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Grottaperfetta: ma il Fosso c’è o non c’è?

Creato il 26 aprile 2014 da Carteinregola @carteinregola

Carteinregola propone alcune riflessioni sulle ultime vicende legate al Fosso delle Tre Fontane e all’edificazione I-60, che non investono solo l’ambiente e il territorio, ma anche la serietà delle istituzioni e il rispetto delle regole.

L'area tra Via di Grotta Perfetta e Via Ballarin, a fianco del Parco di Tor Marancia (il fosso Tre fontane si trova sul lato di Via Ballarin

L’area tra Via di Grotta Perfetta e Via Ballarin, a fianco del Parco di Tor Marancia

E’ sempre più difficile riuscire a capire come stanno veramente le cose in quell’area di fronte al Parco di Tor Marancia, XI Municipio: da una parte c’è il Consorzio Grottaperfetta, che dovrebbe costruire 400 mila metri cubi di palazzi per 3.500 abitanti, come parziale “compensazione” per aver ceduto al Comune un’ampia superficie destinata a parco pubblico vicino al Parco dell’Appia; dall’altra il Comitato I-60, cittadini, consiglieri municipali, Italia Nostra e altre associazioni ambientaliste che si battono strenuamente contro la “colata di cemento”.

Capitoli precedenti della storia (i più recenti), il sequestro da parte della Procura dell’area del parco (zona nord di Via di Grotta Perfetta) per presunte irregolarità nell’esecuzione dei parcheggi e dell’area giochi denunciate dal Corpo Forestale (vedi nostro articolo del 27/11/2013 e successivi) e il sequestro operato dalla Polizia di Roma Capitale per conto del Presidente dell’ VIII Municipio Catarci e del suo assessore all’urbanistica Massimo Miglio nel febbraio scorso, questa volta del cantiere del complesso in costruzione (tra Via di Grotta Perfetta e Via Ballarin), per il mancato rispetto della distanza degli interventi dal fosso delle Tre Fontane, un corso d’acqua vincolato, con divieto di edificazione per un’area fino a 150 metri dal fosso, che  secondo il Municipio e i comitati era stato da poco interrato. Sequestro poi confermato dalla Procura, che ha aperto un’indagine.

L’ultimo capitolo è l’approvazione, il 23 aprile scorso, da parte della Giunta Regionale del Lazio, di una delibera (> scarica la  delibera giunta regionale vincoli fossi e fiumi) che abolisce alcuni vincoli relativi a corsi d’acqua della Regione, sia per “irrilevanza paesaggistica” sia – come per il Fosso delle Tre Fontane – in seguito alla ricognizione e alla rettifica del vincolo paesaggistico dei corsi d’acqua e relativa fascia di protezione, nella Tav. B del P.T.P.R. adottato, sulla base delle richieste presentate dalle Amministrazioni comunali. Tale delibera ha suscitato reazioni indignate  da parte dei comitati e delle istituzioni municipali (si veda il Comunicato di Italia Nostra o le dichiarazioni di Catarci e Miglio (1), che accusano Regione e Comune di aver deliberatamente tolto il vincolo per permettere la cementificazione.

In realtà le cose sono un po’ più complesse, e come al solito, noi di Carteinregola cercheremo di separare la (comprensibile) opposizione alle edificazioni da parte dei cittadini, dalle illegittimità eventualmente commesse, separando i fatti dalle opinioni.

Perché in tutta la vicenda del Fosso, da come è stata raccontata da chi ha denunciato il danno ambientale e da come è stata riportata dalla stampa,   è stato dato per scontato che il Fosso esista, ma noi non abbiamo trovato alcuna prova “oggettiva” di questo.

