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I cavalieri (del Cavaliere) che fecero l’impresa

Creato il 25 febbraio 2011 da Naimasco78

I cavalieri (del Cavaliere) che fecero l’impresaAlcune sere fa a Ballarò è stato ospite il paraministro del Lavoro e delle Politiche sociali Maurizio Sacconi. Utilizzo il termine paraministro con lo stesso sprezzo con cui Sacconi ha definito le parafarmacie “qualcosa che sembra una farmacia ma in realtà non lo è”. Non è certo la prima volta che il signor Ministro fa gaffes di questo genere, sempre tra l’altro a Ballarò, sotto lo sguardo compassionevole di Floris. Se non le è chiaro, la parola Parafarmacia è composta dal sostantivo farmacia anticipato dal prefisso di origine greca para- che significa affine a, vicino a. Quindi una parafarmacia è un qualcosa di affine ad una farmacia dove si possono trovare in vendita prodotti da banco, farmaci senza obbligo di ricetta, medicine naturali, prodotti di erboristeria ed altro ancora. Quindi non sono una sorta di discount per finti farmacisti, come ha voluto far intendere lui. Comunque, si parlava di occupazione giovanile, tanto per cambiare, e il paraministro, col suo solito savoir faire, ha detto che sarebbe ora di concentrarsi sulle imprese lasciando perdere percorsi di studio inutili (immagino continuasse a riferirsi ai parafarmacisti o addirittura ai corsi di studio inutili come scienze della comunicazione, come ha gentilmente specificato la sua emerita collega Maria Stella Gelmini). Quindi, economia e commercio, unica facoltà a detta loro degna di poter preservare un futuro ai nostri giovani, che vantano un buon 30% di tasso di disoccupazione. Come dire, quindi, poca aria fritta, poca cultura, ma tanti numeri: occorre tirar su una generazione imprenditoriale, macchine procuci soldi, che perdano poco tempo dietro alla cultura che non serve a niente ma che facciano girare l’economia. PBC, ovvero: Piccoli Berlusconi Crescono.

Signori ministri, la vostra lungimiranza è soprendente: perchè riuscite a vedere un’economia basata solo su imprese che producono beni e non su imprese che producono servizi? Perchè in tal caso, se non ve ne foste ancora accorti, noi in Italia potremmo rappresentare un primato assoluto, per la produzione di servizi turistici: a costo di essere ripetitiva fino allo sfinimento, l’Italia detiene circa l’80% del patrimonio culturale mondiale e se per caso ancora vi sfuggisse il concetto, potremmo vivere solo di questo. Le facoltà non sono inutili, ma sembrano inutili perchè non riescono poi a creare i posti di lavoro giusti per i neolaureati che escono dall’Università ben preparati sull’argomento. Se le imprese italiane si dedicassero un po’ per volta alla conservazione del patrimonio artistico italiano valorizzandolo e investendo nelle campagne di restauro, avremmo la possibilità di creare veramente una macchina fabbrica soldi unica al mondo, che solo l’Italia ha la materia prima per poterla realizzare. Ma no, cultura uguale niente soldi. Soldi uguale mattone. Basta, solo equazioni elementari per i nostri ministri. Non complichiamoci la vita.

I cavalieri (del Cavaliere) che fecero l’impresa
Comunque signori ministri, deputati dell’opposizione, voi tutti, ho un annuncio da fare, un annuncio che prescinde dalle polemiche fatte finora, e che sicuramente vi sorprenderà. I giovani, come me dal futuro precario, non hanno nessuna intenzione di studiare economia, come sperate voi, non vogliono entrare nel mondo del lavoro, non hanno nessuna velleità nel ricoprire ruoli dirigenziali nelle nostre imprese: i giovani, vogliono andare ad Arcore. Questo è venuto fuori dall’inchiesta di Ballarò di martedì scorso, che facendo una rapida intervista ad alcuni ragazzi fuori dalle discoteche, ha raccolto solo frasi di questo tipo: ” Silvio, se mi chiami ad Arcore, io vengo”; “le ragazze fanno bene ad andarci perchè altrimenti come li guadagni 7 mila euro in una serata?”; in ultimo, la regina delle affermazioni: “fa bene Silvio, deve trombarsele tutte”. Che meraviglia, e voi vi state tanto a preoccupare del futuro dei giovani? Ma se non gliene frega niente nemmeno a loro? Anzi, non posso dare la colpa ai giovani, perchè in cima alla lista ci sono i genitori: la cosa preoccupante infatti è che sempre durante questa intervista sono stati chiamati in causa alcuni genitori che accompagnavano le figlie ad una specie di corso per modelle, e alla domanda su cosa ne pensavano delle ultime vicende relative allo scandalo delle ragazze di Berlusconi i padri, i padri ci tengo a ribadire, hanno risposto, con una certa nonchalance: “beh, magari fosse chiamata anche mia figlia, sarebbe un’ottima opportunità per lei. Io non li ho mai guadagnati 7 mila euro in una sera”. E le loro mogli anzichè indignarsi per aver sposato dei mostri che non vedono l’ora di mandare le loro bambine a prostituirsi, annuivano soddisfatte nella speranza che il Premier fosse in ascolto e potesse cogliere il loro appello tra le righe.

E’ il buio, è il buio medievale. Non mi stupirei affatto se la prossima proposta di legge varata dal nostro governo fosse sul reintegro dello ius primae noctis.

 



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