© Sergio Staino
C'è un lungo elenco di VISTO nella direttiva emanata dal Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per i Rapporti con il Parlamento (per dividere la responsabilità?) che porta (o dovrebbe portare) ai 4,2 miliardi di tagli alla spesa pubblica previsti per il 2012. Almeno non si tratta di milioni, quindi consoliamoci [vedi Direttiva PCM]. I tagli, giova dire, dovrebbero servire ad evitare l'aumento di due punti Iva dal prossimo ottobre. Fanno notare dalla PCM che 4,2 miliardi in sette mesi equivalgono a 7,2 miliardi su base annua.Come e dove bisognerà tagliare?Il dove riguarda tutta la Pubblica AmministrazioneIl come è un po' più complesso.Nell’attuale situazione economica il governo ritiene necessario un intervento volto alla riduzione della spesa pubblica per un importo complessivo di 4,2 miliardi per l’anno 2012, al quale tutte le amministrazioni pubbliche devono concorrere.[Direttiva cit.]
- una più efficiente erogazione dei servizi;
- l’eliminazione degli sprechi;
- la definizione delle linee di attività ritenute prioritarie nell’attuale congiuntura e la conseguente eliminazione delle altre;
- la realizzazione di economie di bilancio.
In particolare, si dovrà prestare attenzione a
- riduzione spese ed eliminazione di quelle non indispensabili;
- ridimensionamento strutture dirigenziali;
- razionalizzare uffici e servizi per evitare inutili doppioni;
- riduzione e accorpamento enti;
- riduzione della spesa per beni e servizi grazie a un acquisto centralizzato e migliore gestione delle risorse (evitare sprechi, insomma);
- immobili: riduzione spesa per locazioni, razionalizzare gli spazi occupati in base al numero di occupanti;
- restituzione al demanio degli immobili che non servono;
- estendere alle società in house i vincoli per le consulenze;
- eliminazione della maggior parte delle spese di rappresentanza e per convegni;
- associare propensione ad impugnare le sentenze di primo grado a benefici economici e avanzamenti di carriera (considerata la tendenza a far passare in giudicato della pubblica amministrazione).
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