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Ho un piano!

Creato il 15 aprile 2012 da Archeologo @archeologo

Ho un piano!

Alcune opere pompeiane in mostra a New York.

Il governo ha dato il via al Progetto Pompei, un piano per il rilancio dagli spunti innovativi ma con qualche nota d'incertezza. Partendo forse dall'aspetto meno scientifico, è apprezzabile l'atteggiamento chiaro che si è avuto nei confronti della camorra, con un protocollo d'intesa tra la Prefettura di Napoli e la Soprintendenza Archeologica di Napoli e Pompei per evitare ogni tipo d'infiltrazione. Non è chiaro perché un accordo del genere non sia consuetudine e diventi legge dello Stato, ma ne apprezziamo questa prima impostazione.

È stato anche spiegato a grandi linee l'impiego dei 105 milioni di euro dall'UE. Poco meno della metà del budget servirà per finanziare le opere già in corso (ma come le avevano finanziate prima? mistero), mentre 38 milioni serviranno per altre opere da progettare. Restano dunque poco più di 8 milioni di euro per rilievi, indagini, verifiche e progettazione di nuove opere, altri 5 per l'adeguamento dei servizi al pubblico. Meno di 7 milioni saranno invece suddivisi equamente tra promozione e comunicazione, telesorveglianza e sicurezza degli impianti e per l'adeguamento tecnologico della Soprintendenza.

Il Governo ha chiarito che il primo obiettivo è la messa in sicurezza dei casi più critici, con cinque bandi da 6 milioni di euro per il restauro architettonico e il consolidamento strutturale di 5 Domus (di Sirico, del Marinaio, dei Dioscuri, delle Pareti Rosse e del Criptoportico). Entro luglio di quest'anno saranno avviati altri 4 bandi per la messa in sicurezza delle regiones V, VII e VIII, per una spesa di 10 milioni di euro: le altre sei aree restanti saranno oggetto di altri sei bandi sempre entro quest'anno, per una spesa di altri 7 milioni di euro. Siamo - per ora - a 23 milioni spesi nel 2012.


Ho un piano!

Il crollo della Schola Armaturarum nel 2010.

Cosa manca in questo progetto? Pur apprezzando, e non poco, l'intento pratico del Governo e dell'amministrazione statale, sfuggono i motivi per cui tutto ciò sia stato spalmato in un anno di lavoro. Che per i tempi della burocrazia italiana non sono pochi, ma per alcuni aspetti sembra una procedura d'urgenza. Inoltre al momento è stato chiarito solo l'impiego dei fondi per il consolidamento degli edifici, mentre dei restanti 82 milioni di euro si conosce solamente una suddivisione per competenza, senza alcun chiarimento sui modi e soprattutto i tempi. Va ricordato che il progetto ha come data di completamente il 2015: a questo punto però non si riesce a capire il livello dell'emergenza.

Pompei non è affatto nuova ad iniezioni di contanti per salvarsi: è già avvenuto nel 1976 con 3 miliardi di lire, e ancora cinque anni dopo con altri 10 miliardi. Nel biennio 2010-2011 erano già stati investiti 79 milioni di euro tra fondi statali, regionali ed europei: con pochi risultati, in effetti. Non si è parlato della gestione del personale, che era tra i temi toccati dal report degli osservatori UNESCO dopo il crollo della Schola Armaturarum, che notarono come nessuno di questi portasse né le uniformi e neanche il badge.

In conclusione, l'unica notizia è che si faranno i lavori più urgenti e che i soldi ce li darà l'Unione Europea. E cosa succederà dopo il 2015? Forse è il caso di parlare di progetti realmente a lungo termine. L'impressione è che si sia trovata la soluzione per dei restauri d'emergenza. Che è sempre una bella notizia, ma ci saremmo aspetti ben altro.

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