Dopo il sequestro del cantiere  disposto dal Municipio, avevamo scritto all’Assessore Caudo, che ci aveva risposto personalmente assicurando che non esisteva alcun corso d’acqua nell’area dei lavori, dato che “le verifiche effettuate dal Dipartimento Programmazione ed Attuazione Urbanistica, hanno rilevato la veridicità degli atti prodotti … che ne decretavano la cessazione della sua funzione idraulica “ e che “il Fosso nel tratto prospiciente il programma urbanistico in questione è stato sostituito dal Collettore Tre Fontane già dal 1980(2)

mappa fosso tre fontane wwf 2006

La mappa del WWF che nel 2006 ricostruisce il percorso del Fosso delle Tre fontane (in giallo la parte sotterranea)

Ma, al di là della parola dell’assessore – di cui peraltro non abbiamo motivo di dubitare –  c’è tutta una serie di elementi da noi trovati che sembrerebbero confermarlo: su un sito del WWF, nel 2006 (quindi da una fonte “ambientalista” e molto prima di ogni possibile uso strumentale) abbiamo trovato una circostanziata ricostruzione del percorso del fosso (3), con la constatazione che – proprio nel tratto in corrispondenza delle aree di cantiere – il fosso risulta interrato, dato che viene citato un “recente svincolo delle Tre Fontane, dove…era parzialmente visibile lo scatolare in cemento in cui le acque venivano convogliate in fognatura (4). Quindi secondo il WWF il tratto interessato dai lavori dell’I-60 è “tombato”, come sostiene il Comune. E anche uno sguardo alle mappe storiche di Istella, per quanto poco leggibili nel dettaglio, non sembrano evidenziare alcun fosso d’acqua (si veda in particolare la mappa del 2005) (5). E abbiamo anche raccolto indicazioni, che ci riserviamo di approfondire, sul fatto che il Fosso si troverebbe – in quel tratto – addirittura sotto Via Ballarin.

Se così fosse, la delibera che toglie il vincolo dal “Fosso di Tre Fontane” potrebbe essere stata accelerata proprio perché, avendo appurato che il Fosso è da tempo stato “intubato”, si è ritenuto necessario aggiornare la grafica del PTPR per consentire il prosieguo di lavori regolarmente autorizzati.

E qui torniamo al punto, posto fin dall’inizio: il fosso esiste o no? Quel tratto è stato tombato da anni  o è stato interrato qualche settimana fa? Non dovrebbe essere difficile da appurare. Ci saranno documenti, foto, verbali di sopraluogo. Se si scoprirà che il Comune di Roma  e la Regione hanno tolto una tutela vigente, dovranno risponderne davanti ai cittadini. Se invece è stato il Municipio a dare informazioni sbagliate, a definire “fosso” un ristagno di acqua piovana, qualcuno dovrà fare marcia indietro e correre ai ripari.

Noi non ci accontentiamo delle tesi e delle parole, aspettiamo che qualcuno ci fornisca delle carte inoppugnabili e chiederemo al Presidente Catarci, all’assessore Miglio e all’Assessore Caudo di pubblicare tutte le carte in loro possesso.

Resta inteso che siamo lontani anni luce dalla mentalità “se sei contro il cemento devi schierarti  per la tutela del fosso, se metti in discussione l’esistenza del fosso sei amico dei costruttori”. Come diceva Orwell, “nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario”…

fosso tre fontane oggi

Partticolare di Google map attuale, Via Ballarin

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PTP Fosso tre fontane da la capitale dei conflitti
Per completezza di informazione inseriamo in download il minuzioso lavoro fatto da Sergio Caldaretti e Rodolfo Tisi: Tutela sì, tutela no. Il Fosso delle Tre Fontane
pubblicato il 7 aprile 2014 su www.lacapitaledeiconflitti.net articolo_fosso-delle-tre-fontane  Tuttavia  non comprendiamo come, partendo anche loro dal testo e dalla mappa pubblicata nel 2006 dal WWF (anzi, loro l’hanno trovata prima), diano per scontata l’esistenza del fosso “da tutelare paesaggisticamente” e soprattutto come possano escludere (ma l’articolo è precedente alla Delibera Regionale del 23 aprile 2014)  che la rimozione del vincolo derivi non da una dichiarazione di ininfluenza paesaggistica ma – da come  risulta nelle carte – dalla correzione di un errore di rappresentazione grafica. Infatti il loro stesso articolo si conclude con una cartina della zona, Tavola C24 (fig.6 del loro dossier, vedi sopra) , in cui il Fosso non appare nel reticolo idrografico, fatto che gli autori stessi  – con grande onestà intellettuale -  sottolineano, promettendo che “per valutare meglio circostanza è necessario un approfondimento”  che effettueranno in seguito.

