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Hashtag difendiamonapoli: vera informazione

Creato il 05 maggio 2014 da Makinsud

Riceviamo e riportiamo comunicato creato dalla pagina Difendiamo Napoli a posteri della (dis) informazione delle vicende relative alla finale di Coppa Italia a Roma dello scorso 3 Maggio. “Questa pagina nasce con l’intento di difendere la città di Napoli dal linciaggio mediatico che sta subendo da parte della stampa Nazionale”

Napoli

Scrivere non è sempre facile, decidere come farlo è ancora peggio. Tuttavia, travisare i fatti, come sta accadendo, incessantemente ed impietosamente, in queste ore, è l’atto più vergognoso del quale un giornalista può macchiarsi. Articoli riportanti notizie falsate, distorte, raggirate, fino a sovvertire ed invertire le priorità, video di giornali nazionali che pretendono di inglobare, in uno scampolo di minuti, la fedele riproduzione di quanto accaduto nell’arco di un intero pomeriggio. Immagini montate ad arte e quando si parla della sparatoria la si definisce “rissa ad un chiosco”.

I titoli che, da stamattina, si susseguono e si inseguono, su tutti i giornali, in tutto il mondo, ci lasciano veramente “feriti”. A finire sotto la luce dei riflettori dovevano essere i volti dei nostri eroi: Marek, Gonzalo, Lorenzo e non un capo-ultrà erto a comodo capro espiatorio sul quale abilmente spostare l’attenzione dell’opinione pubblica e mediatica. Invece, oggi, per certi sciacalli, “A’ Carogna” è il boccone più appetibile sul quale fiondarsi. Un romano che non può essere chiamato né tifoso né ultras è sceso per strada armato di pistola, affamato di vendetta ed animato dall’agghiacciante voglia di uccidere. Questo, però, non deve fare notizia. Non deve essere LA NOTIZIA. In quell’illogica e riprovevole guerra tra calcio e follia, ci è finito di mezzo Ciro Esposito, un ragazzo di 29 anni, additato da quegli stessi sciacalli come “camorrista”, non appena si è saputo che fosse originario di Scampia. E l’alibi al quale aggrapparsi per confezionare la notizia del regolamento dei conti e dell’agguato di stampo camorristico è facilmente confezionato. Invece no. Non può e non deve andare così. Ciro Esposito, molto probabilmente, perderà l’uso delle gambe, ma questa verità, secondo certe stampa, non deve rappresentare la notizia portante, ma, anzi, non deve fare notizia. Il calcio spara e l’informazione uccide il diritto d’informazione. L’informazione è e deve essere libera ma travisarla facendo apparire Napoli e i napoletani come il male da estirpare proprio non ci va giù.

Per questo motivo nasce #difendiamonapoli e la pagina Facebook “Difendiamo Napoli”. Per placare la nostra fame di verità, per ristabilire come sono andati veramente i fatti a Roma in una giornata che non dimenticheremo facilmente e che doveva essere una festa di calcio, ma sulla quale hanno sparato proiettili, sangue e calunnie. Difendiamo Napoli, tutti insieme: politici, giornalisti, operatori dell’informazione, personaggi della società civile, attori, uomini di cultura, lavoratori onesti e anche i tanti disoccupati di una terra martoriata. Retorica? No, pura realtà. Evitiamo di invitare nelle nostre trasmissioni soloni che poi fuori dai confini di Napoli gettano merda, si, merda in faccia, a noi tutti e alla nostra città.

Decidiamo di non farli parlare così di Napoli, decidiamo che non possono venire qui da ospiti graditi e riveriti e poi in diretta nazionale, dicano cose inesatte solo per cavalcare l’audience. Diffondiamo questo comunicato e facciamolo pervenire a tutte le redazioni giornalistiche che stanno cavalcando l’ingiuriosa onda della disinformazione.

Difendiamo Napoli, allora. Insieme. Ci aspettiamo che i nostri bravi politici, invece di preservare la poltrona o di tutelare il proprio incarico, difendano Napoli, la nostra terra, la nostra cultura, la nostra storia. Concludiamo con le parole del questore di Roma, Massimo Mazza, che ha voluto precisare in maniera netta che: “Non c’è stata alcuna trattativa con gli ultras del Napoli. Non abbiamo mai pensato di non far giocare la partita”. Mazza ha detto in conferenza stampa che è stato solo accordato al capitano del Napoli di informare i tifosi, su richiesta di questi, sulle condizioni di salute del ferito. Anche se non vorrei che con queste parole si voglia difendere l’operato non certo sufficiente delle forze dell’ordine che verificato con testimonianze hanno lasciato camminare spalla a spalla tifosi del Napoli e della Fiorentina per oltre 2 km prima di arrivare allo stadio.

Il questore continua…”Mai nessuno – ha detto il questore – ha pensato di non far giocare la partita, né la federazione, né le forze dell’ordine né le società. La società Napoli ci ha solo chiesto se avessimo nulla in contrario se il capitano spiegasse ai tifosi come era la situazione, anche perché si erano diffuse notizie che davano per morto il tifoso. Non c’erano controindicazioni e così il capitano ha potuto spiegare che i tifosi della Fiorentina non c’entravano con quello che era accaduto e che il tifoso non era morto. Non riesco a capire – ripete il questore – di quale trattativa si parli: non c’è stata alcuna trattativa”.

Difendiamoci e difendiamo Napoli.


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