Con questa sera si conclude il primo ciclo di puntate, dove si è parlato di ricchi e poveri, della Patrimoniale che non si fa.
Delle vie della corruzione intrecciate a quelle dell'evasione.
Settimana scorsa, la medicina dell'austerity che non ha curato il malato, anzi. E nemmeno nella Germania dove gli italiani emigrano in cerca di lavoro, sono tutte rose e fiori.
Ci sono anche qui precari, stipendi ridotti per la competitività, fasce di povertà.
Ma i tedeschi si sono tenuti stretta la Merkel: quello che succede nel resto dell'Europa fa troppa paura.
Stasera si tratterà di come in Italia si realizzano i progetti per le infrastrutture di collegamento: "Lavori in corso" è titolo, significativo della puntata. Perché questo è spesso il denominatore comune delle grandi opere: cantieri che si aprono e non si chiudono mai. Costi che lievitano fino a raddoppiare.
E, su tutte, il sospetto che siano girate delle mazzette per decidere su quale azienda si doveva prendere l'appalto.
Aziende, tra cui anche quelle della mafia: ormai è sbagliato parlare in infiltrazione delle imprese mafiose nelle opere al nord.
Sono decine le inchieste che hanno rivelato a tutti (quelli che vogliono stare a sentire) che per pezzi di alta velocità (la Torino Milano) lo stato ha finanziato la criminalità organizzata.
Le grandi opere drenano ingenti quantità di denaro pubblico, spesso per progetti ancora sulla carta o per le sole attività preliminari.
Come per il ponte sullo stretto o per il Mose a Venezia.
Opere che non solo hanno costi che lievitano, ma che causano anche danni ambientali di non poco conto. Vedi l'alta velocità e le fonti d'acqua sull'appennino. O anche le paratie sul lungo lago di Como (i cantieri sono ancora lì, sotto gli occhi dei comaschi e dei turisti).
Ma criticare le grandi infrastrutture non significa essere contro: questo paese avrebbe bisogno di collegamenti non solo per le merci (sperando nella famosa luce in fondo al tunnel per le nostre imprese), ma anche per pendolari.
Avrebbe bisogno di una riorganizzazione degli aeroporti e del trasporto via mare.
E invece leggiamo che Trenitalia si concentra sui treni costosi veloci tra Roma e Milano, tagliando i rami secchi (il profitto).
Il grande aeroporto di Malpensa è in crisi e al nord tra Torino e Venezia ci sono troppi scali.
E gli eterni cantieri sull'autostrada del sole e sulla Salerno Reggio Calabria.
E c'è ancora chi considera strategica la linea Torino Lione col tunnel in Val di Susa per far passare velocemente i treni merci.
Continua il viaggio di PRESADIRETTA per raccontare l’Italia della crisi. Ferrovie, strade, porti, vi mostriamo quanto c’è ancora da fare per modernizzare le nostre infrastrutture e i mille cantieri che si potrebbero aprire per dare lavoro a centinaia di migliaia di persone.
Mentre il “cantiere Italia” non riesce a decollare, le grandi opere rischiano di trasformarsi in grandi sprechi di denaro pubblico.
PRESADIRETTA vi racconta l’ultima inchiesta aperta dalla Procura di Firenze sul cantiere dell’alta velocità di Firenze, quella che ha portato agli arresti domiciliari l’ex governatrice della Regione Umbria Lorenzetti e un gruppo di dirigenti pubblici.
Vi raccontiamo il disastro dei collegamenti ferroviari del sud Italia, stazioni abbandonate, treni soppressi, linee tagliate. Un pezzo del nostro paese staccato dal resto del mondo. E quanto paghiamo per questo ritardo? Pensate che c’è chi ha stimato in 92 miliardi di euro il costo dei 700 chilometri di ferrovie convenzionali non costruite.
PRESADIRETTA vi porta sulla Salerno - Reggio Calabria, l’autostrada degli eterni cantieri. E’ stato il più grande affare per le cosche della ndrangheta. Non c’è un solo chilometro che non sia entrato in un inchiesta della magistratura. Testimonianze esclusive, intercettazioni e retroscena dell’operazione “Alba di Scilla”. L’ultimo tratto della Salerno Reggio Calabria doveva essere ultimato alla fine dello scorso anno e invece, dopo una spesa di 12 miliardi e mezzo di euro, mancano ancora 58 chilometri. Ma i soldi sono finiti.
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“Lavori in corso” e’ un racconto di Liza Boschin, Giulia Bosetti, Raffaella Pusceddu, Rosita Rosa, Federico Ruffo