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Ho un sonno che mangerei un bue. No, forse non si dice co...

Da Word3press

Ho un sonno che mangerei un bue.
No, forse non si dice così.
Comunque.
Ormai sto diventando un ghiro, anche se I don’t use (almost) any chemicals,
ma suppongo che sia la vecchiaia.
Dopotutto, come ci insegnava il Baglioni, a venticinque anni le connessioni fra i neuroni sono completate e da quel momento si comincia a invecchiare.
“Se volete farvi le canne, aspettate i venticinqu’anni”.
Queste erano le cose che mi ricordavo delle lezioni, mica i concetti noiosi e difficili!
Cazzo, quanto mi manca la chimica.
Ma anche no.

E insomma, domani non vado a Venezia.
Mi fa una fatica immane, e poi mi fa tristezza andarci da sola. Non ho trovato un cazzodinessuno che ci venisse,
e allora ho pensato Fanculo.
Non ci vado, anche se c’ho il biglietto omaggio, e in effetti un po’ mi dispiace.
Ma non si può nemmeno spostare la data, porco cane, e io che cacchio ne sapevo, a dicembre, che a febbraio non sarei stata dell’umore per andare a farmi una fottuta scampagnata a Venezia??
E’ come pretendere che uno, in terza media, sappia già cosa cavolo vuol fare da grande (e, conseguentemente, scelga una scuola superiore appropriata).
Fanculo, Frenitaglia.
Più che altro, è la Mutter che un po’ mi fa pesare il fatto di rinunciare a sei o sette ore in una città umidiccia e con un’alta umidità relativa (cioè umidiccia).
Forse le dispiace che io non mi tolga dalle palle per una giornata.
Forse è convinta che, facendo ‘sta sfacchinata, per la quale non ho più l’età, io mi distragga dalle mie miserie.
No.
Non credo che mi distrarrei.



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