripartire. Inoltre ha un conto da saldare con questo major che affronta per la quarta volta e dove, dopo il 13° posto nel 2009 nello status di dilettante, ha subito due tagli. Francesco Molinari ha indubbiamente il ritmo necessario per tale genere di gare e l’Open Championship, che disputa per la settima volta, è quello, tra i major, che gli ha dato le maggiori soddisfazioni con il nono posto dello scorso anno e il 13° nel 2009. Edoardo Molinari ne ha disputati quattro, dei quali due da dilettante, e ha sempre superato il taglio con miglior esito nel 2011 (27°). Vi torna dopo due anni di assenza.
Partenze mattutine per il trio azzurro. Edoardo Molinari sarà sul tee alle ore 7,20 locali insieme al thailandese Kiradech Aphibarnrat e a Brooks Koepka; alle ore 7,53 sarà il turno di Francesco Molinari con Ryan Moore e con il danese Thorbjorn Olesen e subito dopo, alle 8,04, quello di Matteo Manassero con il finlandese Mikko Ilonen e con il dilettante scozzese Bradley Neil. Alle 9,04 inizierà Tiger Woods con Angel Cabrera e con Henrik Stenson. e nel primo pomeriggio (ore 14,05) sarà la volta di Phil Mickelson con Bubba Watson e con Ernie Els.
Il torneo su Sky – L’Open Championship avrà ampia copertura sulla TV satellitare Sky con collegamenti sui canali Sky Sport 2 e 2 HD ai seguenti orari: giovedì 17 luglio e venerdì 18, dalle ore 10 alle ore 21; sabato 19, dalle ore 11 alle ore 20,30; domenica 20, dalle ore 12 alle ore 19,45. Al termine di ogni diretta andrà in onda Studio Golf, trasmissione di 30 minuti condotta da Francesca Piantanida.