Ogni giorno c’e’ un nuovo Social network a cui sembra indispensabile dare la propria adesione, quasi a dire che chi non e’ dentro non e’ invitato alla festa, ma quale festa?
Figuriamoci, sono il primo fautore dei Social quando utilizzati non in alternativa alla vita vera, come mezzo pubblicitario di qualche idea o di qualche condivisione, utilissimi per far arrivare messaggi meno pubblici e piu’ nascosti, ma la molteplicita’ degli stessi e l’organizzazione di questi sta divenendo un problema per il piu’ accanito Geek.
Ieri, da un mio twett molto banale: Pinterest si, Pinterest no? e’ nata una simpatica conversazione con degli amici. C’e’ chi mi chiedeva cosa fosse e chi suggeriva CircleMe, insomma la vita Social di ognuno di noi ha una certa impostazione.
Personalmente utilizzo principalmente Facebook e Twitter, il primo perche’ ho un contatto maggiore con la mia cerchia di amici, il secondo per seguire personaggi per me interessanti, e per microbloggare dei pensieri, Foodspotting per le fotografie del Cibo, Foursquare per la geolocalizzazione, ma questo e’ piu’ per gioco, e LinkediN per la cerchia lavorativa.
Inoltre i Social li utilizzo per diffondere i post del blog, con possibilita’ di condivisioni a catena, ma aggiungerne altri e seguirli puo’ divenire dispendioso, quasi un vero mestiere, e sono certo che presto ci saranno attivita’ lavorative ben remunerate per mantenere aggiornata la propria vita Social su tutti i fronti possibili.
Ho ricevuto ieri un invito a Pinterest, nuovo social che sta avendo una crescita esponenziale, alcuni dati confermano che quanto postato su di esso riesce ad avere un inoltro maggiore dei retweet di Twitter, ovviamente in America, lo sto studiando, ma e’ molto interessante perche’ il tema e’ quello di postare oggetti/fotografie di proprio interesse, all’interno di alcune categorie, che sono di interesse anche per gli altri utenti, e di li il grado di soddisfazione che l’oggetto raggiunge a seconda delle condivisioni fatte. Al momento e’ molto utilizzato anche da aziende per promuovere oggetti, pubblicizzarli e capire l’interesse che c’e’ prima di un eventuale lancio commerciale effettivo.
Ma quello di cui voglio parlare in questo post e’ una bella intervista rilasciata da James Whittaker, che onestamente credo sia sconosciuto ai piu’, Test Director dei prodotti di Google, licenziatosi qualche mese fa da Google, una delle aziende piu’ floride e meglio organizzate del Mondo.
Quanto si evince dall’intervista e’ il malcontento di un uomo, di intelligenza sicuramente sopra la media, che si e’ trovato a vivere in un’azienda che ha subito un profondo cambiamento con l’avvicendamento del maggiore vertice aziendale. Francamente fin qui nulla di nuovo sotto il sole, quanti di noi si sono trovati a lavorare e lavorano in aziende i cui obiettivi sono radicalmente cambiati nel tempo e che sono piu’ o meno condivisibili.
La denuncia e’ che Google si sia modificata da un’azienda leader che ricercava innovazione tecnologica, in un’azienda il cui unico e primario obiettivo sia quella della pubblicita’.
E sapete cosa c’e’ dietro questo cambiamento secondo l’intervistato? la rincorsa a Facebook. Si proprio cosi’, in pratica un’azienda che ha fatto e per molti versi fa ancora da apripista su tante cose e’ ossessionata dall’inseguire Facebook e come il Social network riesca a fare della pubblicita’ mirata al cliente che naviga.
Per fare questo si sono snaturate molte cose che hanno fatto grande Google, sempre per Whittaker, tralasciando il tempo che i dipendenti avevano per inseguire propri progetti, progetti che hanno dato vita a grandi cose, come Chrome e Gmail, per concentrarsi su un unico obiettivo Google+, il social network di Google che era partito come una carro armato ma che si trova in una posizione abbastanza ridicola, sia nei confronti di Fb che di Twitter.
Il tutto quindi per rendere Social ogni gesto dell’utente dietro un PC/Smarphone/Tablet, affinche’ si riescano ad intercettare bisogni, palesi e latenti, suggerire cosa comprare, cosa fare, chi chiamare a chi scrivere, in una eterna rincorsa alla perfezione dei rapporti sociali, all’ottimizzazione del tempo libero, alla condivisione esasperata.
Termina poi con un esempio efficace quanto senza pieta’, paragona Google ad un fanciullo benestante, che non invitato ad una festa ne organizza una tutta sua, ma nessuno ci va…
L’argomento e’ sicuramente attuale, tra chi ignora totalmente i Social Network barricandosi dietro congetture di ogni genere, chi ne fa un uso eccessivo condividendo i momenti piu’ personali, che lo usa per dire stupidaggini, chi per gioco, chi compare e scompare a secondo dei compagni che frequenta, chi non lo usa per confrontarsi con il passato e con la realta’, certo e’ che ognuno deve sentirsi libero di fare cio’ che vuole, senza ledere la liberta’ di nessuno.
Condividete?
Massi