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Governo-Confindustria: è scontro Monti/Squinzi

Creato il 09 luglio 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

Il numero uno di Confindustria sconfessa l’operato dell’esecutivo Monti, che contrattacca e si nasconde dietro la minaccia dello spread. Il premier incassa il sostegno di Montezemolo La situazione istituzionale italiana è quantomeno paradossale: ci sono i partiti di (pseudo) sinistra che fanno l’interesse dei potentati economici, quelli di destra che vanno a p******, gli industriali che si schierano al fianco dei sindacati, sempre pronti questi ultimi a calarsi le braghe davanti al governo, e comunque a non far arrabbiare più del dovuto l’esecutivo.

Governo-Confindustria: è scontro Monti/Squinzi

Confindustria non le manda a dire: Giorgio Squinzi, presidente degli industriali, parla chiaramente degli esuberi di una pubblica amministrazione che pesa sulle spalle di una nazione che non accenna a riprendersi, ma teme la macelleria sociale, quella diretta dalla ministressata Fornero e dal benzinaio mancato Mario Monti.

Il numero uno di Mapei contesta senza mezzi termini l’operato di un governo al quale riconosce un voto al di sotto della sufficienza: 6 meno meno, Monti non è giovato alla ripresa ed il paese è tutt’altro che salvo. Squinzi non è la bella Emma Marcegaglia (che pure in passato ha contestato la riforma Fornero), e quando parla è sferzante. Al punto di suscitare le ire del premier che si arrocca in difesa. E’ il governo dei due scudi: il primo è quello dell’ Europa, perché abbiamo ormai capito che tutto è lecito, se lo chiede “l’Europa”. L’altro scudo è l’ormai arcinoto spread: ogniqualvolta si leva una voce fuori dal coro, c’è chi tira fuori la Kryptonite e minaccia la stabilità globale della società.

Monti, per sfuggire alle proprie responsabilità, arriva ad asserire che le parole di Squinzi possono fare salire lo spread e nuocere alle imprese: una minaccia velata di nuove violenze sullo stato sociale, per non dover ammettere che il differenziale di rendimento tra i titoli di stato tedeschi e italiani è sceso solo per qualche giorno, dopo l’assunzione dei poteri di governo successivi alle dimissioni di Berlusconi. Poi, è ripresa una salita che oggi fissa l’odioso indice a 467, poco sotto quel 500 che consigliò in novembre di prepensionare il maestro del Burlesque, il principe di Arcore.

Le guerre, si diceva un tempo, creano strani compagni di letto. E vedere Squinzi che difende gli interessi dello stato sociale suscita qualche perplessità: vederlo schierato al fianco dei sindacati e parlare come la Camusso fa gridare al realizzarsi della profezia Maya. E’ certo un fatto singolare che due parti sociali, così diverse e solitamente in conflitto tra loro, convengano sull’operato disastroso di un governo che di tecnico ha ben poco.

Qualche asservito della prima ora prende le distanze dal presidente di viale dell’Astronomia: Luca Cordero di Montezemolo, pronto a scendere in pista nelle prossime elezioni con Italia Futura per catalizzare i voti dei delusi del centrodestra ed evitare la diaspora verso Grillo, si oppone duramente a quanto detto da Squinzi che, secondo Mr.Ferrari , parla a titolo personale. Perché un presidente di Confindustria non dovrebbe mai usare quei toni nel dichiarare la propria avversione all’operato del governo. Perché il potere industriale deve sempre trarre linfa dall’esecutivo. Perché l’industria non deve mai evidenziare le pecche di un sistema forte con i deboli. No, uno così non può ambire a guidare il paese. Se volessimo dare un voto a Montezemolo dovremmo fermarci al “quattro meno”.

Sembra che non sia lecito, per i collusi e i ricconi, il criticare un governo che sta difendendo gli interessi dei ricchi e taglieggiando i poveri. La verità fa male e il governicchio non tollera opposizioni di sorta: bisogna dire che va tutto benissimo, che le politiche sociali dell’esecutivo sono un fiore all’occhiello, che la riforma delle pensioni è una perla nel nostro ordinamento, e che quella di Elsa Fornero è l’ultimo ritrovato della scienza giuridica applicata al lavoro. Come in Germania Est, insomma. Sarcasmo a parte,l’unica cosa che pare non si possa dire è che questo governo lavora malissimo.

Squinzi incassa però la solidarietà di un altro grande imprenditore italiano, Enrico Riello, che punta l’indice sull’insostenibile pressione fiscale che le azienda subiscono da una politica erariale poco avvezza alla ripresa.

Ma Mario Monti, che (guarda un po’…) ha lasciato intendere che potrebbe proseguire il suo impegno politico anche successivamente alle elezioni del 2013, non tollera le critiche. Lo spread sale per le dichiarazioni di Squinzi? O perché fa parte di un disegno globale in cui “deve salire” per permettere ai governi di applicare le norme socialicide che vogliono portare l’Europa a privatizzare qualsiasi cosa sia privatizzabile,partendo dalla sanità?


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