Hemingwrite, la macchina da scrivere del futuro, è stata la materializzazione di un insolito stato d’animo. Da qualche settimana mi è presa una strana fissa per le macchine da scrivere. Ho cominciato a orientarmi nel mondo liquido e virtuale di Internet, alla ricerca di modelli, caratteristiche, scrittori che le abbiano utilizzate. Ho anche chiesto ai miei di raccontarmi qualcosa, di quanto fosse bello o scomodo scriverci, di quali fossero gli intoppi e le differenze con un pc (e tutti i supporti odierni).
È strano avere attrazione e nostalgia per qualcosa che non si è mai utilizzato, ma avevo ricordi vaghi e anche piacevoli di qualche macchina da scrivere vista (anche in uso) da bambina. Non è il solito fascino per tutto ciò che è vintage e modaiolo, è di più, quasi un richiamo.
Poi ti accorgi che, come spesso avviene, qualcuno ci pensa insieme a te. Qualcuno che dall’idea passa al progetto e fonde la bellezza del passato con la praticità del presente. Così nasce Hemingwrite: la macchina da scrivere del futuro.
Il nome è un omaggio allo scrittore americano de “Il vecchio e il mare” – che alternava l’uso delle matite a quello della macchina da scrivere, per offrire al lettore il meglio delle emozioni trasferibili; la sua preferita comunque era la Corona #3. Hemingrwrite per ora è ancora un prototipo ideato dagli americani Adam Leeb e Patrick Paul, in attesa che qualcuno finanzi il progetto.
A detta dei progettatori, si avrebbe la sensazione di scrivere su un pc portatile, con un design essenziale che riprende lo stile delle macchine da scrivere degli anni ‘80 o ‘90. Hemingwrite è però dotata di un display E-ink, simile a quello montato sui lettori e-book, retroilluminato e antiriflesso. Questo consente una scrittura in condizioni varie di luminosità, si può usare in casa e fuori. Non necessita, infatti, di una presa di corrente, perché è fornita di una batteria interna che può durare fino a sei settimane, grazie a una tecnologia dai consumi bassissimi. Anche per questo è facilmente trasportabile.
Hemingwrite è in grado di connettersi a Internet grazie al wi-fi integrato, ma esclusivamente per salvare i files che si stanno scrivendo. Ecco allora che si recupera il piacere della scrittura, senza le distrazioni di un mezzo tecnologico. La memoria interna è sincronizzabile con servizi di web editing e clouding (Evernote e Google Docs) ed è possibile memorizzare oltre un milione di pagine, senza correre il rischio di perdere i propri lavori a causa di sbalzi di corrente.
Anche se per ora è solo idea, ci auguriamo che Hemingwrite diventi presto realtà.