L’attenzione mediatica di vari programmi e appuntamenti informativi quotidiani è puntata sulla veloce crescita del consenso che il Movimento5stelle sta ottenendo. Il trascinatore Grillo attacca i vertici della politica italiana, che costa quanto Buckingham Palace: ”iniziamo dall’alto, dal Quirinale, dalle Camere. I politici diventino persone normali come i politici negli altri paesi”, ma non si ferma e aggiunge “tagliare i rimborsi elettorali, ai giornali. Si comincino a recuperare i soldi dell’evasione fiscale, 98 miliardi di euro, con i quali si potrebbero pagare le piccole e medie imprese ed evitare i suicidi”.
Grillo prende il suffragio grazie alla degenerazione del sistema che non è più in grado di rappresentarci. Grillo propone alternative ad un sistema che non funziona o perlomeno ci prova. Grillo rappresenta l’attuale giudizio critico sulla passata politica italiana. I politici, aggiunge, ”hanno spolpato, tutti, questo Paese da 20 anni”.
Una classe dirigente che per anni si è disinteressata delle necessità del paese, una classe dirigente italiana che è la più vecchia d’Europa. Un mancato ricambio di energia e pulsioni. Una classe longeva. Signori attempati, fossilizzati e ancorati ai propri benefici. La Repubblica italiana è fondata sulla gerontocrazia. L’età media della classe dirigente italiana impegnata nelle politica, nell’economia e nella pubblica amministrazione in tempo di crisi del nostro Paese è intorno ai 59 anni. A conquistare il triste primato dell’anzianità sono le banche, i cui amministratori delegati e presidenti hanno un’età media di circa 67 anni, pari addirittura a quella dei Vescovi italiani in carica. Nelle Istituzioni, l’età media dei senatori è di 57 anni e quella dei deputati 54. Ancora più alta è l’età media del Governo guidato da Mario Monti, che non si distingue certo per avere dei ministri giovani: 64 anni.
Il nostro presidente del Consiglio ha 69 anni e i ministri più giovani, Renato Balduzzi e Filippo Patroni Griffi, ne hanno “solo” 57.
