TgLa7 apre l’edizione serale con il riassunto delle novità politiche registrate nella giornata appena trascorsa. Quella di maggior richiamo informativo è senza ombra di dubbio, l’accordo sulla legge elettorale. La soglia sale al 37%, se non si raggiunge quella quota bisogna andare al turno di ballottaggio e all’interno del Parlamento saranno presentate le liste che avranno ottenuto almeno il 4.5%. Queste le principali novità, dell‘accordo sottoscritto tra Renzi e Berlusconi, che ora inizia il percorso parlamentare con poche possibilità di essere modificato. L’intesa sulla legge elettorale, tra Pd e Forza Italia, superate le perplessità è chiara ed evidente: l’Italicum alza di due punti la soglia per accedere al premio di maggioranza.
Il dado è tratto. Mai più larghe intese grazie al ballottaggio. Mai più potere di ricatto dei piccoli partiti. Mai più inciucci alle spalle degli elettori. Ma l’entusiasmo di Renzi non è condiviso da tutti. Vendola: “ Stiamo passando dal porcellum al caimanum”. “È una proposta troppo sbilanciata sugli interessi di Berlusconi“, spiega il bersaniano Alfredo D’Attorre. Andrea Romano. “Per mesi ci hanno raccontato la favoletta che si voleva scalzare la partitocrazia e ridare ai cittadini trasparenza e potere di scelta – conclude il senatore popolare – ora invece vediamo all’opera Pd e Forza Italia, con nuovi e vecchi leader che vanno a braccetto, che fingono di cambiar tutto per non cambiare nulla, nella migliore tradizione gattopardesca italiana”. Vedremo cosa succederà in aula superati i mal di pancia interni anche al PD e a una parte di partiti che vorrebbero che l’effettivo equilibrio tra governabilità e rappresentanza partisse dalla soglia del 40%.
Ma se il Parlamento tenta il riscatto per la brutta pagina del porcellum, alla Camera non c’è pace. Da tempo assistiamo a scontri e proteste. E in serata esplode un’ altra grossa battaglia a seguito del decreto IMU-Bankitalia, votato in via definitiva, dopo la decisione della presidente della Camera Laura Boldrini di applicare la “ghigliottina” che blocca tutti gli interventi e le dichiarazioni di voto e dà il modo di essere votato direttamente. Un’approvazione (236 sì, 29 no) avvenuta nel caos completo proprio per la protesta contro la scelta compiuta dalla presidente di Montecitorio. Non appena aperta la votazione, è scoppiata la violenta bagarre. I deputati grillini sono corsi verso i banchi del governo. I commessi hanno provato a fermarli, ma senza riuscirci. Fischi e botte. Tumulti. Alcuni erano imbavagliati. Nella situazione tesa, ci scappa anche uno schiaffo. Volano monete di cioccolata e anche un fascicolo degli emendamenti. Alla fine i Cinque Stelle lasciano la sala tra le urla ma, non intendono sospendere le loro azioni di protesta sul decreto che, secondo loro, farebbe un regalo alle banche e alle assicurazioni. Il decreto del governo, che tra le altre cose contiene la norma sull’abolizione della seconda rata della tassa sulla casa, è al centro di uno scontro parlamentare durissimo da settimane perché prevede la discussa rivalutazione delle quote della Banca d’Italia che farebbe guadagnare, alle banche, fino a 4 miliardi. La presidente Boldrini ha chiesto all’esecutivo di prendere una decisione, ma il governo ha risposto che tecnicamente non era possibile stralciare le due questioni. Da qui la prosecuzione della protesta dei grillini. E infine la decisione della Boldrini e il voto nel caos.
Ma in tutto questo vortice di novità, il cittadino si pone semplicemente una domanda: ritorneremo mai ad ottenere, dai nostri rappresentanti, modi civili e corretti per raggiungere risultati o per dimostare il dissenso?