- Bisogna dire ai bambini quando una cosa inizia e quando una cosa finisce. Nei titoli di coda ho messo i nomi di tutti in ordine alfabetico, comprese le donne delle pulizie e il gatto degli studios, senza specificare quale ruolo abbiamo avuto nel film. I bambini se ne fregano di sapere chi ha fatto che cosa.
- Mi auguro che saremo in grado di creare film che verranno apprezzati dal pubblico nei prossimi trent’annni. Non credo che saremo in grado di trascendere questo ed aspettarci di più poiché, anche se le opere che hanno più di trent’anni possono essere ritenute storiche, sono cose che il pubblico non sarà più in grado di apprezzare. Dobbiamo lavorare con questo tipo di limite in mente e, allo stesso modo, fare del nostro meglio mentre ci muoviamo verso il futuro.
- Sono davvero convinto che il successo commerciale non abbia tutta questa importanza. Alcuni risultati commerciali si rendono necessari per proseguire nel nostro lavoro, certo, ma in sé non sono l’obiettivo primario.
- I film non devono essere fatti per un temporaneo senso di catarsi. In altre parole, essi non dovrebbero essere come i film d’azione, dove le cose hanno un lieto fine solo dopo aver tagliato a qualcuno a metà o dopo avergli sparato. Non è questo il tipo di film che vorrei fare e, anche se lo dovessi aver fatto, non sarà questo ad essere ricordato. Quello che cerco è un mondo che non sia mai stato visto prima, ma che nel contempo sia qualcosa di bello e accettabile per i bambini.
- Il processo di creazione di opere d’animazione non è solo una questione di sforzo individuale. C’è moltissimo lavoro che va a gravare su gruppi di molte persone e ognuno di loro si impegna moltissimo. Sarebbe quindi davvero spiacevole e irritante se [il film] poi non si dimostrasse redditizio. E se qualcosa non è redditizio, la gente non lo produce, perché non vuole un risultato fallimentare. Sento mia la responsabilità di avviare un lavoro in cui tutti si sentano coinvolti. Se non ci si dispone in tale atteggiamento, non c’è senso nel lavoro dello studio di animazione.
- Io sono un animatore. Mi sento come se fossi il direttore di una fabbrica di cinema d’animazione. Non sono un dirigente. Sono un po’ come un caposquadra, come il capo di un team di artigiani. Questo è lo spirito con cui lavoro.
- Il concetto di rappresentare il male e poi distruggerlo è considerato importante, ma penso che ormai sia marcio. Questa idea che ogni volta che succede qualcosa di male, qualcuno in particolare può essere accusato e punito, nella vita così come nella politica non trova speranza.