Ho beccato giusto ieri questa candid camera sulla bacheca di uno dei miei contatti facebook, che preferisce restare nell’anonimato (Rocco De Stefano). Mi è partita una riflessione da post e trovo solo ora il tempo di buttarla giù. Non è nulla di animalistico, tranquilli.
Mi è capitato diverse volte, durante un brainstoarming, di proporre la produzione di un video virale con il format di una cadid camera per veicolare un messaggio (di qualsiasi genere). Lo ritengo un format leggero, di rapida fruzione, che si presta alla condivisione, e che può essere reinterpretato. I guru definiscono questa miscela di doti parte integrante di un contenuto dal dna virale.
Il problema è: avete mai provato a produrre un video virale?
E non sto parlando di farsi venire un’idea creativa figa, come questa utilizzata per illuminare le persone sulla incoerenza di chi mangia carne: negarsi alla consapevolezza. Parlo proprio di realizzare ciò che si ha in mente.
Procedendo con ordine, a brainstoarming chiuso, si definisce in modo dettagliata l’idea al fine di presentare una proposta al cliente chiara, accompagnata da una quantificazione dei costi. Il video in oggetto sembra semplice da realizzare. Eppure per strutturare una proposta completa di preventivo c’è bisogno di:
1. Individuare una location consona e quantificare l’eventuale fitto/occupazione (nel caso, un ipermarket. Avete mai provato a cercare il contatto del direttore di una ipermercato della GDO? Ecco, cercare di parlare con GOD sarebbe più semplice. Ma se avete fede…);
2. Ingaggiare gli attori (per le persone basta affidarsi ad un’agenzia, se vi bastano i soldi. Per eventuali maialini, consiglio di andarli a prendere in fattoria. Se non altro saranno abituati a stare all’aria aperta. Per i maialini morti (vedi già lavorati..) siete in un supermercato, potrete servirvi al bancone);
3. Trovare almeno un cameraman (se non avete una lista di contatti pronta all’uso di almeno 10 nominativi, vi consiglio assolutamente di iniziare a crearla);
4. Provvedere agli allestimenti (nel video il tritanulla che nasconde la ragazza sembra fatto in modo molto artigianale. Vi dovrete comunque preoccupare di come realizzarlo, dove recuperare i materiali, chi lo dovrà assemblare. Insomma, preparate i coinquilini al fatto che si farà un po’ di casino a casa);
5. Accertarsi che esistano o meno evenutali regolamentazioni specifiche (ma i maialini possono stare davvero all’aria aperta? le persone possono essere riprese mentre sputano un pezzo di salsiccia?);
5.1 Accertarsi delle evenutali multe da corrispondere in violazioni delle regolamentazioni di cui il punto 5 (in alcuni casi, potrebbe essere più conveniente realizzare l’attività e pagare le multe EVENTUALI, piuttosto che impelagarsi nella ricerca di qualcuno che vi dia il consenso a procedere. Si aggiunge a preventivo la voce – per multe varie ed evenutali – e pazienza);
6. Ingaggiare una persona che si preoccuperà di far firmare ai malcapitati ripresi una liberatoria sull’utilizzo della propria immagine (sei poi scopa anche a terra, ripulesce le varie sputacchiate, e alla fine della giornata mette anche apposto, vi potete anche sparare la posa col capo sulle vostra capacità di ammortizzare i costi).
Tirando le somme, c’è una doppia morale in questo post.
La prima è che nella realizzazione di un video virale all’interno di un’agenzia l’ultimo dei problemi è creare l’ideavirus.
La seconda è avete mai assaggiato il cochinillo de leche asado che servono al Sobrino de Botìn a Madrid? Un orgasmo.
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