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> per il punto di vista del Comitato STOP  I -60 vai al sito del comitato

> per approfondimenti sulla questione  compensazioni vai alla pagina

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(1) COMUNICATO di ITALIA NOSTRA del 24 aprile 2014

FOSSO TRE FONTANE : UNA VERGOGNA AMBIENTALE. L’ASSESSORE MICHELE CIVITA OTTIENE DI TOGLIERE LATUTELA PAESAGGISTICA  FACENDO VOTARE  IERI  UNA DELIBERA DALLA GIUNTA REGIONALE

L’Assessore alle Politiche del Territorio, Mobilità e Rifiuti, Michele Civita, che dovrebbe garantire sempre più un territorio ormai in continuo dissesto ambientale, e che vede ogni giorno scomparire sotto il cemento l’agro romano sia con l’abusivismo che con nuove convenzioni edilizie, dimostra invece una grande efficienza nel limitare o addirittura togliere le tutele esistenti.

E’ quanto è avvenuto ieri quando la Giunta ha approvato la sua proposta di delibera che ha considerato “irrilevanti ai fini paesaggistici” circa 30 corsi d’acqua della Regione Lazio sulla base delle segnalazioni delle Amministrazioni comunali.

Nell’elenco c’è il corso d’acqua che ci risulta essere il vero scopo della delibera e di tanta fretta : il Fosso delle Tre Fontane che fa parte del comprensorio edilizio noto come “ I 60”, fosso posto recentemente sotto sequestro da parte della Procura in quanto era in corso, abusivamente, il riempimento del suo alveo, per la distruzione del corso d’acqua e della sua vegetazione ripariale.

La denuncia di quanto è avvenuto è dovuta al coraggioso Presidente del Municipio VIII, Andrea Catarci e del suo Assessore all’Urbanistica Massimo Miglio che subito furono sommersi da attacchi mediatici che negavano la presenza della tutela paesaggistica che in origine prevedeva ben 150 metri di rispetto, poi ridotti a 50 dalla Regione quando interessano progetti edilizi.

Ma anche i 50 davano grande fastidio al Consorzio in quanto su quel tratto del fosso il loro progetto prevedeva strade e parcheggi come se addirittura fosse già stato intubato.      Che  la  denuncia fosse valida e che lo storico Fosso è esistente trova conferma dalla stessa delibera di ieri della Giunta che ha deciso di levare proprio quella tutela avendo dovuto verificarne “obtorto collo”  l’esistenza.

A pag. 13 della delibera è evidente il frenetico attivismo avvenuto, dopo   il sequestro, tra la Regione e il Comune che insieme sono andati a trovare un “errore  di graficizzazione” (tutto da verificare) nella misurazione dei limiti di pubblicità dell’ acqua pubblica su una mappa IGM della seconda metà dell’800.

Infatti per dimostrare il presunto errore l’Assessore Civita riesuma una Gazzetta Ufficiale del 1910, ma ne applica soltanto la parte necessaria alla esclusione del vincolo proprio nell’area interessata dal progetto edilizio, ci risulta omettendo di applicare la parte che obbliga a misurare tale vincolo sino alla presa d’acqua a monte del corso d’acqua dove esiste dal 1907 una azienda agricola con la relativa presa d’acqua.

La corretta applicazione del G.U. del 1910 comprenderebbe infatti tutta l’area del progetto edilizio.  Meraviglia tanta solerzia vista la totale mancanza dei dovuti controlli  sull’esistenza del vincolo da parte sia da parte del  Comune che della Regione quando hanno approvato  il progetto edilizio che, necessariamente, dovrà essere modificato visto che rimangono, comunque, validi i 10 metri di rispetto di acqua pubblica che non hanno potuto eliminare.

ITALIA NOSTRA per quanto riguarda l’inaccettabile delibera regionale non rinuncia ad esercitare tutte le azioni che la possano invalidare anche pretendendo un controllo e un intervento del Ministero dei Beni culturali e paesaggistici che ne ha il potere.

