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Ground Floor, i diversi piani dell’amore

Creato il 21 novembre 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

21 novembre 2013 

Il giudizio di Marco Goi

Ground Floor è la nuova serie comedy creata da due specialisti nel settore, Bill Lawrence in collaborazione con Greg Malins. Il nome di quest’ultimo magari non dirà molto, eppure si tratta di uno sceneggiatore e produttore che ha già lavorato su un sacco di sitcom, da Friends a Will & Grace, da E alla fine arriva mamma! a 2 Broke Girls. A far scattare sull’attenti gli appassionati di comicità made in USA è però il nome del primo. Bill Lawrence è infatti il creatore del mai dimenticato Scrubs, ma in passato anche di Spin City con Michael J. Fox e più di recente di Cougar Town, la serie sulle MILF capitanate da Courteney Cox.

Rispetto a questi telefilm, Ground Floor rappresenta di certo un prodotto più tradizionale e meno sorprendente. Scrubs in particolare è una serie che ha lasciato un’impronta profonda nella serialità americana e ha rappresentato una piccola rivoluzione sia nel modo di fare sitcom che anche per il genere medical. Senza Scrubs potremmo immaginare ad esempio Grey’s Anatomy, che ne è un po’ la versione soap-drama? Difficile.

Ground Floor con John C. McGinley e Skylar Astin

John C. McGinley e Skylar Astin in una scena di Ground Floor

Chi si aspetta qualcosa di nuovo o di particolarmente originale, questa volta resterà deluso da Bill Lawrence. Ground Floor è una sitcom vecchio stile, con tanto di risate registrate comprese. Anche a livello di tematiche sembra di fare un tuffo indietro nel tempo, in pieni anni ottanta. La serie è giocata sul contrasto all’interno dello stesso edificio tra i lavoratori di una compagnia bancaria, la Whitestone Trust. Al piano terra, al Ground Floor del titolo, stanno gli impiegati più indisciplinati e svogliati che possiate immaginare, sempre intenti a fare qualunque cosa tranne lavorare. Ai piani superiori lavorano invece gli yuppie di turno, un gruppo di giovani ambiziosi e fissati con il lavoro capeggiati dal loro dittatoriale boss nonché mentore, il signor Mansfield.

A interpretarlo troviamo una vecchia conoscenza proprio di Scrubs, ovvero John C. McGinley, il mitico ex Dottor Cox. L’attore si era guadagnato negli anni ’80 una delle prime parti importanti della sua carriera in Wall Street, il film sugli yuppie diretto da Oliver Stone, e qui curiosamente interpreta un capo egocentrico che, anche nel look con tanto di bretelle e camicie bicolori, ricorda il protagonista di quella pellicola, Gordon Gekko interpretato da Michael Douglas. Se quest’ultimo per la parte si era portato a casa la statuetta dorata, John C. McGinley in questo ruolo analogo non sarà da Oscar ma se la cava comunque molto bene ed è il personaggio trascinante dei primi due episodi visti finora della sitcom in onda negli USA su TBS.

Il cuore, è proprio il caso di dirlo, della vicenda sta però nell’amore tra i due giovani protagonisti. Lei, la sexy bionda Briga Heelan (già intravista in Cougar Town e Jane stilista per caso), lavora al piano di sotto e, con il suo senso dell’umorismo cinico e spiccio ricorda Max di 2 Broke Girls. Lui, Skylar Astin (già nei film Voices e Un compleanno da leoni), è invece il lavoratore perfettino e precisetti dei piani superiori. Nonostante la differenza di classe, e di piani nell’edificio, i due cominciano a frequentarsi, provando a unire i loro due mondi. Ce la faranno?

A voi il piacere di scoprirlo con questo Ground Floor, una nuova sitcom romantica già vista e non troppo originale fin che si vuole, è vero, ma che dalla sua parte vanta una serie di battute e personaggi divertenti: oltre al boss John C. McGinley, attenzione anche al nerd Harvard interpretato da Rory Scovel e all’affascinante Tori (Alexis Knapp pure lei nel cast di Voices). Se ci si fa coinvolgere dai battibecchi tra le due differenti concezioni della vita proposte dai protagonisti, la frequentazione di questo edificio diventa allora davvero piacevole e l’obiettivo principale per una serie comedy come questa si può dire centrato. Quale obiettivo? Quello di far ridere, naturalmente.

Di Marco Goi per Oggialcinema.net


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