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Grottaglie: idee applicabili anche a Montegranaro

Creato il 04 gennaio 2011 da Laperonza

grottaglie-chiesa-matrice.jpgGrazie alla segnalazione de “I Centri Storici D’Italia” ho avuto modo di prendere visione di questo interessante progetto per il centro storico di Grottaglie. Fatti i dovuti distinguo territoriali, geografici, culturali ed economici sembra applicabile anche al nostro problema e combacia in molti punti nella riflessione che a suo tempo ci aveva fornito l’amico Luca Gaudenzi (http://laperonza.myblog.it/archive/2010/03/07/citta-vecchia-preziosi-suggerimenti-di-luca-gaudenzi.htmlhttp://laperonza.myblog.it/archive/2010/04/20/citta-aperta-di-luca-gaudenzi.html).Credo che dovremmo prendere spunto e iniziare a lavorare anche noi ad un progetto integrato come questo, posto che io firmerei per avere un centro storico come quello di Grottaglie.

 

Luca Craia

GROTTAGLIE: NUOVE IDEE PER STRUTTURE ESISTENTI – di Mariangela Martellotta

http://www.grottaglieinrete.it/public/post/recupero-del-centro-storico-di-grottaglie-nuove-idee-per-strutture-esistenti-3522.asp

Aprire un’attività nel centro storico di Grottaglie non è una scelta facile. La connessione tra il sistema residenziale ed economico nella città vecchia è inscindibile e l’una dipende dall’altra: non si può pensare di abitare un luogo senza attività economiche, e lo vediamo anche nelle situazioni di degrado urbano che interessano le periferie lasciate esclusivamente all’espansione edilizia residenziale che costringono i residenti a non viverei propri quartieri ma ad utilizzarli esclusivamente come “dormitori”.

Una possibile rinascita dell’economia grottagliese – pare impossibile ma è così – è stata individuata proprio nella ricomposizione del rapporto fra territorio rurale e territorio urbano. È impensabile limitare una rinascita economica all’apertura sporadica di una bottega o di un negozio in un centro che ha piuttosto bisogno di ritrovare la propria identità perduta. Sarebbe una forzatura e non porterebbe a nulla poiché cittadini o turisti non sarebbero né invogliati, né informati, né condotti (mediante percorsi obbligati per esempio) a raggiungere queste “nuove attività”.

L’idea del cosiddetto “albergo diffuso” (un tipo di struttura ricettiva dove le stanze non siano raggruppate in un unico nucleo ma siano dislocate in edifici contigui) può essere perseguibile e sicuramente più sostenibile della realizzazione di nuove strutture ricettive che sfrutterebbero altro territorio. Per sostenibilità urbana infatti va intesa infatti il criterio di sfruttamento dell’esistente (patrimonio edilizio e quant’altro) e di tutto ciò che nel paesaggio urbano può coesistere senza danneggiare altre caratteristiche dell’ambiente circostante, degli aspetti sociali, della cultura e dell’economia.

Il “laboratorio di ricerca su Grottaglie” svolto da un gruppo di ricercatori e laureandi del Politecnico di Bari (Prof. Arch. C. Montalbano, Prof.ssa Arch. F. Calace, Prof. Arch. R. Martines, Prof. Arch. P. Perfido, Eleonora, Berardi Antonella, Bufo Anna Claudia, Calicchio Domenica, Petruzzella Valentina, Valente Luigia) ha voluto porre l’attenzione sulle dinamiche evolutive del territorio di Grottaglie con il compito specifico di comprendere le cause della rottura della continuità tra città e campagna così come tra i processi che ne caratterizzano lo sviluppo sociale e materiale. Tale studio ha inevitabilmente messo in evidenza le caratteristiche insediative proprie dei sistemi masserizi dislocati sull’intero territorio grottagliese nonché il loro ruolo strategico per lo sviluppo di questo territorio.

Da qui, il tentativo di individuare alcune possibili direttrici di sviluppo, capaci di condurre il territorio grottagliese verso nuove forme di crescita sostenibile. Nella prima fase di costruzione del quadro delle conoscenze, si è rivelata indispensabile l’esplorazione del territorio, inteso come sintesi del sistema ambientale e del sistema antropico. Alla stadio iniziale di analisi delle componenti fisiche del suolo, di studio della morfologia insediativa e della composizione colturale del territorio, ha fatto quindi seguito lo studio e la catalogazione delle masserie dell’agro grottagliese. La fitta trama insediativa, fatta di borghi, masserie, trulli e pagliari ha assicurato per secoli un sviluppo armonico del territorio: le masserie costellavano le vie di collegamento tra i villaggi, garantendo il completo monitoraggio del territorio e il corretto sfruttamento agricolo del suolo; i borghi rappresentavano i punti di snodo dell’intero sistema economico e sociale dall’articolazione capillare e fortemente ramificata.