(1 bis) 

La Repubblica 25 aprile 2014 “Cantiere a Grottaperfetta: la Regione leva i vincoli – “Regalo ai costruttori” di Paolo Boccacci scarica l’articolo Repubblica 25 aprile Grottaperfetta

http://garbatella.romatoday.it/ardeatino/catarci-attacca-pd-capitolino-su-fosso-tre-fontane.html Fosso Tre Fontane: “La voglia di cementificare gioca brutti scherzi al PD” Il Presidente Catarci e l’Assessore Miglio, smentendo le considerazioni del gruppo PD in Campidoglio, si chiedono come possa “un atto politico a posteriori cancellare un’inchiesta in corso”

http://www.urloweb.com/municipi/categorie/municipio-viii/5714-fosso-delle-tre-fontane-per-la-regione-nessun-vincolo Fosso delle Tre Fontane: per la Regione nessun vincolo La Giunta toglie la tutela Paesaggistica a 30 fossi con un Regio Decreto del 1910

(2) LA RISPOSTA DELL’ASSESSORE CAUDO DEL 28 MARZO 2014

Qualche specificazione sulla vicenda inerente la trasformazione urbanistica “Grottaperfetta”.
È consuetudine, da qualche tempo a questa parte, opporsi alle trasformazioni del territorio senza riconoscere la storia che le ha prodotte. Nel caso specifico, la maggior edificazione prevista tra via di Grottaperfetta e via Ballarin è conseguenza della lotta cittadina – vinta in quel caso – per la salvaguardia del Parco di Tor Marancia. Ma ciò ora non interessa più. L’opposizione odierna all’intervento cosiddetto “I 60”, prende a pretesto il Fosso delle Tre Fontane ricompreso nell’area di progetto. Per la sua “salvaguardia”, circa un mese fa, su sollecitazione delle Autorità Municipali è stata sequestrata parte del cantiere avviato per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria, nonostante le verifiche effettuate dal Dipartimento Programmazione ed Attuazione Urbanistica, avessero rilevato la veridicità degli atti prodotti dai diversi soggetti istituzionali coinvolti nell’approvazione del programma e nella sottoscrizione della relativa convenzione (2012) che ne decretavano la cessazione della sua funzione idraulica. In particolare, si è rilevato che il Fosso nel tratto prospiciente il programma urbanistico in questione è stato sostituito dal Collettore Tre Fontane già dal 1980. Inoltre si è verificato se il progetto presentato rispettasse le prescrizioni apportate dalla Regione Lazio nel parere favorevole rilasciato in seno alla Conferenza dei Servizi. La serie di verifiche condotte e fin qui richiamate, sono state motivate dalla volontà di accogliere le osservazioni e le perplessità sollevate dai cittadini all’inizio del mio mandato al fine di fugare ogni dubbio sulla legittimità della operazione in corso perché interesse del Dipartimento è stato quello di fare luce sulla vicenda e di dare certezza alle iniziative imprenditoriali, non di utilizzare strumentalmente la lotta degli abitanti.

Giovanni Caudo, Assessore alla Trasformazione Urbana

(3) http://www.wwfroma11.it/documenti/tre%20fontane/fosso%20trefont%20mag%2006.ht

testata sito wwf 3 fontane

second aparte sito wwf tre fontane

(4) “Attualmente ne rimane integro solamente un tratto di poco più di 1 km di lunghezza, che inizia dal piazzale del centro commerciale I Granai, (qui risulta pressoché asciutto), fino al recente svincolo delle Tre Fontane, dove fino a poco prima dei lavori era parzialmente visibile lo scatolare in cemento in cui le acque venivano convogliate in fognatura.
Una risorgiva ed una sorgente, all’altezza del complesso scolastico di Via Berto, poste al di sotto di Via Ballarin, però garantiscono ancora l’esistenza di un ricco ecosistema fluviale in un tratto di questo fosso (tratto azzurro nella foto satellitare), dalle acque molto pulite, con la presenza di alcune popolazioni animali interessanti anche sotto il profilo ecologico”

(5) Mappa  del 1988

fosso delle tre fontane 1988

 

Mappa del 1998

Mappa del 2003

Grottaperfetta: ma il Fosso c’è o non c’è?

Mappa del 2005

Grottaperfetta: ma il Fosso c’è o non c’è?

Mappa del 2011

Grottaperfetta: ma il Fosso c’è o non c’è?

Google Map ultimo aggiornamento

L'area tra Via  di Grotta Perfetta e Via Ballarin dove dovrebbe sorgere il nuovo complesso residenziale

L’area tra Via di Grotta Perfetta e Via Ballarin dove dovrebbe sorgere il nuovo complesso residenziale

 



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