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GoodMakers, GoodPeople #6: intervista a Maria Reda

Da Anna Maria Simonini @AMSimo
MariaReda2

Conoscete Goodmakers.it? Si tratta di un network di acquisto online che permette di trovare prodotti selezionati di qualità. Insieme a questi ragazzi, tramite qualche semplice tweet, abbiamo pensato di presentarvi le persone che stanno dietro (o dentro) al prodotto. Iniziamo quindi oggi una rassegna di interviste, che non vuole assolutamente avere regolarità spinta, ma che vuole invece spingersi oltre la bottiglia, la tavola o il bicchiere. Curiosi?

Oggi parliamo con Maria Reda di Castello di Montecavallo.

Sono l’azienda agricola Maria Reda, sono a Vigliano biellese, vicino a Biella. Produco vini dal  1300 circa, anche se erano un pò più “ruvidi e brutali” o altrimenti detti “vino sano del contadino”.
Mi sono trovata con un ettaro e mezzo di vigneto che produceva un vino cattivello ad uso famiglia. Avevo due scelte: estirpare tutto o incrementare. Siccome mi piace complicarmi la vita e mi sembrava brutto eliminare una tradizione di secoli, ho deciso di fare sul serio. Eccomi qua, felicemente viticoltrice!

Qual è la particolarità dei vostri vini? Cosa hanno di speciale rispetto agli altri?

I nostri vini, secondo la mia concezione, devono essere lo specchio del loro territorio. Utilizziamo vitigni tradizionali, quali nebbiolo e vespolina, e cerchiamo di mantenere una lavorazione tradizionale, seppur con mezzi moderni. Il potenziale dei nostri vitigni e della nostra zona è altissimo, speriamo di migliorare ad ogni vendemmia. I nebbioli del nord Piemonte sono molto fini ed eleganti e noi tendiamo a seguire questa tradizione.

Qual è il vostro mercato? Italia o anche estero?

Secondo me l’ideale sarebbe rivolgerci al mercato nazionale o, ancora meglio, locale. Per esperienza, in genere i vini si sposano con i prodotti gastronomici di un territorio e se “esportati” rischiano di essere snaturati. I nostri vini non sono facili, ma se inseriti in un contesto culinario appropriato sono splendidi. Mi viene in mente il lambrusco, tanto disprezzato, ma bisogna provarlo con la cucina emiliana piena di salami e sughi piuttosto “grassi” per apprezzarlo a fondo.
Però un pò di “gloria” internazionale o anche interregionale, non mi dispiacerebbe!

Una frase celebre di uno dell’azienda che può essere presa come vostro motto?

Vini difficili vuol dire mercato di nicchia.

C’è qualcosa che vi preme dire?

Azienda piccola e molto amata. Conosciamo le nostre viti una per una e le trattiamo come figlie. Figlie piuttosto esigenti. Abbiamo appena piantato un ettaro di nebbiolo e vespolina. Non voglio superare i tre ettari…..se no poi non conosco più le “bambine”!

Il portale dei buoni produttori è una bellissima idea. Siamo sempre molto piccoli e difficilmente riusciamo a farci conoscere. Se ci mettete tutti insieme diventiamo un gruppo etico e visibile. Poi in genere ci piace conoscerci tra noi.

In una frase, perché tu sei un “buon produttore”?

Mi sento un buon produttore perchè amo la mia terra, il mio lavoro e la mia piccola azienda. Ho rispetto per la mia terra e voglio trattarla bene. Sono anche convinta che se metti amore in ciò che fai il tuo prodotto è migliore.  Penso che bisogna educare la gente a capire il prodotto e non modificare il prodotto a seconda dei gusti di chi lo compra. Il mio motto è cercare di migliorare sempre, senza snaturare ciò che produco.

Pensi che il futuro del vino e della sua vendita passi anche attraverso l’online? Come vedi una versione social dei GAS (Gruppo di Acquisto Solidale) per diffondere i tuoi prodotti attraverso la rete?

On line e GAS sono il futuro delle vendite! Il sito on line deve guadagnarsi la fiducia dei compratori e deve essere un “filtro” per avere la certezza della bontà del prodotto venduto.


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