Per la verità qualcuno, nei giorni scorsi, ne ha parlato prima e meglio di noi. La recente trasmissione televisiva (Le Iene - Mediaset - del 28 maggio, servizio di Luigi Pelazza) che ha messo in evidenza una asserita ed anche in parte documentata, almeno come tentativo, compravendita di arruolamenti all’interno della Guardia di Finanza, al suono di migliaia di euro che finirebbero, stando a quelle affermazioni, a qualcuno del comando generale del Corpo, mi ha fatto tornare alla mente alcune confidenze che, allorché ero in servizio nel Corpo, ebbi a raccogliere. I casi sono diversi, ma voglio qui citarne uno in particolare, dell’inizio degli anni Settanta. Ero stato invitato ad un matrimonio, di un mio dipendente, bravo finanziere, ed al pranzo di nozze fui fatto accomodare al tavolo dei genitori dello sposo, brava gente meridionale, popolana ma cordialissima ed educatissima. Ad un tratto, il padre, parlando del figlio ora finanziere e sposo, si lasciò andare a qualche confidenza: adesso era diventato una persona seria e responsabile, ma, quando era un po’ più giovane, aveva dato qualche problema ai genitori, tanto che era stata una vera grazia quell’arruolamento nel Corpo, che aveva risolto la situazione. A quel punto intervenne la madre che aggiunse: e quanti soldi ci è costato! Perché abbiamo dovuto pagare per farlo entrare!
L’imbarazzo grave del marito mi indusse a lasciare cadere il discorso, ma successivamente, chiesi della cosa al mio dipendente, il quale, avendo evidentemente in me fiducia, mi confermò: non solo il padre aveva dovuto pagare ad appartenenti al Corpo per ottenere quell’arruolamento, ma a suo dire anche altri suoi colleghi avevano dovuto ricorrere a quel sistema collaudato e sistematico. Parliamo di 40 anni fa, naturalmente. Oggi, le cose stanno diversamente. O no? Voi cittadini che cosa ne dite?
Vincenzo Cerceo Colonnello in congedo della Guardia di Finanza Cell.: 334-3751085