Energie rinnovabili, edilizia sostenibile, trasporti non inquinanti, agricoltura biologica, eco-turismo, comunicazione ambientale, finanza verde, gestione dei rifiuti, sicurezza del territorio sono solo alcuni degli aspetti che toccano sempre più la nostra quotidianità. La green economy interessa ogni comparto produttivo, genera nuovi posti di lavoro e consente la riqualificazione di molti profili che non trovano più spazio nel mercato dell’occupazione.
I nuovi posti di lavoro che si vengono a creare investendo nel mercato della green economy sono oltre 4 milioni e soltanto nei paesi più industrializzati. E’ quanto stimava nel lontano 2008 il Rapporto commissionato da Unep e realizzato assieme a Ilo, Ioe Ituc. E oggi il tema è sempre più pregnante tanto che gli investimenti green, in relazione agli obiettivi Ue per i prossimi dieci anni, passeranno dagli attuali 1.370 miliardi di dollari l’anno a 2.740 miliardi entro fine 2020.
A portare la bandiera dei paesi più virtuosi dell’Unione Europea è la Germania visto che le risorse in campo per i green jobs sono quadruplicate e si stima di raggiungere il 16% dell’intera produzione industriale. Ma anche in Italia qualcosa inizia a muoversi. Secondo una ricerca condotta da Ires Cgil e Filctem Cgil nel 2020, in Italia, ci saranno 60.500 ‘green workers’, e cioè addetti occupati nel settore delle energie rinnovabili, in più rispetto ad oggi, quando ne contiamo 100.000 (45.000 diretti e 55.000 indiretti).
Solo la Fire, Federazione degli energy manager, ossia la figura responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia, conta 2569 soggetti tra responsabili principali (obbligati e non) e locali. I soggetti obbligati sono quelli previsti dalla legge in quelle realtà che superano i livelli minimi di consumi energetici. I soggetti locali invece si riferiscono a quelle aziende che oltre al responsabile principale hanno nominato anche una supervisione nei poli dislocati.
Un altro scenario è offerto dai mobility manager. La professione nata nel 1998 per un decreto sulla mobilità sostenibile nelle aree urbane, secondo l’associazione Euromobility, conta 781 mobility manager d’azienda e 66 di ‘area’ che sono invece nominati da pubbliche amministrazioni come Comuni e Province, che in questo caso, come spiega Lorenzo Bertuccio, direttore scientifico di Euromobility “verificano se le aziende hanno nel proprio organico la figura del ‘mobility manager’ o comunque supportano le aziende nell’elaborazione del piano di spostamento casa-lavoro”.
La green economy dunque fa bene non solo al pianeta ma anche al problema della disoccupazione. In questo contesto la ‘formazione’ è fondamentale per contribuire alla creazione di nuove professioni. Proprio per questo Upter, l’Università popolare di Roma, ha dato il via ad Upter Green che intende offrire attraverso l’avvio di corsi introduttivi agli ecolavori, la possibilità di avvicinarsi ai mestieri verdi contribuendo a formare i professionisti del futuro.
Il resto lo potete leggere qui.
http://www.adnkronos.com/