L’interpretazione dei fenomeni insediativi succedutisi nel tempo, ha permesso pertanto di approcciarsi criticamente alla città contemporanea: la forte industrializzazione, che ha investito l’arco ionico tarantino a partire dalla seconda metà del XX secolo, ha comportato il graduale depauperamento delle risorse culturali e territoriali, accelerandone i processi di trasformazione (vedi ad esempio la conversione di aree agricole a bassa e alta specializzazione in aree per insediamenti produttivi che hanno modificato irreversibilmente il territorio con gravi scompensi anche sul piano geologico, geomorfologico e idrogeologico). Lo sviluppo industriale, in principio inteso come spinta propulsiva dell’economia grottagliese, ha di fatto segnato una battuta d’arresto alla lenta evoluzione agraria del territorio.

Pur riconoscendo oggi la presenza cospicua sul territorio di piccole e medie realtà imprenditoriali, capaci di garantire una notevole produzione agricola (uva da tavola, olio e vino), l’assenza di una strategia economica comune a tutto il territorio ha impedito di valorizzare a pieno le risorse del territorio stesso e di sviluppare, intorno ad esse, attività sinergiche (commerciali, turistiche, culturali) che ne potessero potenziare le ricadute economiche interne.

L’obiettivo della ricerca è stato quindi quello di elaborare uno schema direttore capace di coniugare alla scala territoriale la vocazione agricola e le potenzialità turistiche di Grottaglie. Il progetto del paesaggio ha rappresentato un secondo momento progettuale in cui, attraverso l’interpolazione delle valenze architettoniche, archeologiche e paesaggistiche, si è cercato di ridisegnare l’assetto agricolo nonché tentare di ridefinire il limite di uno spazio urbano estremamente frammentato. Lo studio si completa con due ulteriori discese di scala focalizzate sul:
- progetto di restauro della masseria Galeasi, polo architettonico di estremo interesse per lo sviluppo di una politica territoriale realmente efficace, adottato pertanto come caso studio per la descrizione delle metodologie di intervento sull’edilizia storica rurale;
- progetto di sistemazione e riqualificazione del settore urbano compreso tra il centro storico propriamente detto e il quartiere delle ceramiche. Questo luogo urbano ha rivestito nell’ambito della ricerca un ruolo estremamente importante non solo per quel che riguarda la definizione di una vera e propria porta urbana, ma anche per l’opportunità di riconnettere il cuore di Grottaglie al restante sistema territoriale, dando corpo a quella complessa rete che dalla città (con la sua ricchezza storica, architettonica e artigianale) si collega al restante territorio agricolo (con le sue risorse storiche, archeologiche, architettoniche, paesaggistiche e agricole).

In definitiva se non si punta ad una rinascita limitata ma estesa a più ambiti e non si cerca di dare impulso in maniera sinergica tanto alle piccole realtà imprenditoriali quanto al turismo – ricreando le antiche connessioni fra paesaggio rurale e urbano che sono l’unica maniera affinché il turismo stesso non sia del tipo “mordi e fuggi” ma faccia stanziare in paese la gente per più di due giorni – non si potrà sperare in una rinascita del centro storico e di conseguenza di tutto il paese, né tantomeno si potrà sperare che il centro storico e le sue case abbandonate vengano riabitate. Esistono fonti di finanziamento agevolate ma manca una pianificazione generale.

Senza delle linee guida che partano dall’ente pubblico assieme ai rappresentanti dei commercianti e delle associazioni di categoria non si può andare molto avanti. Per cui si spera che in futuro non troppo prossimo si possano recepire più input da parte di coloro che desiderino partecipare alla rinascita economica del Centro Storico e che essi siano condivisi e attuati in programmi e progetti realizzabili a larga scala sul nostro territorio.

http://www.youtube.com/watch?v=bB_LjU51UKY&feature=player_embedded#!


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COMMENTI (1)

Da Mariangela Martellotta
Inviato il 29 marzo a 19:55
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Salve. Ho ritrovato qui per caso il mio articolo. Mi fa piacere che sia stato utile a dare uno spunto e spero sia uno stimolo per tutti i centri storici. Far rinascere un centro storico è complesso e complicato e non bastano certo gli incentivi ma con la buona volontà e lo stimolo reciproco, e sopratutto la civiltà degli abitanti si possono fare grandi cose! M.