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“Hanno tutti ragione” al Teatro I

Creato il 07 ottobre 2013 da Temperamente

“Hanno tutti ragione” al Teatro IHanno tutti ragione è un libro del regista Paolo Sorrentino, uscito nel 2010 per Feltrinelli. Al Teatro I Iaia Forte lo porta in scena, interpretando l’eccentrico protagonista Tony Pagoda. Come lei stessa ammette, la scelta di portare sul palco Pagoda «è venuta per innamoramento», per la volontà di «dare suono alla bellissima lingua del libro». Un suono ben preciso quello di Pagoda/Forte, che canta, diverse canzoni durante lo spettacolo. Tony Pagoda è un cantante italiano di night, negli anni ’70, che all’apice del successo riesce ad esibirsi live al Radio Music City Hall di New York – un evento strabiliante di per sé, ancor di più a pensare che Pagoda ci è finito con quei quattro sgarruppati della sua band, come dice lui stesso guardandoli con ansia prima del concerto. E a canzoni come “La notte” che (dovrebbero) inteneriscono il cuore dei più duri, Pagoda/Forte associa altre più danzerecce e ballabili, scatenandosi e conquistando, anche dal vivo, il pubblico del Radio City Hall/Teatro I, che lo/la accompagna battendo le mani e facendo da coro canticchiando i ritornelli. Pagoda si esibisce e da il meglio di sé in questa serata che è il culmine della sua vita, artistica e non, con un occhio fisso a Frank Sinatra, celato tra il pubblico, venuto anche lui a godersi lo spettacolo da buon italo americano. E guardandolo Tony P. pensa di essere salito nel suo stesso Olimpo, anche se solo per una notte, anche se solo per un baluginio momentaneo. Perché cos’è la vita, in fondo, se non questo? Un momento staccato dagli altri, 15 minuti warholiani, un po’ di riflettori e poi… poi tutto passa, tutto va via, il momento finisce, le luci si spengono. E a quarantasei anni Tony può finalmente dirlo, quello che resta quando tutto è spento (ma anche prima che si accenda). È sopraggiunta la stanchezza. La stanchezza di far finta di essere giovani, belli, felici e immortali. La stanchezza di rincorrere The Voice e quelli come lui, sapendo di non potercela mai fare – e il comico confronto tra gli anelli alle mani dei due singer lo dimostra impietosamente. Ed anche perché, comunque, pur una volta che lo si raggiunge, salendo sullo stesso palco su cui è stato persino lui, il mitico Sinatra, arriva, inesorabile, il momento preciso in cui quella vocina sottilmente stridula, che viene da sotto sotto e non si tace mai, che chiede: «Chi cazzo ti credi di essere?» Iaia Forte è strepitosa, diverte e trascina, in un ruolo comico che le si adatta perfettamente, rendendo al meglio quell’idea di “innamoramento” che l’ha spinto a inscenare il fortunato libro di Sorrentino.


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